sabato 26 agosto 2017

Giorgio Fanara, consulente gratuito di Mazzillo, risponde alle accuse della sindaca 
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Giorgio Fanara, indicato – a quanto pare – da Virginia Raggi come “collaboratore non proprio specchiato” e in un’intervista rilasciata a Fabio Tonacci su Repubblica racconta anche di essere suo conoscente da tempi insospettabili:
«Conosco Virginia Raggi da quando faceva le fotocopie nello studio legale Sammarco, perché sono i miei avvocati. Adesso sostiene di non sapere chi sia… mi viene davvero da ridere, sono ragazzi».
Tra i motivi che hanno spinto la sindaca a sostituire Mazzillo ci sarebbe anche la sua presenza costante in assessorato.
«Andavo al massimo due volte alla settimana».
A che titolo?
«Sono amico di vecchia data di Mazzillo e lui mi chiedeva consigli. Ha iniziato quando era nello staff della sindaca. Facevo come Davide Casaleggio, con la differenza che lui ha una piattaforma informatica che gli permette di capire in anticipo l’orientamento del Movimento, io ho solo il mio cervello
virginia raggi andrea mazzillo giorgio fanara
L’articolo di Repubblica su Fanara e Mazzillo (25 luglio 2017)
Fanara, che secondo l’aneddotistica in Campidoglio si era qualificato come “ingegnere”, “ufficiale dell’Aeronautica militare”, “collaboratore dei servizi segreti”, “con un ruolo presso la Farnesina”, nega di essersi presentato così. E spiega:
Raggi sapeva del suo ruolo di consulente? 
«Certo che sì. Sono andato tre volte con Mazzillo nel suo studio: la prima volta con una delegazione di cinesi, la seconda a parlare dell’inesistente piano finanziario di Atac, della terza non mi ricordo il motivo ma rammento che la sindaca era raffreddata e non aveva voce».
Veniva pagato? 
«No».
E perché lo faceva? 
«Sono un volontario politico. Volevo cambiare Roma, e sono dispiaciuto perché questo grande tentativo è diventato pessimismo cosmico».
Il Comune di Roma rischia il dissesto e il commissariamento. E il concordato preventivo per ATAC che il Campidoglio sta studiando potrebbe avere un effetto devastante sui conti
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Il Comune di Roma rischia il dissesto e il commissariamento. E il concordato preventivo per ATAC che il Campidoglio sta studiando potrebbe avere un effetto devastante sui conti.
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Perché il Comune di Roma rischia il commissariamento

Entro il 30 settembre infatti il Campidoglio deve approvare, per la prima volta, il “bilancio consolidato”, il documento che tiene insieme il bilancio del Comune e quello delle sue municipalizzate. E, spiega oggi Federica Tiezzi, presidente dell’OREF (l’organo che supervisiona i conti), in un’intervista al Messaggero, «La legge parla chiaro: nel bilancio consolidato non possono esserci contenziosi in atto tra il Comune e le sue partecipate. Invece oggi il Campidoglio ha ancora oltre 250 milioni di euro di crediti non riconosciuti verso le società che controlla al 100%. Sono nodi che vanno sciolti prima di approvare la manovra. Altrimenti il Comune rischia il commissariamento. Purtroppo al momento non ho riscontri sul fatto che il Campidoglio si stia muovendo per sanare questa falla».
comune roma commissariamento
Il problema del concordato preventivo per ATAC sta infatti tutto qui. Tra il 2005 e il 2011 l’azienda avrebbe dovuto ricevere soldi dalla Regione per il finanziamento del trasporto pubblico, ma l’ente pagava in ritardo così il comune, per evitare problemi di liquidità, ha anticipato denari all’azienda. Che però non sono mai stati restituiti fino a creare un credito del comune nei confronti di ATAC pari a 429 milioni di euro. Atac, come si legge nel documento che formalizza l’accordo stretto con l’amministrazione Raggi, ha trovato un accordo per restituire la somma «dal primo gennaio 2019 al primo dicembre 2038, con rateizzazione in 240 quote mensili ». Senza interessi. Da unico azionista, non avendo certo bisogno di lucrare sulla sua controllata, non applicherà nessun tasso all’operazione.

I conti di ATAC e il rischio concordato

Ma è qui che le cose si complicano. Perché se si va al concordato preventivo il Comune, che ha postergato il debito, diventerebbe a questo punto l’ente che verrebbe rimborsato per ultimo anche rispetto agli altri, ai fornitori e alle banche. Ma allora questo credito diventerebbe non esigibile: «È ovvio che se una posta del genere, in tutto o in parte, dovesse finire in un fondo di svalutazione crediti,l’impatto sui conti del Comune di Roma sarebbe davvero pesante», spiega oggi la Tiezzi.
conti comune roma
Le cifre del dissesto in ATAC e nel bilancio del Comune (Il Messaggero, 25 agosto 2017)
Il secondo problema invece riguarda gli altri crediti del Comune verso le partecipate. Il Campidoglio deve trovare un accordo entro il 20 settembre per inserirli nel bilancio consolidato. Ma per farlo deve per lo meno approvare un piano o firmare un accordo con ciascuna delle aziende per un piano di rientro che sia quantomeno sostenibile. Eppure in questo caos e con queste scadenze che si avvicinano, si è deciso il cambio dell’assessore al bilancio.

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venerdì 25 agosto 2017

rAGGI
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VIRGINIA RAGGI DI NUOVO ATTACCATA PER LO SGOMBERO DI PIAZZA INDIPENDENZA

Raggi di nuovo attaccata per lo sgombero violento di piazza Indipendenza. Le immagini dell’acqua gettata dagli idranti contro centinaia di rifugiati a Roma così come gli inseguimenti e le manganellate dei poliziotti  hanno fatto il giro del mondo, e su molti quotidiani ci sono commenti polemici in merito a quanto avvenuto. I responsabili dell’ordine pubblico, il prefetto di Roma Paola Basilone e il capo della Polizia Franco Gabrielli, evidenziano in diverse interviste concesse ai principali quotidiani nazionali l’esigenza di ripristinare la legalità.
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LE CRITICHE A RAGGI PER LO SGOMBERO DI PIAZZA INDIPENDENZA

Gabrielli parla esplicitamente di altre responsabilità in un colloquio con Repubblica che hanno provocato la situazione esplosiva di piazza Indipendenza, che hanno portato un’umanità varia a vivere in condizioni sub-umane al centro della Capitale. Alla stessa testata il profetto Basilone rimarca le difficoltà incontrate in questi mesi sulla questione di via Curtatone, il palazzo in cui per quattro anni hanno vissuto i rifugiati sgombrati in modo violento da piazza Indipendenza. Le critiche all’assenza di un’iniziativa concreta dell’amministrazione comunale arrivano anche dalla Chiesa. Il delegato di Migrantes per il Lazio, monsignor Paolo Lojudice, evidenzia come sia mancata la fase di mediazione con i rifugiati, criticando la mancanza di soluzioni alternative proposte.

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LA SVOLTA DI RAGGI SUI RIFUGIATI

La questione dei trecento rifugiati eritrei ed etiopi di via Curtatone si procrastina da molto tempo, visto che l’occupazione è stata dichiarata abusiva il 1° dicembre del 2015. Da allora non si è arrivati ad alcuna soluzione concreta, e lo sgombero di ieri ha palesato la criticità della mancata gestione di questo processo. Critiche rimarcate anche dall’Unicef, da cui viene l’assessore alle Politiche sociali Baldassare, che era in ferie durante lo sgombero. Secondo il Manifesto si è così compiuta, nel più completo silenzio, la svolta securitaria di Virginia Raggi sul tema rifugiati.  I tempi in cui il sindaco di Roma li chiamava nostri fratelli sono ormai lontanissimi.
Raggi
I RIFUGIATI SONO NOSTRI FRATELLI E SORELLE. A ROMA NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO
Questa mattina ho partecipato ai lavori del summit “Europa, i rifugiati sono nostri fratelli e sorelle” organizzato in Vaticano. Un vertice che pone al centro dell’attenzione un’emergenza di carattere umanitario che ci sta particolarmente a cuore e sulla quale abbiamo bisogno di discutere e lavorare insieme per trovare delle soluzioni credibili. Tutti noi sappiamo che i sindaci sono in prima linea nell’affrontare molte delle grandi problematiche che affliggono le nostre società contemporanee. Problematiche ma anche opportunità di crescita per le nostre società spesso chiuse nel loro egoismo. Tra queste opportunità, preferisco chiamarle così, c’è oggi in primo piano l’accoglienza ai rifugiati. Proprio i sindaci e le loro città si trovano spesso di fronte agli effetti dei grandi flussi migratori. Dobbiamo garantire un’assistenza dignitosa, un tetto, un alloggio, calore umano.
Foto copertina: Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire

Non è ancora stato depositato nonostante siano scaduti i termini. La società rischia una sanzione
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Il Sole 24 Ore nota oggi in un corsivo che il bilancio 2016 della Casaleggio Associati non è ancora stato depositato in Camera di Commercio nonostante siano scaduti i termini.
Mentre ci si prepara alla campagna elettorale d’autunno, e il ruolo di Davide Casaleggio nel M5S è cresciuto ben oltre le funzioni tecniche dichiarate, il bilancio 2016 della Casaleggio Associati è desaparecido: ieri, a una verifica del Sole 24 Ore, non risultava ancora depositato presso il Registro imprese della Camera di commercio di Milano, dove l’azienda fondata da Gianroberto risulta iscritta.
In ampio ritardo rispetto ai termini di legge. Il codice civile, infatti, fissa in 120 giorni (e cioè entro il 30 aprile) il termine per l’approvazione del bilancio, prorogabile a 180 in casi eccezionali (e cioè al 29 giugno). A quel punto partono i 30 giorni entro i quali le scritture contabili vanno trasmesse all’ente camerale. Si arriva così al 28 luglio. Quasi un mese fa.
atac roma casaleggio
Il 2015 è stato un anno negativo per la Casaleggio: il fatturato era sceso a 1,1 milioni di euro, rispetto agli 1,5 milioni del 2014 e ai due del 2013. Nelle note la Casaleggio spiegava che l’anno scorso «è stato un anno impegnativo per la società, a causa di alcuni modelli editoriali on line dimostratisi di difficile sostenibilità economica con il modello pubblicitario e dai quali nel 2016 si è deciso di disinvestire». Quali siano questi «modelli editoriali» non si diceva. Ora il Sole spiega che la Casaleggio rischia una sanzione per il ritardo:
Se il mancato deposito fosse confermato scatterebbe una sanzione pecuniania da 103 a 1.032 euro per «omessa esecuzione di denunce, comunicazione e depositi» che viene addirittura triplicata se l’omissione riguarda il bilancio. Non è dato sapere, quindi, se i conti sono migliorati rispetto al 2015, quando il fatturato era sceso a 1,1 milioni, in calo di 400mila euro rispetto al 2014, e si era registrato il secondo rosso consecutivo. A Milano, interpellati, rispondono che sarà possibile avere qualche delucidazione la prossima settimana. Eppure, per depositare il bilancio, bastava un clic.
Secondo la sindaca l'assessore voleva nominare uomini nei CdA, aveva contestato Grillo e Casaleggio e si circondava di collaboratori "non proprio specchiati". E la stampa punta il dito in particolare su un amico personale dell'ex responsabile del bilancio. Ma...
ALESSANDRO D'AMATO
Un appunto di Virginia Raggi di cui oggi parla il Messaggero “spiega” quali sono le “colpe” di Andrea Mazzillo, ex assessore al Bilancio del Comune di Roma defenestrato un paio di giorni fa via stampa. E così, mentre Mazzillo va in tv a In Onda a spiegare le sue ragioni e ad annunciare che continua a credere nel M5S, la sindaca, in omaggio alla#trasparenzaquannocepare, fa sapere – si fa per dire – in maniera piuttosto fumosa cosa ci sarebbe a non andare nel suo comportamento.

Le accuse di Virginia Raggi a Mazzillo

A Mazzillo viene imputato «il pressing per nominare alcuni consigli di amministrazione, alcuni collaboratori non proprio specchiati, le sparate sui giornali contro Grillo, Casaleggio e Raggi». Oltre all’evidente diversa strategia tra Campidoglio e assessorato riguardo ATAC, che è stata la pietra dello scandalo degli ultimi tempi. In più, Raggi sostiene che il suo ex assessore “voleva privatizzare l’azienda dei trasporti e che era contrario al concordato”. Lui, com’è noto, sostiene che non sia così e che aveva già trovato una soluzione con Luigi Di Maio per un tavolo con tecnici e militanti del M5S.
andrea mazzillo in onda 2
I debiti di ATAC (In Onda, 24 agosto 2017)
Ma la parte più curiosa è l’accusa sui collaboratori “non proprio specchiati” di cui Mazzillo si sarebbe circondato. Ovviamente, sempre in omaggio alla #trasparenzaquannocepare, la sindaca non fa nomi. Per avere un indizio su chi fosse l’uomo “puntato” dalla sindaca bisogna ricorrere a quanto scrive Repubblica a proposito di Giorgio Fanara, 62 anni, ex Forza Italia, siciliano di Marsala.

Andrea Mazzillo e Giorgio Fanara

Con una premessa: anche se fosse lui l’uomo “indicato” da Virginia Raggi, quello che si racconta nell’articolo non suggerisce in alcun modo una collaborazione “non proprio specchiata”, visto che si dipinge Fanara come un aiutante-consigliere di Mazzillo che, da amico personale, non ha percepito alcuna retribuzione in Campidoglio.
virginia raggi andrea mazzillo giorgio fanara
L’articolo di Repubblica su Fanara e Mazzillo (25 luglio 2017)
Amico personale dell’ex assessore, è apparso in Campidoglio quando Raggi ha dato la delega al Bilancio a Mazzillo. Era il settembre scorso. Da allora, giorno dopo giorno, Fanara si è preso un potere che non gli spettava. Per dire, è stato convocato dalla segreteria di Mazzillo nei due incontri per il rinnovo del contratto di servizio con Atac (il 2 e il 14 marzo), era presente a quello su Acea (il 9 marzo), e c’era pure quando hanno trattato il contratto di Zetema. Costantemente aggiornato su ogni variazione al calendario delle riunioni, riceveva via mail i report contabili di Unicredit e le comunicazioni sulle “strategie di coordinamento operativo delle politiche cittadine” che la sindaca inviava solo agli assessori e al vice capo di gabinetto.

I veleni di Raggi su Mazzillo

Sempre secondo Repubblica nell’anno di permanenza a Roma Capitale Giorgio Fanara si è qualificato indifferentemente: “ingegnere”, “ufficiale dell’Aeronautica militare”, “collaboratore dei servizi segreti”, “con un ruolo presso la Farnesina”.
In rete si trova ancora un suo vecchio curriculum di quando si candidò a metà degli anni Novanta con Forza Italia per il consiglio della Regione Lazio. Nel gennaio 2001 l’allora presidente della Repubblica Ciampi lo invitò al Quirinale insieme a una delegazione dell’Associazione reduci dall’internamento, dalla prigionia e dalla guerra di liberazione. Conosce effettivamente alcuni alti dirigenti dell’Aise, il servizio di intelligence estera, ma non sembra essere inquadrato.
andrea mazzillo in onda
Ma sono le circostanze temporali a far ritenere assurde le accuse della Raggi nei confronti di Mazzillo e Fanara. Se l’assessore aveva un collaboratore (gratuito, per una volta!) che non convinceva la sindaca, perché questa collaborazione è durata addirittura un anno e più senza che nessuno alzasse la mano e ponesse il problema?

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...