sabato 4 marzo 2017

Quando Grillo o Casaleggio o Di Maio o Di Battista sapranno scrivere una lettera come questa andremo in pellegrinaggio permanente a Lourdes. Un vero miracolo.


Caro Beppe Grillo,
ti rispondo da blog a blog dopo aver letto le tue frasi su mio padre.
Non sono qui per discutere di politica. Non voglio parlarti ad esempio di garantismo, quello che il tuo partito usa con i propri sindaci e parlamentari indagati e rifiuta con gli avversari. Quando è stata indagata Virginia Raggi io ho difeso la sua innocenza che tale rimane fino a sentenza passata in giudicato. E ho difeso il diritto-dovere del Sindaco di Roma di continuare a lavorare per la sua città. Ma noi siamo diversi e sinceramente ne vado orgoglioso.
Niente politica, per una volta.
Ti scrivo da padre. Ti scrivo da figlio. Ti scrivo da uomo.
Da giorni il tuo blog e i tuoi portavoce attaccano mio padre perché ha ricevuto qualche giorno fa un avviso di garanzia per “concorso esterno in traffico di influenza”. È la seconda volta in 65 anni di vita che mio padre viene indagato. La prima volta fu qualche mese dopo il mio arrivo a Palazzo Chigi: è stato indagato per due anni e poi archiviato perché – semplicemente – non aveva fatto niente.
Vedremo che cosa accadrà. Mio padre ha reclamato con forza la sua innocenza, si è fatto interrogare rispondendo alle domande dei magistrati, ha attivato tutte le iniziative per dimostrare la sua estraneità ai fatti.
Personalmente spero che quando arriverà la parola fine di questa vicenda ci sia la stessa attenzione mediatica che c'è oggi. La verità arriva, basta saperla attendere.
Ma tu, caro Grillo, oggi hai fatto una cosa squallida: hai detto che io rottamo mio padre. Sei entrato nella dinamica più profonda e più intima – la dimensione umana tra padre e figlio – senza alcun rispetto. In modo violento. 
In una trasmissione televisiva ieri ho spiegato la mia posizione, senza reticenze. Da uomo delle istituzioni ho detto che sto dalla parte dei giudici. Ho detto provocatoriamente che se mio padre fosse colpevole meriterebbe – proprio perché mio padre – il doppio della pena di un cittadino normale. E ho detto che spero si vada rapidamente a sentenza perché le sentenze le scrivono i giudici, non i blog e nemmeno i giornali.
Per decidere chi è colpevole e chi no, fa fede solo il codice penale, codice che pure tu dovresti conoscere, caro Beppe Grillo.
Dire queste cose costa fatica quando è indagato tuo padre. Ma è l'unico modo per rispettare le Istituzioni. Perché quando hai giurato sulla Costituzione, quando ti sei inchinato alla bandiera, quando hai cantato l'inno nazionale davanti a capi di stato stranieri rimani uomo delle Istituzioni anche se ti sei dimesso da tutto. Anziché apprezzare la serietà istituzionale tu hai cercato di violare persino la dimensione umana della famiglia. Non ti sei fermato davanti a nulla, strumentalizzando tutto.
Allora lascia che ti dica una cosa.
Mio padre è un uomo di 65 anni, tre anni meno di te. Probabilmente ti starebbe anche simpatico, se solo tu lo conoscessi. È un uomo vulcanico, pieno di vita e di idee (anche troppe talvolta).
Per me però è semplicemente mio padre, mio babbo.
Mi ha tolto le rotelline dalla bicicletta, mi ha iscritto agli scout, mi ha accompagnato trepidante a fare l'arbitro di calcio, mi ha educato alla passione per la politica nel nome di Zaccagnini, mi ha riportato a casa qualche sabato sera dalla città, mi ha insegnato l'amore per i cinque pastori tedeschi che abbiamo avuto, mi ha abbracciato quando con Agnese gli abbiamo detto che sarebbe stato di nuovo nonno, mi ha pianto sulla spalla quando insieme abbiamo accompagnato le ultime ore di vita di nonno Adone, mi ha invitato a restare fedele ai miei ideali quando la vita mi ha chiamato a responsabilità pubbliche.
Questo è mio padre. Buttati come sciacallo sulle indagini, se vuoi, caro Beppe Grillo. Mostrati per quello che sei. Ma non ti permettere di parlare della relazione umana tra me e mio padre. Perché non sai di che cosa parli e non conosci i valori con i quali io sono cresciuto.
Spero che i tuoi nipoti possano essere orgogliosi di te come lo sono di Tiziano Renzi i suoi nove nipoti Mattia, Francesco, Gabriele, Emanuele, Ginevra, Ester, Maddalena, Marta e Maria.
E spero che un giorno ti possa vergognare – anche solo un po' – per aver toccato un livello così basso.
Ti auguro una buona serata. E ti auguro di tornare umano, almeno quando parli dei valori fondamentali della vita, che vengono prima della politica.
Matteo Renzi

Inchiesta Consip, Tiziano Renzi denuncia fuga di notizie sul suo interrogatorio. Il legale: "Faremo indagini difensive"

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RENZI
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La difesa di Tiziano Renzi avvierà indagini difensive e ascolterà, tra gli altri, l'amministratore delegato del Consip Luigi Marroni. Lo annuncia, in una nota, il difensore di Renzi, Federico Bagattini che spiega che l'obiettivo di tali interviste sarà "di contribuire all'accertamento della verità". Bagattini ha comunicato anche che verrà inoltrata formale richiesta degli atti del procedimento che riguarda il padre dell'ex premier, indagato per traffico di influenze illecite. Riguardo all'interrogatorio di ieri a Roma, il legale di Tiziano Renzi fa sapere di "non aver avanzato richiesta di copia del verbale, avendone fatta espressa rinuncia in ossequio alle esigenze di riservatezza previste dal codice di procedura penale, pur essendo in possesso solo dell'invito a presentarsi, nemmeno contenente la descrizione dell'addebito".
Procura di Roma revoca indagini al Noe. Alla luce di "ripetute rivelazioni di notizie coperte da segreto" istruttorio la Procura di Roma "per una esigenza di chiarezza" ha "revocato" ai carabinieri del Noe la delega per ulteriori indagini nel procedimento su Consip. E' quanto annuncia la Procura in una nota affermando che la delega è stata ora affidata al Nucleo Investigativo di Roma dei Carabinieri.
"Gli accertamenti fin qui espletati - si legge nella nota della Procura di Roma - hanno evidenziato che le indagini del procedimento a carico di Alfredo Romeo ed altri sui fatti (poi) di competenza di questa Procura sono state oggetto di ripetute rivelazione di notizie coperte da segreto sia prima che dopo la trasmissione degli atti a questo Ufficio, sia verso gli indagati o comunque verso persone coinvolte a vario titolo, sia nei confronti degli organi di informazione".
Per una "esigenza di chiarezza la Procura di Roma - conclude la nota - ha pertanto revocato al Nucleo Operativo Ecologico la delega per le ulteriori indagini che è stata affidata al Nucleo Investigativo di Roma dell'Arma dei Carabinieri".

Forse se li avessimo buttati fuori prima riuscivamo a vincere il referendum.

Mdp flop nei sondaggi: Bersani e D’Alema non arrivano al 4%. E il Pd perde meno di 2 punti

sondaggi mdp

Tutti i numeri a confronto

A guardare i numeri dei primi sondaggi politico elettorali effettuati dopo la presentazione di Mdp, il Movimento Democratici e Progressisti, per Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema non arrivano segnali incoraggianti. Le interviste sulle intenzioni di voto degli italiani realizzate negli ultimi giorni da alcuni dei più noti istituti demoscopici italiani rivelano che se si votasse oggi il nuovo simbolo nato dalla scissione dal Partito Democratico, guidato dall’ex capogruppo Dem Roberto Speranza si manterrebbe su percentuali molto basse.

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LEGGI ANCHE > La paura del Pd per l’inchiesta Consip su Lotti e il padre di Renzi



SONDAGGI MDP, DEMOCRATICI E PROGRESSISTI TRA 2,9 E 4%

Stando i numeri pubblicati da Emg Acqua (che effettua sondaggi per il Tg La7), Ixè (per il programma di Raitre Agorà), Index Research (per la trasmissione di La7 Piazzapulita) ed Swg (SwgApp) Mdp oscilla tra il 2,9 e il 4% di consensi. Nel dettaglio Emg ha segnalato il Movimento Democratici e Progressisti (presentato il 25 febbraio) al 3,8% (interviste del 14-16 febbraio). Ixè (interviste del primo marzo) al 2,9%. Swg (intrerviste tra 27 febbraio e primo marzo) al 4%. Index (dati pubblicati il 2 marzo) al 3,5%. Un dato molto significativo è rappresentato dalle oscillazioni delle percentuali del Partito Democratico. Confrontando i numeri dei voti ipotetici del Pd emersi nei sondaggi in cui viene rilevato anche il peso elettorale di Mdp e quelli precedenti (nell’ultima rilevazione in cui il Movimento di Bersani e D’Alema non veniva considerato) si evince che i Dem hanno subito una flessione lieve e che quindi il nuovo partito ha solo in parte strappato voti al principale partito del centrosinistra.

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Sondaggi, confronto Pd-Mdp dopo la scissione (Tabella di: Giornalettismo)

SONDAGGI MDP, PD IN CALO DI 0,2/1,8 PUNTI

Per Emg il partito di Matteo Renzi tra il 17-19 febbraio e il 24-26 febbraio ha perso 1,8 punti percentuali (dal 29,8 al 28%). Per Ixé, invece, tra 22 febbraio e primo marzo il Pd è calato di 1,2 punti (dal 28,1 al 26,9%). Per Index la differenza è davvero minima: flessione di 0,2 punti (dal 29,2 al 29% in una settimana). Infine, Swg segnala un calo di 1,8 punti dalla rilevazione del 13-15 febbraio a quella del primo marzo (dal 31 al 29,2%).

SONDAGGI MDP, SINISTRA ITALIANA GIÚ DI 0,8/1,5 PUNTI

È evidente che Mpd strapperebbe voti anche più a sinistra. Rispetto alle precedenti rilevazioni Emg ha segnalato per Sinistra Italiana un calo di 1,5 punti (dal 3,9 al 2,4%). Ixè di 0,8 punti (dal 4,3 al 3,4%). Index di 1,1 punti (dal 4,1 al 2,7%). Swg di 1,4 punti (dal 2,6 al 1,2%).
Grossomodo stabile è invece il Movimento 5 Stelle, che dopo la nascita di Mdp, è stato segnalato in calo di 0,2/0,7 punti. Il partito di Beppe Grillo nei sondaggi che abbiamo confrontato si muove tra il 26 e il 29% dei consensi. Ed è primo partito in 3 casi su 4 (Emg, Ixè e Index).
Va rilevato, infine, che l’Istituto Piepoli ha indicato, in un sondaggio realizzato il 27 febbraio all’8% l’area della sinistra. Ma il dato fa riferimento anche a Sinistra Italia e Campo Progressista e non solo ai Democratici e Progressisti. Nella stessa rilevazione il Pd viene indicato al 29%.
(Foto: ANSA / ANGELO CARCONI)

E questo ci dice quanto è di sinistra Renzi e quanta paura hanno di lui non solo quelli di sinistra di sinistra della sinistra di sinistra che più di sinistra non si può e quanta paura hanno di lui i grillini e la destra becera italiana.


venerdì 03 marzo 2017 20:42 

Come mai Salvini ha cambiato lo status sui dipendenti della LIDL di Follonica?

Matteo Salvini ha delle idee, ma se non vi piacciono ne ha delle altre. Deve essere per questo che ieri il coraggiosissimo leader della Lega Nord ha corretto il simpatico status che aveva dedicato alle donne chiuse nell’angolo rotture della LILD dai dipendenti del supermercato di Follonica. Il 24 febbraio, embeddando il video sulla sua pagina, aveva scritto questo:
matteo salvini status follonica lidl 1
Lo status di Salvini pubblicato il 24 febbraio a proposito dei dipendenti della LIDL di Follonica
Poi ieri – è possibile osservare il cambiamento cliccando su view edit history sul menu a tendina a destra dello status – lo ha cambiato così:
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matteo salvini status follonica lidl 2
Lo status cancellato ieri da Matteo Salvini
Come mai Salvini ha modificato lo status? Luca Morisi, che gestisce la pagina Facebook del leader della Lega Nord – per la modica cifra di 300 mila euro – non lo ha spiegato. Ma il motivo potrebbe risiedere nella denuncia per istigazione all’odio razziale presentata dal deputato di Possibile Andrea Maestri. Ma non può essere che sia questo il motivo. Perché lo stesso Salvini ieri aveva attaccato proprio Maestri per la denuncia che il deputato aveva presentato:
matteo salvini status follonica lidl 3
Non è possibile che sia andata così, vero?

I fuoriusciti dal PD vorrebbero fare quelli di sinistra. Peccato che per anni non sono stati in grado di portare il PD nei partiti socialisti europei (lo ha fatto Renzi). E a quanto pare il PSE li considera di destra. W l'Italia, paese nel quale va tutto al contrario.

SE NE SONO ACCORTI ANCHE IN EUROPA
Altro che rivoluzione socialista, i socialisti europei proprio non vogliono averci nulla a che fare e prendono le distanze.
Il PSE chiuda la porta in faccia al neonato Movimento Democratici e Progressisti per bocca del suo leader, Serger Stanishev. La motivazione è categorica, non c’è spazio in Europa per chi mina l’unità dei progressisti.
"Secondo noi la decisione di alcuni membri del Pd di lasciare il partito è un errore storico [...] Dispiace vedere criticato uno dei più avanzati progetti politici che è stato finora un modello di successo per diverse ragioni: la fusione e la sinergia fra culture politiche democratiche, l'apertura alla società civile e la pratica delle primarie molto partecipate. 
Vedere tutto questo messo in discussione per un conflitto interno è molto difficile da capire dal di fuori [...] Non ci può essere spazio nella nostra famiglia per forze politiche che minano l'unità del nostro movimento".
Sul Massimo D’Alema invece il giudizio del leader socialista è pesantissima:
"È da molti mesi che vediamo che si comporta con una totale mancanza di lealtà politica nei confronti del Pd e anche nei confronti del Pse. Spesso abbiamo avuto l'impressione che il suo approccio critico fosse dovuto principalmente a dei risentimenti personali".
Il neonato movimento di Roberto Speranza, Enrico Rossi e Arturo Scotto rimane isolato in Europa dove sono visti come “paria”.

Stadio della Roma: i tecnici del Comune non seguono Virginia Raggi

stadio roma tecnici

La Regione aggiorna la Conferenza al 5 aprile, ma vuole la delibera del progetto entro il 30 marzo

Ieri si è tenuta la conferenza dei servizi e non è stata concessa la proroga di un mese della stessa conferenza, come chiedevano Parsitalia
e la Roma, sullo stadio della Roma. La colpa? La sindaca Virginia Raggi aveva dato una linea, e invece i rappresentanti del Comune e della Città
metropolitana sono andati in tutt’altra direzione. Il tecnico che rappresentava il Campidoglio nella conferenza e la sua collega per la Città Metropolitana non si sono detti favorevoli alla richiesta di rinvio e quindi alla conferenza non è arrivato nulla sul nuovo accordo. Lo spiegano Luca De Carolis e Andrea Managò sul Fatto quotidiano.
Il verbale della riunione, pubblicato sul sito della Regione, è chiaro: “Roma Capitale non fa propria la richiesta del proponente riguardo la sospensione”.
Mentre la Città Metropolitana “conferma di non avere competenze nell’esprimersi sulla sospensione”. E tanti saluti alle indicazioni della sindaca Raggi, che in una lettera di intenti inviata a Zingaretti giovedì sera, aveva precisato: “Le anticipo che questa amministrazione esprimerà parere favorevole alla richiesta”. Ma di fatto la domanda di proroga non è stata neppure presa in esame. Così la Regione può ricordare che sul nuovo stadio incombe la procedura di vincolo avviata dal Mibact sull’ippodromo di Capannelle. E, come afferma l’assessore all’Ambiente Michele Civita, “che manca ancora il quadro programmatico, ovvero la variante urbanistica”
Una sorta di autogol, insomma. Il 5 aprile, la Regione potrebbe valutare quante e quali opere pubbliche saranno realizzate a carico dei proponenti. Decidere se proseguire con questa conferenza o riavvarne un’altra facendo ripartire tutto da zero per le troppe modifiche. Nnel quadro più ottimista invece ci sarebbe il via libera, da subito. Servono i documenti però: e il progetto. Ora c’è una scadenz: il 30 marzo. Per quella data occorre trovarsi preparati.

Certo che si va a votare. E anche di volata. E finalmente vediamo quanto valgono questi vecchiacci rimasti al 1800 insieme ai sindacalisti da 350 mila euro all'anno di pensione.

Il capogruppo Dem alla Camera avverte gli ex PD di Bersani, Speranza e D'Alema
NEXT QUOTIDIANO
“Se Renzi avesse voluto fare cadere il governo l`avrebbe fatto. Il rapporto di Matteo con Gentiloni è di vera fiducia reciproca. Ma per noi vengono prima gli interessi del Paese. Considero l`esperienza del governo Gentiloni positiva. Paolo e i suoi ministri stanno facendo con impegno ed efficienza quello che devono fare. Non ci sono rischi, salvo che non ci siano gesti di irresponsabilità da parte di chi è uscito dal Pd. E’ una cosa che non avverrà, ma evidentemente la mancata fiducia a un ministro è mancata fiducia al governo”. Il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato conferma che il ministro Luca Lotti, indagato nell’inchiesta Consip e oggetto di mozione di sfiducia parlamentare di M5s Lega Fdi e parte del centrodestra, resterà al Governo ed è pronto ad affrontare il voto parlamentare il cui esito fa dipendere dal voto degli ex Pd di Bersani, Speranza e D’Alema. “Il ministro Lotti si è presentato spontaneamente a spiegare ai magistrati e ha detto più volte pubblicamente di essere estraneo ai fatti”.
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Dunque ora “se sarà richiesto – dice Rosato a Repubblica- verrà a spiegare in Parlamento quanto detto ai magistrati e agli organi di informazione” e sottoporsi al voto. Ne consegue che “sono gli scissionisti dem che possono fare cadere il governo”, perché “stando a sentire quello che dicono il pericolo è che lo facciano cadere”. Rosato non risparmia critiche anche agli avversari dem di Renzi rimasti nel Pd, a partire da Gianni Cuperlo, per gli attacchi a Lotti. “Mi sembra – dice il capogruppo Pd – che pesi molto il dibattito congressuale come non dovrebbe essere in un partito che è anche comunità. Il Pd ha questo straordinario problema della democrazia: siamo fragili in mezzo a partiti con un proprietario e senza discussione interna. In questa vulnerabilità dovrebbe essere tutelato di più da tutto il suo gruppo dirigente”. Il governo Gentiloni è a rischio? . Renzi e i renziani, invece no? In ogni caso, conclude Rosato convinto che l’inchiesta Consip che ha colpito Lotti e suo padre Tiziano non infici la vittoria di Matteo Renzi alle primarie, “il congresso del Pd è un congresso vero. E Renzi credo abbia intorno una squadra molto più affiatata di quella del 2013”.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...