lunedì 14 agosto 2017

Luigi Di Maio  -  Di Maio sbaglia su disoccupati e inattivi

   
"Ad oggi è calata la disoccupazione solo perché sono aumentati gli inattivi"
   economia Pubblicato:08.08.2017 Origine:31.07.2017 Fonte dichiarazione

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, ospite di un evento a Marina di Pietrasanta, ha sostenuto lo scorso 31 luglio che i dati incoraggianti sulla disoccupazione diffusi dall'Istat il giorno stesso, e relativi a giugno, dipendessero esclusivamente dall'aumento degli inattivi. 
I disoccupati sono infatti solo coloro che non hanno un lavoro e lo cercano, mentre quelli che non lavorano e nemmeno cercano un'occupazione sono classificati appunto come “inattivi”. È quindi possibile, in teoria, che la disoccupazione cali non perché aumenta il numero degli occupati, ma da quello di chi si rassegna e smette di cercare lavoro.
Ma non è questo il caso.
Gli ultimi dati Istat
Secondo l'Istat, il numero di chi cerca lavoro è calato nel corso del mese di giugno, compreso quello dei giovani. Più precisamente: “dopo l'incremento rilevato a maggio, la stima delle persone in cerca di occupazione a giugno cala del 2,0% (-57 mila), tornando su un livello prossimo a quello di aprile. La diminuzione della disoccupazione interessa uomini e donne ed è distribuita tra tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione scende all'11,1% (-0,2 punti percentuali); anche il tasso di disoccupazione giovanile torna a scendere (-1,1 punti), attestandosi al 35,4%".
Per quanto riguarda invece gli inattivi, questi sono effettivamente aumentati, come dice Di Maio. Ma quanto? Scrive l’istituto di statistica: “La stima a giugno sale dello 0,1% (+12 mila), sintesi di un aumento tra gli uomini e un calo tra le donne. L'inattività risulta in calo tra i 15-24enni e i 35-49enni e in crescita nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,9%, invariato rispetto ad maggio”.
Dunque Di Maio ha torto: l'aumento di 12 mila unità degli inattivi, anche se dipendesse esclusivamente da persone che si rassegnano e smettono di cercare lavoro (e non è così: bisogna considerare anche chi esce dalla forza lavoro per altri motivi), non sarebbe sufficiente a coprire il calo dei disoccupati, che è stato di quasi sessantamila unità. 
La diminuzione di 57 mila unità dei disoccupati è quasi cinque volte superiore. Pertanto è impossibile che il miglioramento del tasso di disoccupazione dipenda interamente - o anche solo per la maggior parte - dall'aumento del tasso di inattività. 
Così come, del resto, non dipende interamente da un aumento dell'occupazione: nello stesso periodo gli occupati sono infatti aumentati “solo” di 23 mila unità.
I dati trimestrali
Anche volendo poi allargare l'intervallo temporale al trimestre, per valutare l'andamento dei tassi di occupazione, disoccupazione e inattività, l'affermazione dell'onorevole pentastellato resta errata.
Scrive ancora l'Istat: “Nel trimestre aprile-giugno alla crescita degli occupati si accompagna un significativo calo dei disoccupati (-3,9%, -115 mila) e l’aumento degli inattivi (+0,4%, +50 mila)”. Di nuovo, il calo del sottoinsieme dei disoccupati è superiore all'aumento degli inattivi.
I dati degli ultimi 5 anni
Volendo, infine, allargare l'orizzonte all'intera legislatura - da che il M5S è all'opposizione dei governi Letta, Renzi e Gentiloni - il risultato non cambia.
A febbraio 2013 gli occupati erano 22 milioni e 282 mila. Ora (dati relativi a giugno) sono 22.961 mila, cioè 679 mila in più.
A febbraio 2013 i disoccupati erano 3 milioni e 15 mila. Ora sono 2 milioni e 855 mila, cioè 160 mila in meno.
A febbraio 2013 gli inattivi erano 14 milioni e 292 mila. Ora sono 13 milioni e 507 mila, cioè 785 mila in meno.
(Qui si possono consultare le serie storiche dell'Istat, cercando "Lavoro e retribuzioni" e la sotto-categoria "Offerta di lavoro").
Se guardiamo agli ultimi quattro anno circa, è falsa già la premessa del ragionamento di Di Maio, cioè che gli inattivi siano aumentati. Si può, anzi, dire che l'aumento dell'occupazione (+679 mila) non possa essere interamente spiegato dal calo della disoccupazione (-160 mila), ma si debba appunto prendere in considerazione l'aumento della forza lavoro (cioè chi ha un lavoro oppure lo cerca).
Il verdetto
Luigi Di Maio ha commentato gli ultimi dati sulla disoccupazione dicendo che il calo è dovuto soltanto all’aumento degli inattivi, ovvero, semplificando, gli “scoraggiati” che smettono di cercare lavoro. In realtà, nonostante ci sia stato un leggero aumento degli inattivi, questo non è sufficiente a spiegare il calo della disoccupazione. Inoltre, se allarghiamo lo sguardo a tutta la legislatura, gli inattivi mostrano un deciso calo. Il verdetto per il vicepresidente della Camera è “Pinocchio andante”.

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...