sabato 30 gennaio 2016

Tosi: «Salvini e il Cav perderanno. Ma non sono nella maggioranza con Renzi» 

Il sindaco di Verona: «Salvini sta facendo l'errore di estremizzare, Berlusconi l'errore di andargli dietro. Ma così si perde soltanto. Come la Le Pen in Francia, che prende voti ma non governa»

Flavio Tosi (Getty Images/DAMIEN MEYER)

29 Gennaio 2016 - 10:13
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Poco più di quattro anni fa. Ai tempi della Lega che inneggiava ancora all'indipendenza del Nord, ma che era già entrata in crisi, Umberto Bossi gli dava dello «stronzo», accusandolo di «aver tirato dentro un sacco di fascisti» per cambiare la linea del movimento. Non fosse stato per il suo grande sponsor di allora, Roberto Maroni, che lo voleva addirittura candidare premier per il centrodestra del dopo Berlusconi, Flavio Tosi sarebbe stato cacciato dalla Lega ben prima che lo facesse Matteo Salvini, lo scorso anno, con il beneplacito finale dello stesso Maroni. Il sindaco di Verona e segretario della potente Liga Veneta, quello che aveva sdoganato il modello delle liste civiche ma si era messo contro tutti quelli della vecchia Lega, era diventato troppo autonomo. Era l'oppositore interno del nuovo segretario, di cui non condivideva la svolta estremista. Ma Salvini, ormai baciato dai sondaggi, si era già convinto di dover essere lui il candidato premier del futuro. Oggi Tosi - liquidato in poche ore come un dettaglio della storia dai tanti compagni di partito che lo applaudivano fino a poco prima come la grande promessa della nuova Lega - dialoga direttamente con Matteo Renzi, «anche se resto all'opposizione». Le sue tre senatrici, elette nel 2013 nelle fila della Lega Nord e ora sotto le insegne del movimento 'Fare!', hanno votato contro la sfiducia, mercoledì sera, a Palazzo Madama. «Ma non significa aver votato la fiducia», tiene a chiarire il sindaco, che si dice invece "un pragmatico". Tosi, che è passato da essere una pericolosa minaccia da destra per Bossi (che certo non si aspettava di vedere un giorno Salvini schierato sullo stesso palco di Marine Le Pen) a uomo troppo democristiano per Salvini (che visse con sospetto i suoi ammiccamenti con Passera e Alfano), è convinto che la Lega lepenista finirà per perdere. E lavora a «un raggruppamento autonomo di centro» che alle prossime Politiche raccolga i moderati del centrodestra.
Sindaco Tosi, ma avete iniziato a sostenere il governo Renzi?
Assolutamente no. Abbiamo votato contro la sfiducia, che è tutt'altra cosa che votare la fiducia al governo.
Quindi non siete entrati nella maggioranza?
No, tant'è che non abbiamo nulla, nessuna presidenza o vicepresidenza di commissione. E non abbiamo chiesto nulla
Ci spieghi che rapporto ha con il Governo
C'è un dialogo, c'è un confronto che abbiamo con questo Governo, e che avremo con qualsiasi Governo, su tematiche concrete. C'è chi urla e fa casino, dicendo dei 'no' a prescindere. Io invece da sindaco sono abituato a essere pratico
Su che temi pratici potete dialogare con Renzi e il Pd?
Sulle riforme, per esempio. Siamo stati determinanti per il quorum in Senato. Si tratta di un riforma sicuramente un po' centralista, ma garantisce la governabilità: al posto del bailamme attuale, nel 2018 sapremo chi governerà. Piuttosto che nessuna riforma è meglio avere una riforma, di cui si parla da anni
E poi?
Faremo lo stesso anche su altri temi pratici. Per esempio sulle unioni civili ho detto al premier che se toglie la stepchild adoption, noi la Cirinnà la votiamo. Purché non vengano inserite altre porcate, perché si deve parlare di adozione solo per la famiglia naturale. Insomma, tema per tema esprimeremo la nostra posizione, che fatalmente credo sarà più spesso contraria a quello che dice la sinistra
Sindaco, come si può conciliare la sua storia di leghista con l'essere vicino a Renzi?
Io non sono vicino a Renzi. Io sono costruttivo. E ho una posizione assolutamente coerente con la mi storia di sindaco. Sono propositivo su temi concreti
E alle Politiche del 2018 dove si collocherà?
Quando si andrà a votare, magari anche prima del 2018, spero ci siano un partito di sinistra, un partito di Renzi, lo schieramento Berlusconi-Salvini-Meloni più un altro raggruppamento di centro che cerchi di dare rappresentanza a quelli di centrodestra che non si vedono rappresentati da Berlusconi-Salvini-Meloni
Dove quindi ci sarà lei. Ma se fosse stato ancora in Lega, sarebbe stato sul palco a Milano con Marine Le Pen?
Salvini sta rappresentando solo la destra, è solo un certo tipo di destra. Sarebbe invece servito un palco di centrodestra. Salvini sta facendo l'errore di estremizzare, Berlusconi l'errore di andargli dietro. Ma così si perde soltanto. Come la Le Pen in Francia, che prende voti ma non governa. Finirà così anche per Salvini e Berlusconi, se continueranno su quella strada. Perderanno
Twitter: @ilbrontolo

Come è noto la madre dei cretini è sempre incinta. Anche in Svezia.

Raid nazi mascherati a Stoccolma

Volantini minacce, aggrediti migranti

    Un centinaio di neonazisti dal volto coperto con cappucci e passamontagna neri ha compiuto un raid nel centro di Stoccolma, aggredendo immigrati e distribuendo volantini in cui si incita la popolazione ad attaccarli e in cui si minacciano i loro figli. La notizia, riportata oggi da vari media, si riferisce a ieri sera ed è accompagnata anche da un video amatoriale che mostra alcuni degli xenofobi che marciano nella stazione ferroviaria principale della capitale svedese.

    Secondo il giornale svedese Aftonbladet, i volantini distribuiti dai manifestanti contenevano lo slogan "Adesso basta!" e se la prendono con i "bambini nordafricani che vagabondano per le strade", minacciando di infliggere loro "la punizione che meritano".

    Secondo i media, il 'casus belli' della protesta xenofoba è l'omicidio compiuto lunedì scorso da un rifugiato somalo di 15 anni di una ragazza svedese, Alexandra Mezher, addetta ad una casa che ospita profughi minorenni.
   Quattro uomini a volto coperto che distribuivano volantini xenofobi in cui incitavano i cittadini svedesi a organizzare proteste illegali contro gli
immigrati sono stati fermati nel centro di Stoccolma e interrogati dalla polizia. Un portavoce della polizia ha detto che uno dei quattro è
stato incriminato per aggressione nei confronti di un agente, gli altri tre perché hanno nascosto il volto in pubblico - un
reato in Svezia.
    Prima dell'introduzione dei controlli alla frontiera in gennaio, lo scorso anno la Svezia ha accolto circa 160.000 migranti.

Family Day, tutti i guai della famiglia tradizionale

Matrimoni e nascite in netto calo. Genitori che picchiano e uccidono i figli. Violenze su compagne e mogli. È questo che vuole difendere la piazza teo-con?

30 Gennaio 2016
Sabato 30 gennaio «famiglie, docenti, lavoratori e studenti appartenenti all’ala conservatrice e cattolica della società scenderanno ancora una volta in piazza per difendere la famiglia tradizionale», si legge sul sito del Family Day 2016.
IN PIAZZA CONTRO IL DDL CIRINNÀ. Dopo l'aborto, la fecondazione eterologa e persino la fantasiosa teoria del gender, questa volta i catto-conservatori di destra e di centro scendono in piazza contro il ddl Cirinnà che definiscono una «legge ingiusta». Perché, si legge sempre sul sito, permetterebbe «l’unione di persone dello stesso sesso a discapito dell’“unicità del matrimonio quale unione tra un uomo ed una donna”».
E non da ultimo quella esotica stepchild adoption, cioè banalmente l'adozione del figlio della compagna/compagno. Il rischio è che con essa si legittimi - dicono gli ultrà della famiglia tradizionale e qualche prelato - l'utero in affitto o maternità surrogata.
LA BUFALA DELL'UTERO IN AFFITTO. Fingendo di dimenticare che questa pratica è già vietata nel nostro Paese dal comma 6 dell’articolo 12 della legge 40 che recita: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a 1 milione di euro».
Ma qual è la famiglia tradizionale italiana che verrà difesa al Circo Massimo dalle insidie delle unioni gay e delle famiglie omogenitoriali?
Abbiamo provato a scattare una fotografia.

Matrimoni in calo: celebrati 4.300 riti in meno in un anno 

Il Family day del 2015.
(© Ansa) Il Family day del 2015.
Prima di tutto va detto che sfogliando i dati Istat il matrimonio tra etero non è che vada più così di moda.
Nel 2014 si sono celebrate 189.765 nozze, 81.711 con rito civile (il 43,1%), 4.300 in meno rispetto al 2013.
Di queste, 142.754 sono state tra celibi e nubili italiani.
Veniamo poi alle rotture. Sempre nel 2014 le separazioni sono state 89.303 mentre i divorzi 52.335. Le prime in leggero aumento e i secondi in leggero calo rispetto al 2013 (+0,5%, -0,6%).
LE ROTTURE CON FIGLI. Non solo. Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi riguardano coppie con figli.
Bambini che, automaticamente, perderanno la loro famiglia tradizionale per vivere solo con un genitore o con il nuovo partner di mamma e papà e magari con nuovi fratelli.
Per dirla tutta, colpa anche della crisi economica, non sono più trend nemmeno la maternità e la paternità.
Nel 2014, le nascite sono calate a 509 mila, il minimo storico dall'Unità d'Italia. Rispetto al 2013 sono venuti al mondo 5 mila neonati in meno.
Una tendenza per la prima volta condivisa dalle mamme straniere e immigrate.

Violenza sulle donne: quasi 7 milioni di vittime

(© Ansa) 
Ma come si vive all'interno della famiglia tradizionale?
Non proprio benissimo.
Partiamo da mamme, sorelle, figlie e nonne.
In Italia, 6 milioni e 788 mila donne - il 31% delle 16-70enni - nel corso della vita hanno subito almeno una forma di violenza.
NEL 62,7% DEI CASI PARTNER O EX RESPONSABILI. Il 20,2% di violenza fisica, il 21% sessuale, mentre il 5,4% delle donne è stato vittima di stupri (652 mila donne) e tentati stupri.
A commettere le violenze più gravi non sono sconosciuti né tantomeno stranieri (con buona pace di Matteo Salvini), ma partner o ex.
Nel 62,7% dei casi, infatti, i responsabili sono loro.
IL 77% DEI FEMMINICIDI IN FAMIGLIA. In famiglia, purtroppo, si muore anche. Nel 2014 (dati Eures) si sono registrati 152 femminicidi, il 77% dei quali maturati nell'ambito familiare.
Più in dettaglio, il più alto numero di femminicidi (48, pari al 59,3%) è stato commesso dal coniuge o convivente mentre il 19,8% (16 vittime) da un ex.

Abusi sui bambini: oltre 5 mila casi nel 2014

Nel 2014 sono stati 39 i figlicidi in Italia.
Nel 2014 sono stati 39 i figlicidi in Italia.
La famiglia tradizionale sembra non tutelare nemmeno i bambini. Gli stessi che «non sono diritti», secondo il cardinal Angelo Bagnasco, e gli stessi per cui dice di battersi Giorgia Meloni.
Bene, nel 2014, secondo il dossier Indifesa di Terres des Hommes, si sono contate oltre 5 mila vittime di abusi, il 60% delle quali bambine.
Di questi 1.479 si sono consumati in famiglia.
TESTIMONI DI VIOLENZA. La violenza in famiglia non solo si subisce, ma si è costretti a guardarla in faccia.
Stando agli ultimi dati Istat disponbili del 2006, 690 mila donne hanno subito violenza dal parner alla presenza dei figli.
Il 62,4% delle vittime ha dichiarato che i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza. Nel 19,6% dei casi vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso.
Le donne che hanno subito violenza ripetutamente dal partner hanno anche dichiarato che nel 15,7% dei casi pure i figli hanno subito violenza dal padre: raramente nel 5,6% dei casi , a volte nel 4,9%, spesso nel 5,2% dei casi.
39 BIMBI UCCISI. L'essere 'tradizionale' purtroppo non impedisce a un genitore di uccidere il proprio figlio.
Nel 2014 i figlicidi sono stati 39, uno ogni 10 giorni. Ben il 77% in più rispetto al 2013 e in crescita costante rispetto agli ultimi 15 anni.
Per il rapporto Eures, ad aumentare sono soprattutto i figlicidi con vittime sotto i 14 anni, passati da nove nel 2013 a 24 nel 2014 (+166,7%).
Nel periodo 2000-2014 i bambini uccisi dal genitore sono stati 379. Il 61,5% dei delitti è stato messo in atto dal padre, contro il del 38,5% delle madri.
Davanti alle statistiche e ai numeri, sarebbe utile a questo punto capire quale «famiglia tradizionale» (ammesso che ne esista ancora una) il Family Day intenda difendere.

Twitter @franzic76

Giorgia Meloni è incinta, panico su Twitter: «E ora chi penserà ai Marò?»

giorgia meloni incinta
L'annuncio al Family Day della leader di Fratelli d'Italia. Ma, su Twitter, c'è anche chi fa notare che non è sposata e che pertanto non incarnerebbe quell'ideale di "famiglia tradizionale" per la quale è scesa oggi in piazza
Giorgia Meloni è incinta: la leader di Fratelli d’Italia, oggi presente al Circo Massimo per il Family Day, ha annunciato ai cronisti dell’Ansa di aspettare un bambino. La Meloni, 38 anni, da qualche mese è fidanzata con Adrea Giambruno, autore Mediaset di Mattino Cinque e Quinta Colonna, incontrato proprio negli studi televisivi di Cologno Monzese.

GIORGIA MELONI INCINTA: L’ANNUNCIO

Intervistata dai giornalisti del Circo Massimo, Giorgia Meloni ha ribadito il suo no alla legge sulle unioni civili: «sono sempre più convinta che il ddl è una legge contro i bambini» e ha sottolineato quello che vuole essere il vero scopo del Family Day, una manifestazione che «non è assolutamente fatta contro qualcuno se non contro il ddl Cirinnà».

GIORGIA MELONI INCINTA: I COMMENTI

L’annuncio della gravidanza di Giorgia Meloni ha subito attirato l’attenzione di Twitter: qualcuno ha fatto notare che la Meloni, non essendo sposata, non incarna il concetto di quella “famiglia tradizionale” scesa in piazza oggi. Ma c’è anche chi, ironicamente, mette in campo quello che si chiama “pensiero laterale” e si chiede: «e ora chi penserà ai Marò?»
LEGGI I COMMENTI:

Un elenco di chi nel Partito Democratico oggi è sceso in piazza contro una legge presentata dal Partito Democratico. A futura memoria. E anche le parole nette di chi ha criticato l'evento
ALESSANDRO D'AMATO
Per non dimenticare domani, è giusto ricordare oggi tutti i parlamentari del Partito Democratico che hanno ritenuto opportuno elogiare o appoggiare il Family Day in corso al Circo Massimo. “La piazza di oggi sia anche un’occasione per rilanciare il dibattito sulle unioni civili, unioni che non possono avere anche l’adozione del figlio del partner”, ha detto ad esempioGiacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd. “I diritti, per tanti versi giusti, non possono comprendere la genitorialità” ha concluso Portas.

Tutti i politici del PD che approvano il Family Day

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Non c’è solo lui. Ascoltate ad esempio cosa ha da dire Giorgio Merlo, dirigente nazionale PD: «La straordinaria manifestazione di Roma del Family Day conferma che le ‘ragioni’ sostenute dai cattolici italiani sulla famiglia naturale non possono essere rubricate ad una battaglia di retroguardia, conservatrice se non addirittura reazionaria o semplicemente contro. Al di là del comportamento dei ‘cattolici professionisti’ e dei ‘baciapile a contratto’, come li definiva con intelligenza ed ironia Mino Martinazzoli alcuni anni fa – presenti ancora oggi tanto nell’Ncd quando nel Pd – una cosa sola è certa: il Parlamento non può aggirare le richieste e le istanze che emergono da questa piazza. E questo non per accogliere una richiesta clericale e confessionale – come sostengono i simpatici ‘baciapile a contratto’ attualmente in Senato dopo un lungo letargo di silenzio politico che ha contribuito a distruggere il cattolicesimo politico – ma perché le ragioni della famiglia sostenute al Family Day rispondono semplicemente a ciò che dice e prevede il dettato costituzionale. Il tutto, come ovvio, senza sminuire, ridurre o indebolire il pieno riconoscimento dei diritti civili che restano decisivi ed essenziali per la stessa qualità della democrazia italiana», conclude Merlo. Poi c’è Raffaella Santi Casali, consigliera comunale renziana del PD a Bologna, che lunedì si è astenuta su un Ordine del Giorno a sostegno delle unioni civili, mentre il gruppo Dem ha votato a favore: «Quella del Family day non è una piazza di destra. Anzi, pensarlo è un grande errore», sostiene replicando su Facebook alle critiche indirizzate a un altro renziano, l’europarlamentare Pd Damiano Zoffoli, che sulla propria bacheca ha pubblicato una sua foto sorridente proprio al Family day. “Sempre per, mai contro”, scrive Zoffoli. E qualcuno gli ricorda che in piazza ci sono associazioni come Casapound. «Pensare che quella piazza sia di destra e’ un grande errore- afferma invece Santi Casali- forse per molti e’ quasi una consolazione… eh sono tutti cattofascisti… Ma non e’ cosi’. In piazza c’e’ un popolo sincero che non va lasciato solo a chi vuole strumentalizzare un sentimento, che pero’ sarebbe superficiale bollare e disprezzare”. E aggiunge: “Ci sono pessime etichette certo, ma c’e’ un popolo a cui importa poco della politica e che non deve essere disprezzato». Santi Casali non ha problemi ad ammettere che sul tema “il Pd è spaccato e non c’è niente di male, perché un grande partito popolare non può avere un pensiero unico sulla vita, la morte e il senso dell’umano. Stralcino i minori e tutti voteranno le unioni».
damiano zoffoli
Damiano Zoffoli al Family Day (Fonte foto: Facebook)

Renziani e cattolici

C’è poi chi non è nel PD ma è nel centrosinistra. “Oggi ho deciso di essere al Circo Massimo alla manifestazione del Family Day perché credo che vada ribadita la centralità della famiglia, come valore portante della società”. Lo afferma in una nota il candidato sindaco del centrosinistra alle primarie per il sindaco di Roma per il Centro Democratico e sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi. “Partecipo al Family Day perché nonostante riconosca la necessità di normare le unioni tra coppie dello stesso sesso, ritengo fondamentale ribadire la mia contrarietà sulla stepchild adoption e sull’utero in affitto – aggiunge -. In ogni caso credo che dovremmo essere uniti su un concetto: i diritti dei bambini, di tutti i bambini, prevalgono sempre. E nei prossimi giorni, presentando il mio programma, lancerò una proposta sugli asili che dia finalmente pari diritti a tutte le mamme e a tutti i bambini, del centro come delle periferie, di disporre di un servizio fondamentale, non solo dal lunedì al venerdì, ma anche il sabato, giorno in cui molte mamme lavorano e non sanno a chi affidare i figli perché gli asili sono chiusi”.
domenico rossi
Foto di Domenico Rossi su Facebook
Infine ascoltate cosa ha da dire Beppe Fioroni, presidente PD della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro: «La possibiltà di arrivare addirittura all’utero in affitto è un crimine contro l’umanità», scrive Fioroni, clamorosamente dimenticando che l’utero in affitto è vietato in Italia e nulla c’entra con questa legge, che non ne parla. E non finisce qui. Perché Fioroni fa anche sapere che in ogni caso “negare a un figlio il suo diritto ad avere una madre e un padre è qualcosa che va contro il comune sentire. Ora – ha aggiunto Fioroni, parlando al Circo Massimo sul ddl Cirinnà – sta al Parlamento valutare e decidere con serenità. Nessuno mette in discussione la possibilità di diritti personali anche agli omosessuali. Ma altra cosa è riconoscere una pluralità di famiglie e disconoscere i diritti dei bambini”.

C’è chi dice no

È giusto anche dar conto di chi invece nel Partito Democratico ha espresso rispetto nei confronti della piazza del Family Day ma ha comunque tenuto il punto. Come ad esempio  il vice-segretario Pd Lorenzo Guerini: “Quando tante persone scendono in piazza per esprimere con civiltà le proprie opinioni è segno che la democrazia è viva. E’ successo oggi come è successo la scorsa settimana. Compito della politica è ascoltare tutti, confrontarsi con tutti e poi assumersi la responsabilità della decisione. Sulle unioni civili c’è e ci sarà un dibattito largo e approfondito e poi il Parlamento voterà”. “Il Pd è determinato ad allargare il campo dei diritti, così come ha già lavorato e continuerà a farlo per promuovere politiche di sostegno alla famiglia, continuando nella strada intrapresa con la riduzione delle tasse alle famiglie italiane (80 euro, cancellazione tassa sulla prima casa), con il bonus bebè, con le misure di contrasto alla povertà”. Dunque, “ricerchiamo un ampio consenso ma siamo altrettanto convinti che è giunto il momento di decidere e lo faremo”. Chiaro anche il renziano Andrea Marcucci: «Rispetto assoluto per il Family day, ma il Parlamento non farà un passo indietro sulle unioni civili. Stiamo approvando un ddl equilibrato – osserva il parlamentare – il Pd sta lavorando per favorire una soluzione ancor più condivisa ma bisogna anche tener conto che l’Italia è fanalino di coda in Europa e che i gruppi parlamentari devono decidere». Altrettanto chiaro, e gli fa onore vista la sua posizione di candidato sindaco alle primarie di Roma Roberto Giachetti: «Il legislatore deve ovviamente tenere conto, e ci mancherebbe, di ciò che si manifesta ma poi deve assumersi la responsabilità di legiferare secondo quelle che sono le proprie convinzioni. Quindi non penso che una manifestazione possa condizionare l’espressione del Parlamento». A margine di un incontro con i cittadini di Casal Monastero, Giachetti ha aggiunto: “È legittimo che manifestino, come è legittimo che io abbia una posizione diversa dalla loro”. Anche il presidente della commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi è netto: «Un importante evento politico allestito davanti a una grandissima platea e sapientemente teatralizzato, così che il messaggio trasmesso abbia una plastica efficacia e determini una potente suggestione. Di conseguenza, al là di come andrà a finire la vicenda parlamentare delle unioni civili, la manifestazione un risultato l’ha già ottenuto. La discussione pubblica ha finito col riproporre, ancora una volta, una falsa rappresentazione delle posizioni in conflitto e delle diverse motivazioni culturali e politiche che le ispirano».

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