sabato 16 gennaio 2016

«Il direttorio del Movimento Cinque Stelle sapeva tutto di Quarto»

M5s: sindaco Quarto da pm per quinto interrogatorio
Nuova deposizione del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo con i magistrati Henry John Woodcock e il procuratore Antimafia
Rosa Capuozzo, il sindaco eletto con il Movimento Cinque Stelle al comune di Quarto, in Campania, torna a deporre presso il Pubblico Ministero Henry John Woodcock e il Procuratore Antimafia Giuseppe Borrelli, e chiarisce la sua posizione: “Dichiarazioni che riteniamo esaustive”, è il commento dei magistrati al termine dell’interrogatorio. Per la prima volta il sindaco scongiura il peggioramento della sua posizione, da testimone a imputato: nella sua deposizione, il primo cittadino di Quarto illustra anche le relazioni fra lei e il direttorio nazionale del Movimento Cinque Stelle. Il referente nazionale, Roberto Fico, era totalmente informato della situazione nel comune campano.

«IL DIRETTORIO DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE SAPEVA TUTTO DI QUARTO»

Sulla Repubblica le ultime da Quarto.
Il direttorio, attraverso Roberto Fico, era informato. Sapeva da mesi dei veleni politici di Quarto. Il deputato e presidente della Vigilanza Rai aveva anche presieduto una riunione dei consiglieri 5 Stelle, nella città flegrea, a ridosso di un importante consiglio comunale. Non uno, ma più contatti. Rosa Capuozzo, sindaco della città flegrea travolta dall’inchiesta dell’Antimafia di Napoli, modifica la sua versione nella sesta deposizione di giovedì in Procura: un appuntamento che avrebbe potuto, in teoria, trasformare la sua posizione da testimone a indagata. Pericolo scongiurato. Il primo cittadino “colma” quei vuoti che aveva lasciato sospesi. Viene spinta a ripercorrere e spiegare il senso di quelle intercettazioni depositate agli atti sui momenti più tesi e inquietanti della vicenda ricatto e “infiltrazioni camorristiche”, inizialmente tenute sottotraccia. E stavolta snocciola nomi e date. Indica i profili di consulenti o tecnici che le venivano suggeriti dall’area grigia. Racconta dei suoi contatti con tutti gli esponenti grillini, e quindi anche con il suo riferimento nazionale Fico. Un retroscena che rimbalza da Quarto, dalle quinte di un Palazzo ormai sempre più in bilico, e coincide perfettamente con quell’unica frase strappata l’altra sera al procuratore antimafia Giuseppe Borrelli. Che dice: «La teste ha fornito risposte che riteniamo esaustive ». Valutazione mai espressa in precedenza.
Nel colloquio fra la Capuozzo e i pubblici ministeri si dettagliano sia le vicende interne al Comune di Quarto, sia i rapporti col livello nazionale del Movimento.

LEGGI ANCHE: Quarto, le intercettazioni di Rosa Capuozzo

Da un lato, si sofferma sulla sostanza delle pressioni esercitate dal suo ex consigliere 5 Stelle Giovanni De Robbio, al fine di ottenere una serie di nomine (assessori, consulenti e professionisti) ai vari livelli del Comune e per la predisposizione del Puc, il Piano urbanistico. È lo stesso Piano di cui il sindaco dice, in un’intercettazione: «Su quel Puc ci sono interessi enormi». Dall’altro lato, la Capuozzo affronta il merito e la frequenza dei rapporti tenuti con il livello nazionale del Movimento, in particolare con il deputato Fico, il parlamentare “dedicato” a quella fetta di territorio. E non a caso, in virtù di quel legame, già sentito dalla Procura come teste. Una deposizione su cui Fico aveva precisato con Repubblica: «Ho chiarito alcuni aspetti relativi alle regole del Movimento. Attendo fiducioso l’esito delle indagini, prima del quale non intendo esprimermi se non dichiarando che io, come tutto il M5S, ci riteniamo persone offese dai fatti, così come contestati ad oggi a De Robbio». Ma il sindaco avrebbe raccontato ai pm di quella riunione di consiglieri 5 Stelle, che si svolse alla presenza di Fico, mesi fa: proprio mentre infuriavano contrasti e lotte intestine per la nomina di assessori e consulenti, oltre che per l’arrivo in Comune di quei funzionari “sovra ordinati” che la stessa Capuozzo voleva come garanzia di controllo degli atti, e che non piacevano per nulla a De Robbio. Un clima feroce regnava al livello territoriale, e lì si innesta anche la tentata estorsione che De Robbio avrebbe imbastito ai danni della Capuozzo, sulla vicenda dell’abuso edilizio contestato al marito del sindaco. Il racconto, stavolta, convince la Procura Distrettuale antimafia. Che su Quarto, e sui rapporti tra imprese para-mafiose e clan Polverino, non ha mai abbassato la guardia.

Matteo Renzi: "Licenziamenti in 48 ore? Non capisco la polemica dei sindacati. L'Italia non si fa telecomandare dall'Europa"

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MATTEO RENZI

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"Non capisco le polemiche dei sindacati dopo che abbiamo detto che chi viene sorpreso a timbrare il cartellino e andare via deve essere licenziato in 48 ore". Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla Reggia di Casertaa proposito della norma che il governo vorrebbe introdurre nel prossimo consiglio dei ministri.
"Finché la P.a. non sarà un esempio straordinario in tutto il mondo - lo è già, in alcuni casi - noi non saremo mai liberi da attacchi. Il che significa investire tante risorse ma anche valorizzare le donne e gli uomini che lavorano nella P.a.".
Renzi è quindi tornato sulla polemica con l'Europa che ha tenuto banco ieri.""L'Europa non può essere soltanto
un pacchetto di regole che ci troviamo a dover seguire, è un grande ideale o non è. E' il tentativo di fare di questa parte del mondo un faro di civiltà e bellezza e non un'accozzaglia di regolamenti", ha detto, aggiungendo che "L'Italia deve farsi sentire e far capire, con la gentilezza che le è propria, che è finito il tempo in cui ci telecomandavano da fuori".

Rosa Capuozzo ai pm: "Ho detto tutto a Roberto Fico, M5s sapeva". La replica: "Ero a conoscenza di contrasti, non di ricatti"

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ROSA CAPUOZZOmmento
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Il direttorio M5s, attraverso Roberto Fico, era a conoscenza di tutte le pressioni subite dal sindaco di Quarto Rosa Capuozzo. È questa la versione fornita dai magistrati dalla stessa Capuozzo secondo quanto riporta oggi Repubblica, che riferisce come il deputato e presidente della Vigilanza Rai avrebbe "presieduto una riunione dei consiglieri 5 stelle, nella città flegrea, a ridosso di un importante consiglio comunale. Non uno ma più contatti".
Rosa Capuozzo, sindaco della città flegrea travolta dall'inchiesta dell'Antimafia di Napoli, modifica la sua versione nella sesta deposizione di giovedì in Procura (..). Un appuntamento che colma quei vuoti che aveva lasciato sospesi. Viene spinta a ripercorrere e spiegare il senso di quelle intercettazioni depositate agli atti nei momenti più tesi e inquietanti della vicenda ricatto e "infiltrazioni camorristiche", inizialmente tenute sottotraccia. E stavolta snocciola nomi e date. Indica i profili di consulenti o tecnici che le venivano suggerite nell'area grigia. Racconta dei suoi contatti con tutti gli esponenti grillini, e quindi anche anche con il suo riferimento nazionale Roberto Fico.
In serata arriva la replica di Fico. "Non ero a conoscenza di nessun ricatto, minaccia, estorsione da parte di De Robbio", ha scritto su Facebook. Si tratta, da parte dei giornali, scrive l'esponente M5s, solo di un "vergognoso taglia e cuci, mischiando, modificando e riportando - con titoli ad effetto fuorvianti - sommariamente la verità per buttare fango e magari vendere qualche copia in più". Quello che raccontano "sono chiacchiere da bar prive di fondamento", sottolinea. "Erano note le divergenze e i contrasti politici (contrasti, non minacce) tra De Robbio e il sindaco Capuozzo. Per questo motivo sono stato invitato ad intervenire ad una riunione del gruppo consiliare M5S e ho partecipato alla prima parte di questo incontro a luglio"

Il popolo del partito del presepe.

minaccia-jacopo
15/01/2016 | by Gianfranco Mascia
Iacopo distrugge Salvini che gli cancella il commento. Ma il ragazzo disabile riceve insulti e minacce di morte dai fan del leghista
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Tra i commentatori c’è chi difende il ragazzo disabile , cliccando “Mi piace” al suo commento, in moltissimi però lo offendono, arrivando a minacciarlo di morte e scrivendo insulti sulla sua condizione fisica. Poi Salvini, o chi gli gestisce la pagina, pensa bene di cancellare il commento di Jacopo al suo post e tutti gli insulti. 


Iacopo Melio, è il ragazzo disabile che ha lanciato la campagna #Vorreiprendereiltreno, per sensibilizzare l’abbattimento delle barriere architettoniche nella mobilità pubblica.  Ieri ha commentato un post del segretario della Lega contro il Kamikaze di Instanbul.
“Il Kamikaze che ha fatto 10 morti a Istanbul era un 27enne siriano, entrato come “profugo”, che aveva chiesto asilo politico. Intanto in Italia continua ad entrare chiunque…”, scrive Matteo Salvini.
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“Lei continua a fare “sciacallaggio” su certi tristi avvenimenti, frutto della pazzia umana che può riguardare tutti indistintamente e non per forza derivanti dalla religione o dall’immigrazione… Pur di fare campagna elettorale“ gli risponde Iacopo Melio.
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E aggiunge provocatoriamente : “Facciamo uscire dall’Italia i delinquenti, ma anche i socialmente inutili, tipo i politici che anziché lavorare passano le ore sui social a fare terrorismo psicologico. Che dice?” e poi corregge il leader della Lega: “Comunque, per la cronaca, il ragazzo in questione non era siriano ma saudita, e semplicemente proveniva dalla Siria. Ma non col barcone, in aereo“.
Sulla pagina di Salvini si scatena un putiferio e la risposta del ragazzo raggiunge più di 3.000 “Mi piace”. Tra i commentatori c’è chi lo difende, cliccando “Mi piace” al suo commento, in moltissimi però lo offendono, arrivando a minacciarlo di morte e scrivendo insulti sulla sua condizione fisica.
Poi Salvini, o chi gli gestisce la pagina, pensa bene di cancellare il commento di Iacopo al suo post e tutti gli insulti.
Infine il promotore della campagna #Vorreiprendereiltreno, mette sulla sua bacheca una delle minacce di morte ricevuta e chiude da gran signore  “grazie alle MIGLIAIA di persone che mi hanno scritto commenti o messaggi di sostegno. Andiamo avanti, contro ogni barriera culturale”.
minaccia-jacopo

venerdì 15 gennaio 2016

Secondo Salvini Renzi prende ordini dalla Merkel e da Juncker. A me non sembra proprio. Voi che dite???????

Juncker attacca Renzi che risponde: 'Non ci facciamo intimidire'

Premier, "Flessibilità dall'Ue solo dopo molte insistenze da parte dell'Italia", avrebbe sottolineato il premier

"Non ci facciamo intimidire. L'Italia merita rispetto". Così replica Matteo Renzi a Jean Claude Juncker, in un'intervista al tg5 anticipata su Twitter da Clemente Mimun. "Flessibilità dall'Ue solo dopo molte insistenze da parte dell'Italia", avrebbe sottolineato il premier.

"L'Italia ha fatto le riforme - ha spiegato Renzi in un'intervista che andrà in onda al Tg5 delle 20 - e quindi il tempo in cui si poteva telecomandare la linea da Bruxelles a Roma è finito". E, comunque "è finito il tempo in cui si andava con il cappello in mano".
Juncker ha detto che è stata la Commissione a affermare la flessibilità. "Vero, verissimo. Dopo il lavoro del semestre italiano la Commissione ha accolto il principio di flessibilità annuale pari al massimo all'1% di Pil. L'Italia sta dentro queste regole, avendo richiesto lo 0,8%. Noi continuiamo a rispettare le regole che devono valere per tutti. E sappiamo che il presidente Juncker è stato eletto sulla base di un accordo politico, che comprendeva flessibilità e investimenti. Noi non abbiamo cambiato idea". Lo scrive Renzi.

Il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker aveva attaccato il premier Matteo Renzi. "Ha torto a vilipendere la commissione Ue", ha detto Juncker. E ancora: probabilmente "a fine febbraio mi recherò in Italia, perché l'atmosfera tra l'Italia e la Commissione non è delle migliori". Juncker ha parlato nella conferenza di inizio anno a Bruxelles. La replica arriva dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che spiega che da parte dell'Italia non c'è nessuna volontà di offesa.
"Esito sempre - ha detto Juncker - a esprimermi con lo stesso vigore con cui Renzi si rivolge a me, perché non aggiusta sempre le cose". "Ritengo che il primo ministro italiano, che amo molto, abbia torto a vilipendere la Commissione a ogni occasione, non vedo perché lo faccia" perché "l'Italia a dir la verità non dovrebbe criticarla troppo" in quanto "noi abbiamo introdotto flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri che molti dicono dominare l'Europa". "Sono stato molto sorpreso - ha proseguito - che alla fine del semestre di presidenza italiana Renzi abbia detto davanti al Parlamento che è stato lui ad aver introdotto la flessibilità, perché sono stato io, io sono stato".  "Su questo - ha aggiunto - voglio che ci si attenga alla realtà". "Io mi tengo il mio rancore in tasca, ma non crediate che sia ingenuo", ha detto ancora. 
"Ho difficoltà a capire la riserva stupefacente dell'Italia a finanziare i 3 miliardi alla Turchia, perché questi non vanno alla Turchia stessa ma per i rifugiati siriani in Turchia", ha aggiunto.
La replica di Padoan - "Da parte del governo italiano non c'è nessuna volontà di offesa, ma atteggiamento costruttivo". Così il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan replica a Jean Claude Juncker a Bruxelles.  "Sulla flessibilità è evidente che è stata la Commissione Ue a introdurla con la comunicazione sulla flessibilità, ma ricordo che si è arrivati là con il dibattito che è stato sviluppato durante il semestre di presidenza italiana". "L'Italia dà pieno sostegno all'azione di supporto ala Turchia per la gestione dei flussi migratori", l'Italia "non blocca niente ma quello che consideriamo da chiarire è se ancora c'è spazio dal budget europeo in modo che quei 3 mld siano pienamente coperti senza usare contributi degli Stati".

Il rapporto tra Ue e Italia è "un rapporto tra un Governo di uno dei principali Paesi dell'Ue che si confronta in modo aperto e franco con la Commissione, avendo in mente che vogliamo rafforzare l'Ue ma allo stesso tempo che abbiamo diritti equivalenti a quelli di altri e intendiamo farci ascoltare": così il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan sintetizza l'azione dell'Italia in Europa.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...