sabato 29 agosto 2015

Ci vuole uno stomaco per essere razzisti nei confronti di questi poveri disgraziati.

Austria, altro camion con migranti: anche 3 bimbi gravi

VIENNA – Un camion con a bordo 26 profughi a bordo è stato fermato in Austria, nel distretto di Braunau. Tra i ventisei migranti ci sono anche tre bimbi in gravi condizioni a causa della disidratazione.
L’autista, di nazionalità romena, è stato arrestato. I profughi provengono da Siria, Afghanistan e Bangladesh. 
Si tratta del secondo episodio del genere in pochi giorni: giovedì sempre in Austria era stato trovato parcheggiato lungo una strada un camion frigo abbandonato. A bordo la polizia ha trovato i corpi ormai in decomposizione di 71 migranti, tra cui donne e bambini.

GRECIA: MIGRANTE DI 15 ANNI MORTO – In Grecia, invece, a bordo di uno yacht usato per trasportare profughi è stato trovato un ragazzino di 15 anni morto per asfissia. Il battello, con a bordo 59 migranti, è stato fermato davanti all’isola di Simi da una nave dell’operazione Frontex, dopo aver cercato di speronare il vascello dei militari.

Arriva oggi la notizia che il comitato è talmente spontaneo che per fare più in fretta hanno preso tutti i membri romani di Casapound.

Il «comitato spontaneo» di Borghezio con i «Romani per Roma»


“Domani alle 11 presso Piazza di Pietra 65, Mario Borghezio presenterà un comitato spontaneo di cittadini ed associazioni denominato ‘Romani per Roma’. Il comitato vuole essere un aggregatore di associazioni, comitati spontanei di cittadini, esponenti delle categorie del lavoro e della produzione, esponenti dei sindacati delle forze dell’ordine, uniti nella volontà di liberare Roma dalle camarille partitiche e dalle lobby affaristiche legate alla criminalità”. Lo rende noto la Lega Nord. “Sono convinto – dichiara Borghezio – che i Romani non berranno l’ennesima favola della ‘pulizia’ di Roma affidata a esponenti di partiti e burocrazie che in tutti questi anni li hanno lasciati alla mercé di ladri politici, criminali comuni ed ogni genere di mafie. Il repulisti di Roma – sottolinea Borghezio – potrà avvenire solo con un totale rinnovamento della classe politica, mandando a casa i riciclati e al più presto in galera tutti i corrotti”. “Insieme ad alcuni esponenti dei comitati Borghezio si recherà oggi pomeriggio in visita in alcuni presidi di polizia nei quartieri (Romanina, Tuscolano etc.) recentemente emersi come santuari del controllo territoriale delle neomafie”, conclude la nota

Riceviamo e pubblichiamo. L'Europa inizia a muoversi sul serio.

Francia, dopo l'attentato sul Thalys i ministri europei "blindano" i treni: biglietti nominativi e "deroghe" a Shengen

Pubblicato: Aggiornato: 
Stampa
Alla stazione come in aeroporto, biglietti nominativi e check in dei bagagli prima di imbarcarsi: i ministri di otto Paesi europei più la Svizzera, riuniti a Parigi per discutere di sicurezza ferroviaria dopo l'attacco al Thalys Amsterdam-Parigi del 21 agosto, hanno deciso di intensificare le misure di sicurezza già esistenti e di mettere in cantiere il biglietto nominativo per i lunghi percorsi.
Ma - ha sottolineato Graziano Delrio, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che rappresentava l'Italia insieme con il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico - "Schengen non si tocca, perché la libera circolazione delle persone è una scelta di civiltà".
Erano una ventina i ministri europei riuniti oggi pomeriggio a place Beauvau, sede del ministero dell'Interno francese, attorno a Bernard Cazeneuve, il titolare dell'Interno francese che aveva lanciato l'iniziativa. Nel comunicato finale hanno chiesto un rafforzamento della pattuglie miste, che già sono operanti a livello transfrontaliero, ed hanno lanciato alcuni appelli: alla Commissione europea (presenti oggi i commissari per gli Affari interni, Dimitris Avramoboulos e quella per i Trasporti, Violeta Bulc) per rafforzare le norme contro le armi da fuoco; ai servizi di informazione dei Paesi membri ad intensificare quanto possibile la loro cooperazione.
Per i rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Svizzera, è altresì "indispensabile procedere ad operazioni di controllo simultanee e coordinate su tratte mirate", secondo quanto riassunto al termine dei lavori da Cazeneuve. Il quale ha lasciato capire che nel corso dei lavori si è parlato anche di come intervenire su questi percorsi considerati particolarmente a rischio. Su di una di queste non ci sono evidentemente dubbi: Amsterdam-Bruxelles-Parigi, la tratta ad alta velocità dove il 21 agosto scorso, il marocchino Ayoub el Khazzani, è stato neutralizzato in un vagone del Thalys dopo aver fatto fuoco con un Kalashnikov ed aver ferito diverse persone.
L'aggressore a terra durante l'arresto
Il ministro francese ha parlato a più riprese di "determinazione" a utilizzare "tutti i sistemi di informazione" di Schengen oltre che a garantire la libera circolazione. E' in gioco la sicurezza dei viaggiatori, dei cittadini "e il nostro stato di diritto", ha aggiunto. E' "una minaccia inedita che tenta di attaccare i nostri valori". Ci saranno "più controlli di identità e dei bagagli nelle stazioni" ma anche sui treni "ovunque sia necessario". Più pattuglie miste sui convogli transfrontalieri, biglietti nominativi e - allo stadio di ipotesi - possibilità di autorizzare gli agenti della polizia ferroviaria a consultare direttamente le banche dati di Schengen con le informazioni sulle persone.
Per Delrio, in vista di questi controlli rafforzati, l'Italia è "sulla strada e sull'esperienza di altri Paesi" dopo il varo dei "controlli agli accessi ai binari grazie ai varchi". "Dobbiamo però fare qualche passo in più - ha aggiunto - perché come abbiamo visto, i pericoli esistono. C'è da oggi un'attenzione maggiore rispetto al passato, c'è bisogno di arrivare rapidamente ad alcune decisioni più forti in Europa".
Uno dei feriti esce dalla stazione di Arras e viene portato in ospedale:

Quando sentire ancora Salvini dichiarare che chi vuole salvare i migranti se li porti a casa sua oltre a rispondere con il bellissimo post di Cecilia Strada aggiungete anche:" Ci porteremo a casa i migranti quando il tutto stipendio non lo prenderai da tutti gli italiani ma solo da quelli che sono ignoranti ( nel senso proprio di ignorare) come te". A me fa un po' senso l'idea che anche un centesimo delle mie tasse debba servire a mantenere uno che non ha mai lavorato.

http://www.meltybuzz.it/cecilia-strada-vs-matteo-salvini-la-polemica-sui-migranti-infiamma-i-social-galerie-70470-2722337.html

Fatou Diome dans Ce soir (ou jamais!) - L'essentiel

Prendo da Facebook una intervista bellissima pubblicata da una ragazza di Minori che vive a Bruxelles. E' proprio vero che i migliori hanno lasciato Minori. Sconsigliata la visione a tutti i leghisti che parlano padano.



https://youtu.be/xgZ0LcMUghA

È già! Questi sono tutti bianchi italianissimi. Non sono immigrati quindi va bene che vadano a sniffare davanti a bambini e persone che passano da lì. Prima gli italiani!

shadow carousel
icon bullet
  • È l’una di notte in via della Chiesa. Si sentono gli schiamazzi di un gruppo di giovani. Non è una novità per i residenti, che da anni convivono con la movida molesta. Ma stavolta la scena è immortalata dalle foto di uno degli abitanti: tre ragazzi, due ragazze si fermano davanti a una delle poche macchine rimaste parcheggiate in una notte di pulizia della strada. Sistemano della polvere bianca sul tetto dell’auto, la dividono in strisce con una tessera sanitaria, arrotolano un pezzo di carta e sniffano.
    Sono italiani. Sotto un lampione, in piena vista, spavaldi, sniffano una sostanza che sembra essere cocaina. Potrebbe non esserlo, ma è difficile che si tratti di bicarbonato. L’uomo che li immortala pubblica le foto su un noto social network. Ma poche ore dopo è costretto a cancellarle, perché viene travolto da commenti allusivi, contestazioni per una presunta violazioni della privacy degli sniffatori sulla pubblica via, minacce velate: «Come potrai vedere sono del nostro mondo — si legge in un commento — Se poi sta girando come penso questa foto molto probabilmente riceverai loro notizie». L’uomo che ha scattato le foto, raggiunto telefonicamente, mette le mani avanti: «No, oltre a quelle allusioni non ho ricevuto messaggi o telefonate con minacce esplicite — dice — Ma mi fa specie una cosa: se si fosse trattato di stranieri, tutti li avrebbero presi di mira; ma visto che si tratta di “nostri”, allora in tanti si fanno venire gli scrupoli, tirano fuori i “però”». (Claudio Bozza, Giulio Gori)
1 / 4
È l’una di notte in via della Chiesa. Si sentono gli schiamazzi di un gruppo di giovani. Non è una novità per i residenti, che da anni convivono con la movida molesta. Ma stavolta la scena è immortalata dalle foto di uno degli abitanti: tre ragazzi, due ragazze si fermano davanti a una delle poche macchine rimaste parcheggiate in una notte di pulizia della strada. Sistemano della polvere bianca sul tetto dell’auto, la dividono in strisce con una tessera sanitaria, arrotolano un pezzo di carta e sniffano.
Sono italiani. Sotto un lampione, in piena vista, spavaldi, sniffano una sostanza che sembra essere cocaina. Potrebbe non esserlo, ma è difficile che si tratti di bicarbonato. L’uomo che li immortala pubblica le foto su un noto social network. Ma poche ore dopo è costretto a cancellarle, perché viene travolto da commenti allusivi, contestazioni per una presunta violazioni della privacy degli sniffatori sulla pubblica via, minacce velate: «Come potrai vedere sono del nostro mondo — si legge in un commento — Se poi sta girando come penso questa foto molto probabilmente riceverai loro notizie». L’uomo che ha scattato le foto, raggiunto telefonicamente, mette le mani avanti: «No, oltre a quelle allusioni non ho ricevuto messaggi o telefonate con minacce esplicite — dice — Ma mi fa specie una cosa: se si fosse trattato di stranieri, tutti li avrebbero presi di mira; ma visto che si tratta di “nostri”, allora in tanti si fanno venire gli scrupoli, tirano fuori i “però”». (Claudio Bozza, Giulio Gori)

Foto choc dall’Oltrarno, ore una: la sniffata di gruppo

DOPO AVER LETTO QUESTO ARTICOLO MI SENTO...

 
PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE
caratteri rimanenti: 500
 
INVIA

CONTRIBUTI0

VOTODATA

D'Alema é il candidato sicuro per far vincere Salvini e Grillo alle elezioni. Assomiglia molto ai candidati PD d i Voghera che riusciranno a far eleggere in comune anche i nipoti di Barbieri.

D’Alema si scaglia contro Renzi: «Sputa sul passato». Lotti: «Sfidalo alle primarie»

28/08/2015 - di 

Dal palco della Festa dell'Unità l'ex "leader maximo" ha lanciato l'affondo contro il segretario

D'Alema si scaglia contro Renzi: «Sputa sul passato». Lotti: «Sfidalo alle primarie»
Non nomina mai il segretario Renzi, ma è lui il bersaglio del suo attacco. Dal palco della Festa dell’Unità nazionale, il ritorno pubblico dell’ex leader maximo Massimo D’Alemacoincide con un affondo diretto a Palazzo Chigi, con il premier accusato per aver messo sullo stesso piano berlusconismo e antiberlusconismo al meeting di Cl«Non è vero che l’Italia è stata è stata bloccata per un ventennio da questa battaglia. Alcune delle politiche dell’Ulivo sono ancora dei punti di riferimento. Non dico che bisogna sempre ispirarsi al passato ma nemmeno sputarci sopra per far finta di essere grandi». L’impressione è che le critiche dell’ex presidente del Consiglio diano avvio al redde rationem di autunno in casa Pd, con la minoranza dem già pronta alla resistenza parlamentare sulle riforme costituzionali a settembre al Senato.
merkel antipatica
D’Alema

D’ALEMA CONTRO RENZI -

Le due anime dem, la nuova leva renziana e l’ex Ditta, si sopportano a fatica ormai da troppo tempo, con l’incubo perenne della scissione. E D’Alema non nasconde come il futuro del partito sia ancora tutto da scrivere, evocando un «bivio» di fronte al quale si troverà presto. Si legge su Repubblica:
«La scelta, sostiene, è tra «l’abbraccio mortale» con le «forze conservatrici» o il tentativo di «ricostruire una prospettiva di centrosinistra».
Tradotto, in casa dem bisognerà presto scegliere da che parte stare. O con la stampella di Verdini, Alfano e Casini per costruire il partito della Nazione senza la sinistra dem. O con le minoranza e le sinistre per provare a ricostruire un centrosinistra largo. Ma non solo: D’Alema chiede conto ai vertici renziani anche della flessione in termini di consensi avuta dal Pd alle ultime elezioni Regionali e amministrative:
«È contestando la visione di un Pd che esercita una leadership europea, però, che affonda: «Sono lieto che il Pd sia il primo partito progressista,ma dal 41% i sondaggi ci danno oggi al 30%: ci siamo persi per strada 2 milioni di elettori, qualcosa sarà successo».
Accuse che hanno scatenato i pretoriani dell’ortodossia renziana. Con il sottosegretario  alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, che ha replicato a D’Alema con toni sarcastici quasi a voler sbeffeggiare l’ex leader: «Reduce da felici circumnavigazioni estive l’onorevole presidente D’Alema sostiene che il Pd abbia perso 2 milioni. Ma se alle elezioni del 2013 il partito a guida Bersani ha preso il 25.2%, nel 2014 con Renzi è arrivato al 40.8%». Con tanto di provocazione: se D’Alema «ritiene di poter fare meglio avrà la possibilità di candidarsi nel congresso del 2017. Lo attendiamo impazienti per un confronto con gli iscritti e con i partecipanti alle primarie. Fino a quel momento parlano i fatti. Con buona pace dell’onorevole D’Alema, diciamo», ripetendo il tipico intercalare (“diciamo”, ndr) dello stesso ex premier.
Soltanto l’antipasto di quello che potrebbe avvenire in Parlamento a settembre, tra renziani e minoranze. Ormai pronte alla resa dei conti.

Ex leghista albergatore di Bormio vs Salvini e Santanchè

Una bella riflessione da un giornalista della rinata Unità.

Emozione e rabbia

Immigrazione
+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Oltre 700 migranti sono stati soccorsi in diverse operazioni nel Canale di Sicilia dalla neve Bourbon Argos di Medici senza Frontiere. A bordo ci sono inoltre circa 30 bambini e 150 donne, molte delle quali incinte. La maggior parte dei profughi sono famiglie di origine siriana con diversi bambini.
ANSA/FRANCESCO ZIZOLA-MEDICI SENZA FRONTIERE
Si dice che dovremmo ridurre l’umanità a statistica e limitarci alla contabilità delle vittime. Invece l’emozione è fortissima, come la rabbia
Si dice che noi giornalisti dovremmo farci il callo, imparare ad essere di ghiaccio di fronte alle condizioni degli sbarcati nella dolce terra d’Italia e ai cadaveri trascinati in fondo al mare, che dovremmo bendare le emozioni davanti al nostro Cuore di Tenebra, far finta che non esistano nomi delle loro terre, lingue, storie personali. Ridurre, insomma, l’umanità a statistica e limitarci alla contabilità delle vittime. Invece l’emozione è fortissima, come la rabbia. È dolorosa sulle piaghe di una terribile quotidiana sequenza di naufragi che sono veri e propri omicidi impuniti compiuti da negrieri e schiavisti della modernità.
Chi deve intervenire – Onu, Nato, Europa – da tempo se ne lava le mani. E altri 200 annegati nella bara del Mediterraneo, la “strada” più mortale del mondo, allungano la lista a 21.439 bambini, donne e uomini sepolti in mare in 25 anni. Tanti anni fa, al tramonto, mi trovai davanti ad un cargo battente bandiera coreana nel porto di Marina di Carrara.
Nemmeno il crepuscolo oscuro riusciva a nascondere un container maleodorante. E nemmeno lo stomaco reggeva la scena del cadavere disidratato di un ragazzino nudo, rimasto intrappolato dentro la bara di metallo. Mi colpì un particolare: le unghie consumate a sangue. Per quanti giorni le ha torturate provando ad aprire a mani nude il portellone? Si chiamava Khaled, lo aspettava suo fratello operaio in una fonderia di Sassuolo. Ci incontrammo, mi raccontò che per quella tragica via di fuga aveva pagato a marinai corrotti mille dollari, e tra le poche cose che riuscì a recuperare c’era un piccolo registratore portatile con dentro un nastro musicale ma con brevi registrazioni di frasi sempre più sconnesse e richieste disperate durante la lunga agonia nel buio dell’acciaio. Pensavo fosse finita lì. Invece era solo l’inizio. Bisogna ancora imparare a capire nel 2015 cosa si prova a morire in 71 sigillati dentro un Tir, spinti verso il panico e i territori dell’angoscia.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...