sabato 6 dicembre 2014

Le persone che circondano la Gelmini sono come lei. Presumo che gli ispettori tecnici da lei no minati siano pari all'idraulico al quale ha dato laconsulenza. E questi soggetti parlano di moralità.



Pirellone, così l'idraulico-autista della Gelmini ottenne una consulenza da 22mila euro

Dopo aver scoperchiato la Parentopoli della Regione Lombardia, l'inchiesta della Procura di Milano svela come i destinatari del denaro pubblico abbiano incassato soldi senza aver svolto nulla

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C’è la consulenza da 3mila euro al mese a un idraulico che ha il solo merito di essere l’autista dell’ex ministro Mariastella Gelmini. C’è il contratto a una ragazzina appena maggiorenne, figliastra dell’ex consigliere regionale Angelo Giammario, che non ricorda di aver firmato nulla. C’è il gommista che incassa oltre 23mila euro come rimborso spese per la sua attività di segretario dell’Udc di Bergamo, grazie alla generosità dell’ex assessore regionale Mario Scotti.

E poi c’è un politico di An, Luca Daniel Ferrazzi, eletto nella lista Maroni Presidente, che concede la consulenza a una ex commessa e poi, mese dopo mese, si fa dare indietro i soldi in contanti. L’inchiesta sulle consulenze facili in Regione Lombardia, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, non finisce di regalare sorprese. E dopo aver scoperchiato la Parentopoli del Pirellone, con gli incarichi che finivano a figli, sorelle, mariti e fidanzati, svela come i destinatari del denaro pubblico abbiano incassato soldi senza aver svolto nulla. E spesso senza nemmeno sapere cosa firmavano.

Il contratto alla liceale. È il caso di Michelle Cattini, 18 anni e 9 mesi quando ottiene una consulenza in Regione dal consigliere pdl Angelo Giammario. Il politico ha sposato in seconde nozze la madre della ragazza, che davanti agli uomini del nucleo di polizia tributaria sembra non sapere nulla dell’incarico. «Riconosco la firma come la mia — dice — ma ribadisco di non aver lavorato con la Regione. Alla data della stipula frequentavo il quinto anno del liceo classico». Poi gli investigatori invitano la ragazza a guardare meglio il contratto. «Non mi sembra di averlo mai sottoscritto né letto. Questa è la prima volta che lo vedo nonostante la firma apposta in calce sia la mia». Il mistero sarà forse risolto dal patrigno, che dovrà rispondere di truffa nel processo.

L’autista della Gelmini. Ugo Fornasari è un idraulico con licenza elementare di Cacinato (Brescia). Eppure è riuscito a spuntare un ricco mensile da 3mila 500 euro dalla Regione dal gennaio al giugno 2008: 22mila 200 euro in totale. Fornasari, però, non è un idraulico qualunque: ha un ex ministro per amica. «Dal 2005 al 2008 — dice ai pm a marzo — ho svolto la mansione di collaboratore dell’allora consigliere regionale Mariastella Gelmini (che non è indagata). La conosco da molto tempo in quanto è un’amica di famiglia. Intorno al '94 mi ha proposto di lavorare in Regione, nel suo ufficio. Facevo l’autista dal suo paese nel bresciano fino al Pirellone». Sulla sua consulenza su “materie attinenti l’area territoriale”, per cui è indagato l’ex capogruppo pdl Paolo Valentini, Fornasari non ricorda molto. «Non sono in grado di chiarire a cosa possa riferirsi l’oggetto del contratto. Ho firmato senza conoscere il contenuto. Ribadisco che la mia attività prevalente era quella di autista della Gelmini».

Il gommista esperto di case. Diplomato segretario d’azienda, autotrasportatore da giovane, poi gommista, Sergio Boschetti, sessant'anni, ex segretario provinciale dell’Udc di Bergamo, ha ottenuto nel 2008 tre contratti dall’allora assessore alla Casa, Mario Scotti, ora indagato per truffa, per un totale di 23mila euro. «Ricordo — dice in Procura — che le somme che mi venivano bonificate sul mio conto erano erogate per finanziare le spese che sopportavo come segretario dell’Udc». Anche se l’oggetto dei contratti faceva riferimento alle “problematiche sull’edilizia residenziale pubblica”.

I contanti per Ferrazzi. Graziella Caruso, ex commessa, ha avuto due contratti in Regione. Col primo, 25mila euro l’anno, «lavoravo regolarmente in ufficio». Col secondo, 28mila euro nel 2010, «non ho svolto nessuna attività, perché il compenso che ricevevo sul mio conto corrente non è mai stato da me utilizzato. Prelevavo in contanti i soldi e li portavo all’assessore Luca Ferrazzi presso il suo ufficio di Gallarate». Racconta la donna, allora 29enne, di aver ricevuto una telefonata da Ferrazzi, indagato per truffa, eletto nel listino di Maroni. «Mi invitò a un incontro. Lì mi chiese un favore, adducendo che il partito, An, aveva necessità di soldi. Mi riferì che vi erano dei soldi della Regione da utilizzare e che era un peccato perderli — continua la donna — A quel punto mi chiese esplicitamente di sottoscrivere un contratto di collaborazione con la Regione per 1.000 euro al mese e che successivamente avrei dovuto consegnare il contante nelle mani dello stesso Ferrazzi».

Riceviamo e pubblichiamo.

Senato, l’ex M5s Anitori passa ad Area popolare: “Sosterrò il governo Renzi”

Senato, l’ex M5s Anitori passa ad Area popolare: “Sosterrò il governo Renzi”
Politica & Palazzo

La parlamentare eletta nel Lazio aveva lasciato il gruppo 5 stelle a Palazzo Madama a giugno 2013 e ora annuncia l'adesione alla nuova formazione che unisce Ncd, Udc, Popolari per l'Italia e Scelta Civica
Dal Movimento 5 stelle ad Angelino Alfano. L’ex senatrice M5s Fabiola Anitori ha annunciato la sua adesione al nuovo gruppo “Area popolare” che da qualche giorno riunisce a Camera e Senato i parlamentari di Ncd, Udc, Popolari per l’Italia e “Sono convinta della scelta”, ha dichiarato, “anche per dare un sostegno forte al governo e alla sua azione riformatrice. Nella certezza che in questo progetto politico, potrò finalmente dare voce alle istanze del territorio e dei cittadini che rappresento e intendo continuare a rappresentare, portando avanti le idee e i principi in cui credo”.
Anitori era stata eletta alle elezioni del 2013 nel Lazio con il M5S da cui si era distaccata volontariamente, iscrivendosi al gruppo Misto di palazzo Madama e votando poi la fiducia al governo guidato da Enrico Letta. La parlamentare aveva lasciato i 5 stelle a fine giugno 2013, dopo le prime espulsioni di Marino Mastrangeli e Adele Gambaro e l’addio di Paola De Pin. “Non riconosco più”, aveva detto, “l’impostazione iniziale del Movimento che è diventato proprio quel partito personale dallo stesso tanto criticato, con un sistema feudale di fedeltà che respinge o espelle chi dissente, chi non si allinea”.
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I senatori 5 stelle espulsi o fuoriusciti dal Movimento attualmente si trovano nel gruppo misto e dopo le prime ipotesi di un gruppo insieme sono ancora molto frammentati. Laura Bignami, Maurizio Romani, Bartolomeo Pepe e Maria Mussini hanno formato il Movimento X; Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella invece hanno creato “Italia lavori in corso“; Lorenzo Battista è entrato nel gruppo Per le autonomie. Paola De Pin, Adele Gambaro, Luis Alberto Orellana, Cristina De Pietro, Monica Casaletto e Alessandra Bencini non hanno aderito ad altri gruppi.
“L’adesione della senatrice Anitori”, ha commentato il presidente di Ncd al Senato Maurizio Sacconi, “al progetto politico di Area popolare è un arricchimento e un contributo prezioso e ci rafforza nella convinzione di essere sulla strada giusta. Gli ideali liberali e riformisti – sottolinea Sacconi – diventano così terreno comune per la casa dei moderati, nella cui costruzione investiamo tutto il nostro impegno, la nostra passione, il nostro coraggio. Auguri a Fabiola Anitori per la sua scelta e per un buon e proficuo lavoro nella sua nuova squadra”.

Su questo argomento cosa dicono Grillo Camuso e Salvini? I tre che dicono più sciocchezze in assoluto al minuto.

Risparmi nel cassetto e giovani fermi: il “capitale inagito” dell’Italia

I ragazzi i più emarginati. Gli over 50 lavorano più di quanto non facessero 5 anni fa
I giovani, che sono più preparati della generazione precedente, più motivati, più internazionali, più «smanettoni», sono anche i più isolati dal mondo del lavoro

05/12/2014
ROMA
Siamo il paese del «capitale inagito». Il Censis – che in queste ore sta presentando il suo annuale Rapporto sulla situazione sociale del Paese – ama coniare delle espressioni immaginifiche ogni anno per dare il senso di dove stiamo andando. Questa volta – per l’appunto – parla di «capitale inagito», cioè del fatto che i numeri, le potenzialità, perfino le risorse, le avremmo per uscire dalla melma di questa crisi. Ma le teniamo lì. A perdersi, a giacere e a dissiparsi. Teniamo da parte i soldi, perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro: e questo si capisce. Ma teniamo da parte soprattutto le «risorse umane» e «la cultura come fattore di sviluppo». 

I giovani, che sono più preparati della generazione precedente, più motivati, più internazionali, più «smanettoni» (cioè con maggiore familiarità con le nuove tecnologie), risultano anche i più emarginati dal lavoro e dalla vita attiva.Ci sono 8 milioni di italiani «inutilizzati»: tre milioni sono i disoccupati, 1 milione e ottocentomila gli «inattivi» perché scoraggiati dalle infinite ricerche, e altri tre milioni i cittadini che vorrebbero lavorare se solo si presentasse l’opportunità. E’ quasi superfluo ricordare che più della metà di questo insieme è costituito da giovani (50,9%) sotto i 34 anni.  

Ma anche per gli under 34 che lavorano la vita non è semplice: dei 4,7 milioni – dice il Censis – di ragazzi formalmente autonomi e che vivono per conto loro, almeno un milione è povero e non arriva a fine mese, mentre 2,4 milioni ci arrivano ma solo con il costante aiuto di genitori e nonni. La condizione lavorativa di una grande massa di giovani occupati, infatti, è definita dal Censis «ibrida»: oggi si lavora, domani no, poi di nuovo sì e così via a intermittenza. 

Per contro gli over 50 – anche per effetto della riforma previdenziale – lavorano più di quanto non facessero 5 anni fa: più 19,1% . E poi c’è l’altro grande «capitale inagito»: la cultura. Altrove ci mangiano, qui da noi è solo un costo. Nel paese che ha più beni culturali di chiunque altro «il numero dei lavoratori nel settore della cultura (304 mila, l’1,3% degli occupati totali) è meno della metà di quello del Regno unito (755mila) e Germania (670mila) e di gran lunga inferiore rispetto alla Francia (556mila) e Spagna (409 mila). Nel 2013 il settore della cultura, fa notare il Censis, «ha prodotto un valore aggiunto di 15,5 miliardi di euro (solo l’1,1% del totale del paese) contro i 35 miliardi della Germania e i 27 della Francia.  

E poi c’è il capitolo dei «meno». In un paese che arranca c’è meno fiducia nell’istruzione come investimento: tra il 2008 e il ’13 gli iscritti all’università sono diminuiti del 7,2% e le immatricolazione del 13,6%. Meno figli: minimo storico lo scorso anno 514 mila, 62 mila in meno di 5 anni fa. Meno investimenti: 23% in meno in 5 anni. Meno imprese: 47 mila in 5 anni. E – finalmente – meno cibo per tutti: i consumi alimentari sono crollati del 12,9%.  

Forse Boccia non è la persona ideale per dare lezioni di morale.

http://www.ilpost.it/2014/12/05/tesoriere-pd-boccia/

Riceviamo e pubblichiamo.

Roma, disposta la rotazione dei dirigenti
Renzi: “Tutto uno schifo, si faccia chiarezza”

di . Categoria: CronacaPolitica
ignazio marino, matteo renzi, mafia capitale, campidoglio
L’inchiesta su mafia e politica che ha travolto Roma continua a generare reazioni e polemiche.
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha disposto la rotazione dei dirigenti capitolini “a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture”. “La straordinarietà e la rilevanza degli eventi connessi alle indagini della Procura della Repubblica di Roma, che interessano l’Amministrazione Capitolina in queste ore – spiega il sindaco – coinvolgono anche le strutture amministrative dell’Ente, e le funzioni nevralgiche da loro assicurate. Ho dato quindi specifiche disposizioni per procedere tempestivamente a un adeguato riordino, a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture, proseguendo con l’applicazione del principio della rotazione già avviato da mesi, nel rispetto della competenza curricolare”. “Ciò avverrà – conclude il sindaco – a tutela dell’ Amministrazione e del gruppo dirigente, ferma la necessaria continuità amministrativa e il perseguimento degli obiettivi stabiliti, nell’ambito della corrente programmazione strategica”.
E se Marino cerca di mettere il Campidoglio al riparo da ulteriori polemiche, incassa anche l’appoggio del movimenti Cinque stelle. I pentastellati hanno ribadito di non volere entrare in giunta, ma si sono detti pronti a “collaborare sulle questioni principali che interessano ai cittadini: dal piano di rientro ai risparmi che possono essere fatti fino alle unioni civili. Siamo pronti a discutere delle nostre proposte con il sindaco”. Un’apertura che viene dal capogruppo del M5s in Campidoglio Marcello De Vito e potrebbe dare una boccata d’ossigeno all’amministrazione Marino.
“Quello che emerge dalle indagini in queste ore – dice senza mezzi termini il premier Matteo Renzi – fa letteralmente schifo. Un sistema di potere corrotto, denari ai politici e non solo. Vale come sempre la presunzione di innocenza per tutti. Ma vale anche l’auspicio che si faccia presto a fare i processi. Perché abbiamo il diritto di sapere chi ha rubato”.
Ma su Roma si è scatenato un fuoco incrociato e le opposizioni attaccano.
“Avete visto – ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi - lo scempio di Roma. Non possiamo accettare che Roma, la città più antica, la nostra capitale, possa esser gestita ancora da chi e’ compromesso da quello che è successo o è stato lì senza capire cose stesse succedendo. Dobbiamo chiedere a tutti i partiti uno sforzo, di dimettersi e indire nuove elezioni per dare assoluta trasparenza. Questa è la nostra posizione”. Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico, a Palermo, durante una iniziativa elettorale del partito.
”A Roma potrebbe arrivare presto un sindaco della Lega- scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, in un intervento sul Tempo -. Me lo chiedono i romani. Soltanto un primo cittadino leghista può fare la differenza. Alle prossime elezioni comunali candideremo un romano, che sposi però i progetti e le idee della Lega, che stanno conquistando sempre più spazio. Faremo presto, la situazione è drammatica”.
Se la Lega pensa al futuro, il Pd è alle prese con una riassetto interno. Dopo il commissariamento del partito a Roma, è arrivato anche l’annuncio dell’autosospensione di tre esponenti del partito. ”Ozzimo, Coratti e Patanè – annuncia su Twitter Matteo Orfini, – si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia”.

Salvini è nato di destra e morirà di destra estrema. Lui caccia!!!! Un politico diventa un giudice. Una vera vergogna. Il senso del ruolo istituzionale pari a zero. D'altronde è uguale ai suoi rappresentanti pavesi.



Bergamo, una scuola senza il Natale. Il preside vieta il presepe perché l’istituto è multietnico. I genitori protestano e Salvini chiede venga cacciato

  
dalla Redazione
Cronaca
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Presepe vietato a scuola. Accade a Bergamo nell’istituto De Amicis nel quartiere Celadina. Il preside della scuola, Luciano Mastrorocco, ha vietato la realizzazione per non discriminare chi è fedele di religioni diversa da quella cattolica. Nella scuola bergamasca in questione gli alunni stranieri sono il 30%. La richiesta di una delle insegnanti nei giorni scorsi di realizzare un presepe è stata respinta dal preside che ha liquidato la richiesta sostenendo che si tratta di un modo per rispettare tutti. E non poteva mancare il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini: “Pazzesco. E’ questo modello di ‘scuola’ che dovrebbe educare nostri figli?. Perché togliere ai bambini, di qualunque razza e cultura, il bello del Natale? Sabato pomeriggio il presepe a quella scuola lo porto io?”.

Non è solo la politica corrotta. Quante caste in questo paese. Quanti privilegi.

Mafia Capitale. Poliziotti, 007, giudici e commercialisti: l'altra rete di protezione della cupola

Pubblicato: Aggiornato: 
MAFIA CAPITALE
Ci sono i due poliziotti che la mattina del 4 ottobre 2013, più di un anno fa, dicono al Pirata, al secolo Massimo Carminati: “Te stai sotto indagine, devi evità, devi evitare” e poi lo salutano dicendo: “Massimè, è sempre un piacere”.
C’è l’ex maresciallo dei carabinieri Lucio che non è chiaro se vuole infiltrarsi oppure diventare organico alla banda, di cui però Carminati diffida perché “è un altro che c’ha la lingua lunga e poi, sai com’è, so’ di quelli che mutuano, un po’ so’ guardie e un po’ so’ ladri”. Nell’incertezza del ruolo, passa molte ore al distributore Eni di Corso Francia, punto di riferimento per la logistica di Mafia Capitale. C’è anche Salvatore la guardia, ex poliziotto in pensione che dal 2011 mette a servizio conoscenze e servigi, dal rifacimento dei passaporti ad alcune presupposte visite mediche.
C’è Federico, sbirro, carabiniere o 007, che Carminati definisce “forte ed esperto” nonché “perfettamente a conoscenza della sua identità” e che si mette a disposizione (“qualunque cosa io sto a disposizione”) e avverte su come fare ad evitare di essere intercettati. E anche Lucio Plesinger, appuntato scelto in forza al Nucleo operativo presso la compagnia di Trastevere è tra “i carabinieri amici” di Mafia Capitale. 
Gli investigatori del Ros dedicano un intero capitolo e una sessantina di pagine al tema “I rapporti con gli appartenenti alle forze dell’ordine”. Considerate le precauzioni adottate da Carminati e soci per evitare di essere ascoltati o seguiti, pare un miracolo che i servizi di osservazione e di ascolto abbiano individuato addirittura sei tra poliziotti e carabinieri eppure “vicini” – diranno le indagini fino a che punto – all’organizzazione. E se e quanti altri uomini in divisa siano coinvolti.

Il dato certo è che Mafia Capitale cerca e vanta coperture non solo in politica e nella pubblica amministrazione. Il reticolo di relazioni riguarda anche ambienti investigativi e ambienti giudiziari. Del resto Carminati viene a sapere più di un anno fa che c’è un’inchiesta che lo riguarda: “Una cosa mostruosa, ne hanno più di settanta sotto…”. E se qualcuna di queste conoscenze sembra destinata più a favori ancillari – Massimetto la guardia sembra l’addetto ai gadget elettronici, iPhone e iPad e tv di cui fa smercio al distributore di Corso Francia – gli altri sembrano vere e proprie talpe in grado di proteggere l’organizzazione da brutte sorprese. 
Un filone di indagine destinato a crescere. Come quello che porta ancora più in alto. Direttamente nei tribunali e negli ambienti giudiziari. Nelle informative finali occupano un corposo capitolo avvocati penalisti e commercialisti di fama destinatari di incarichi prestigiosi e delicati, curatele, liquidatori di società e amministratori giudiziari direttamente nominati dai Tribunali. Due nomi su tutti gli altri: l’avvocato Giampaolo Dell’Anno e il professore commercialista Luigi Lausi. 
“L’attività investigativa – scrivono gli investigatori del Ros - ha potuto evidenziare come il rapporto tra il sodalizio indagato e lo studio legale Dell’Anno – e anche con altri legali non appartenenti a quello studio – esulasse dal mero rapporto professionale”. Un’intercettazione captata il 29 aprile 2014 tra Fabio Gaudenzi (ex Nar e storico sodale di Carminati) e Filippo Macchi, è da questo punto di vista esemplare. Dice Gaudenti: “Massimo due volte ha preso 30 anni e poi in Cassazione è stato annullato. Condannato per il processo Andreotti e poi in Cassazione…Così la storia de caveau (furto a piazzale Clodio, ndr): alla fine la condanna è stata ridicola, due anni. Quindi fondamentale è l’avvocato… se si sa muovere”.
Sanno certamente “muoversi” Giampaolo Dell’Anno, 50 anni, figlio del giudice di Cassazione che era nello stesso collegio di Carnevale; Michelangelo Curti, 43 anni e Domenico Leto, il più giovane (36), tutti titolari dello studio legale in via Nicotera 29 “osservato” e “ascoltato” dagli investigatori da oltre un anno. “Lo sviluppo di tali rapporti – scrivono i carabinieri – evidenzia da parte dei legali profili di consapevolezza e volontà nel fornire un contributo causale alla conservazione e al rafforzamento dell’associazione criminale”. Cioè non più e solo la doverosa assistenza legale ma un ruolo specifico nell’organizzazione (Dell’Anno è indagato per associazione mafiosa). 
Dell’Anno diventa legale di Riccardo Mancini, amministratore delegato di Eur spa(joint venture pubblica di Ama e Acea) quando viene arrestato la prima volta il 25 marzo 2013 per una tangente da 700 mila euro per i filobus Breda. Non è una sua scelta. Bensì una decisione di Carminati terrorizzato dal fatto che Mancini possa parlare. “In quell’ambiente loro non hanno l’obbligo di prendersela nel culo, capito? Nel mio ambiente io invece ho l’obbligo…” di coprire gli altri.
Gli investigatori riassumono così varie intercettazioni: “È interesse primario di Carminati assicurarsi l’omertà di Mancini circa i rapporti e gli interessi di Mafia Capitale”. Una settimana prima di essere arrestato (i primi arresti erano di gennaio 2013), Mancini va anche ad un incontro con Buzzi che gli spiega: “Qualsiasi cosa succeda, devi tacere. Altrimenti non c’è posto in cui te potrai andà a nascondere”. Quando poi lo arrestano, Buzzi fa in modo, grazie alle sue conoscenze in carcere, che pur detenuto, Mancini “possa trovare amicizia e calore”. 
Mancini uscirà dopo appena un mese e chiuderà la faccenda restituendo 80 mila euro a Breda Menarini. Veloce e indolore. Nel frattempo Carminati briga e ottiene che l’avvocato Dell’Anno sia nominato nel cda di Ama in modo che insieme con Pucci (un altro dirigente a libro paga, 5 mila euro al mese e 15 mila una tantum, ndr) continuino a far assegnare gli appalti alle cooperative di Salvatore Buzzi (Eriches e 29 giugno, ndr). “La scelta di Dell’Anno, inizialmente perplesso di ricoprire quell’incarico, rientra nella comune strategia a cui aderiva ogni sodale di concorrere al fine di individuare quei soggetti che con il proprio operato contribuivano al buon andamento degli affari dell’organizzazione”. 
Il ruolo dello studio legale è anche quello di fornire un luogo sicuro e protetto per passare informazioni. Non solo tra i sodali di Mafia Capitale ma anche con i responsabili di altre organizzazioni criminali presenti a Roma. Ecco che nello studio di via Nicotera s’incontravano anche Enrico Diotallevi, ex banda della Magliana, Michele Senese, boss dell’omonino clan camorrista e Giovanni De Carlo, 39 anni, astro nascente – secondo le indagini – di quella mafia dai colletti bianchi che ha ereditato il ruolo che fu di Pippo Calò nella Capitale. 
Ma tutto questo ancora non basta per avere le spalle coperte e le dritte giuste per fare affari nel mondo, ad esempio, dei fallimenti e dei concordati. Un altro personaggio che emerge dalle carte è quello del professore commercialista Luigi Lausi. Lausi, un curriculum di altissimo livello pur avendo solo 48 anni, risulta liquidatore della società Marco Polo (Acea, Ama, Eur spa) e amministratore giudiziario, su incarico del Tribunale penale di Roma, del Gruppo INFA group, di Paradiso immobiliare, di AXOA spa, di numerose società immobiliari e commerciali riconducibili alla famiglia Frisina (Gallico) sequestrate dalla Dia in una grossa operazione anti ‘ndrangheta nonché del sequestro Fasciani, oltre 30 imprese. Si tratta di beni legati a clan della camorra e dell’ndrangheta. E fa comodo a molti, a cominciare da Carminati, che Lausi, detto il Nanetto, sia l’amministratore giudiziario nonché liquidatore.
C’è un capitolo nelle migliaia pagine dell’indagine che s’intitola: “La forza d’intimidazione del sodalizio verso la pubblica amministrazione: le figure di Salvatore Buzzi, Carlo Pucci, Luigi Lausi e Riccardo Mancini”. Sono stati documentati numerosi incontri nei bar all’Eur tra Carminati, Pucci, Buzzi, Lausi e Franco Testa (sotto processo per corruzione internazionale con Lavitola in uno dei filoni Finmeccanica che spesso intrecciano questa inchiesta). Il ruolo di Lausi, liquidatore della Marco Polo, sembra essere quello di velocizzare i pagamenti a Buzzi. Si parla di “strumentalità di Lausi all’interno di Eur spa per gli interessi del sodalizio indagato”. Lausi, indagato per associazione mafiosa, era “al servizio” dell’organizzazione in una posizione e con un ruolo nei Tribunali certamente strategico. 

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...