sabato 4 ottobre 2014

articolo estremamente interessante. Impegnativo ma essenziale.

http://www.pagina99.it/news/partecipa/7086/Ma-quale-locomotiva--la-Germania.html

Questi secondo Di Battista sarebbero i mussulmani martiri della politica imperialista degli USA. Ma mi faccia il piacere.

Isis, altro video con jihadista a volto scoperto. Nuove minacce: “Colpiremo l’Occidente”

Un secondo filmato diffuso dopo quello della decapitazione di Henning. Un combattente attacca il premier Cameron e gli Stati Uniti. Identificato: sarebbe un cittadino britannico
ANSA
Abu Saeed al-Britani nell’immagine diffusa dal sito Site

04/10/2014
«Sono dei barbari, li staneremo». Dopo la decapitazione del secondo ostaggio britannico, la Gran Bretagna e gli Usa assicurano di essere determinati a continuare la guerra ai jihadisti dello Stato islamico. Ma l’Isis alza il livello della sfida, diffondendo per la prima volta un video in cui un jihadista, che potrebbe essere un cittadino del Regno Unito, si mostra a volto scoperto pronunciando minacce contro Londra e l’Occidente e lanciando insulti al primo ministro David Cameron, definito «uno spregevole maiale». Intanto i combattimenti continuano sia in Iraq sia in Siria, dove le milizie curde rimangono a difesa della città di Kobane, con l’appoggio dei raid della Coalizione internazionale. 

Il jihadista a volto scoperto  
Secondo i media, i servizi di sicurezza di Londra hanno identificato in un britannico di 27 anni il jihadista che parla in un secondo video diffuso dall’Isis, a poca distanza da quello in cui hanno mostrato la decapitazione di Alan Henning, l’operatore umanitario di 47 anni diventato il quinto ostaggio occidentale ucciso dai jihadisti a partire dal 19 agosto scorso: quattro in Siria e uno in Algeria. Il jihadista, che appare in mimetica con a fianco un mitragliatore AK-47, con una lunga barba e una fasciatura al braccio destro, sfida Cameron ad inviare in Iraq e in Siria anche truppe di terra. «Mandateli tutti, mandate anche i vostri riservisti e ve li rimanderemo indietro uno ad uno nelle bare», afferma. Secondo il Daily Mail online potrebbe trattarsi di un 27enne ex guardia di sicurezza di un supermercato, identificato come Omar Hussein, che sarebbe partito per la Siria lo scorso gennaio.  


Il secondo video, ha fatto sapere un portavoce di Downing Street citato dai media, è stato sottoposto oggi all’attenzione dei responsabili militari e dei servizi di intelligence durante un incontro con Cameron. Al termine, il premier ha dichiarato che «la brutalità dell’Isis» non farà venir meno la determinazione del Regno Unito a combattere i jihadisti, autori di un crimine che ha definito «abominevole» e «imperdonabile». 

Minacce all’ostaggio americano  
Nel primo video i carnefici di Henning hanno mostrato un altro ostaggio, l’americano Peter Kassig, affermando che sarà la prossima vittima. In un appello diffuso su Youtube i genitori di Kassig chiedono pietà per il figlio che, sottolineano, durante la prigionia si è convertito all’Islam con il nome di Abdul-Rahman. Intanto dalle Filippine due ostaggi tedeschi, un uomo e una donna, nelle mani del gruppo terroristico Abu Sayyaf, hanno rivolto un appello ai governi di Manila e Berlino per essere salvati. 

L’accusa della comunità musulmana di Manchester  
La comunità musulmana di Manchester, molto vicina al volontario ucciso, dice che i raid di Londra contro l’Isis «sono stati una condanna a morte» per lui. E intanto centinaia di persone hanno dato vita nel pomeriggio nella capitale britannica alla prima manifestazione contro le operazioni militari in Iraq. 

La resistenza dei peshmerga  
Sul terreno, le poche centinaia di miliziani curdi asserragliati nella città di Kobane (Ain al Arab il nome in arabo), vicino al confine con la Turchia, hanno continuato oggi a resistere ai tentativi di sfondamento dell’Isis, grazie anche all’appoggio dei raid americani e degli alleati arabi che hanno ucciso almeno cinque jihadisti. Lo afferma l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), dando notizia anche di altri 30 miliziani dello Stato islamico morti in attacchi aerei della Coalizione internazionale nella provincia di Al Hassaka, più a est, confinante con l’Iraq. Proprio in Iraq i peshmerga curdi e i clan tribali loro alleati hanno riconquistato la città di Zummar, a ovest di Mosul, secondo quanto ha riferito un rappresentante dell’alleanza curda anti-Isis. Ma se nel nord del Paese i jihadisti sono in ritirata, continuano ad avanzare nella provincia di Al Anbar, a ovest di Baghdad, dove si sono impossessati della cittadina di Kubaisa e hanno fatto saltare in aria il locale comando della polizia 

Qualcuno può far leggere l'art. a quel grande ignorante di Di Battista?

4/10/2014

Siria, con le guerrigliere curde che combattono l’Isis

Jacques Berès, fondatore di Médécins Sans Frontières, racconta l’orrore. «Mai visto nulla di simile»

Getty Images/ALI AL-SAADI/Stringer

   
Parole chiave: 
Argomenti: 

«È da oltre quarant’anni che faccio questo mestiere. Ma ciò che ho visto in queste ultime settimane in Siria è peggio di qualunque cosa io abbia mai visto in tutta la mia carriera. Se l’Occidente non agisce in fretta sarà un genocidio». Tornato da una missione in zona di battaglia al confine turco-siriano, nel Kurdistan occidentale, dove attualmente l’ISIS sta assediando le forze curde dell’YPG/YPJ per prendere la città di Kobanê ed altre città,Jacques Berès, co-fondatore di Médécins Sans Frontières et Médécins du Monde, racconta la sua esperienza come chirurgo sul fronte di guerra più caldo di tutta la Siria.
«La guerra in Siria è un orrore – racconta Berès nel corso di una conferenza stampa che s’è svolta a Parigi, nella sede della rivista La Règle du Jeu diretta dal filosofo Bernard Henry-Lévy – ho visto corpi bruciati, fatti a pezzi, senza gambe, braccia o senza testa, di cui molti civili. Il mio lavoro, in due settimane di missione, è quasi derisorio. Ogni giorno riesco al massimo a fare 7 o 8 operazioni. Basta un bombardamento dei jihadisti dell’ISIS per provocare decine di feriti. Ogni giorno ci sono decine di questi attacchi».
Tra i guerriglieri morti o feriti per difendere il Rojava (Kurdistan occidentale) dalla barbarie delle orde del Califfo ci sono molti giovani e molte donne. «La percentuale delle donne che combatte nelle file dell’YPG/YPJ (Unità di Protezione Popolare) – racconta Berès - è molto alta. Almeno il 40% dei guerriglieri che ho operato in seguito a gravi ferite provocate da esplosioni, missili e bombe sono donne. Questa è una caratteristica unica nella regione. Le strutture della società sono laiche, il ruolo della donna qui è importante, a capo di ogni istituzione ci sono generalmente un uomo e una donna, una visione nettamente in contrasto con la misoginia tipica di queste zone del Medioriente e soprattutto che cozza con la visione integralista che vogliono imporre i seguaci del Califfo. Sono stato a un chilometro dal fronte di battaglia con l’ISIS. Ho visto molte donne guerrigliere e anche giovani respingere gli assalti dei jihadisti con armi modeste. I giovani sono armati di coraggio, spesso vengono dal Kurdistan turco per aiutare la popolazione a difendere le città dalla morsa dell’ISIS. Ma sono equipaggiati solo di vecchi kalashnikov».
Combattenti Peshmerga (SAFIN HAMED / Getty Images)

LEGGI ANCHE

La questione delle armi non è secondaria. Da un lato i tank, i lanciamissili, i mezzi blindati e le armi pesanti dell’ISIS, dall’altro per la maggior parte solo vecchi kalashnikov e qualche lanciarazzi. E le armi promesse dall’Occidente? « Non le abbiamo viste – racconta Berès – abbiamo visto invece non solo guerriglieri ISIS ma addirittura carri armati transitare nella regione passando per il confine turco. La Turchia continua ad avere un atteggiamento più che ambiguo rispetto all’ISIS e ai Curdi di Siria. In ballo ci sono non solo interessi strategici ma anche economici».
Il Rojava, Kurdistan occidentale, è infatti anche una terra ricca di petrolio che attira le mire non solo dell’ISIS ma anche della Turchia. «In questa regione – spiega Berès – ci sono 1173 giacimenti di petrolio. La maggior parte di questi era a pieno regime prima dello scoppio della guerra. Basti sapere che il 60% del petrolio siriano proveniva da qui. Oggi sono fermi ma il potenziale energetico è altissimo. Per questo la regione, prima dello scoppio della guerra civile, era tra le più floride di tutta la Siria. Oggi continua ad accogliere tante minoranze. Qui ci sono moschee, sinagoghe. Se ISIS conquista il Kurdistan occidentale sarà la fine di tutto».
E Kobanê? «È oramai un’enclave. In questa regione è passato prima l’ESL (Esercito Siriano Libero), poi il Fronte Al Nusra, ora la città è assediata dall’ISIS. La frontiera è stata chiusa ermeticamente dalla Turchia che ha innalzato un muro di cemento armato alto 5 metri. Qui non passano né armi, né medicinali neanche un pacco di riso o un litro di latte. La Turchia fa ostruzionismo. I Curdi si difendono da soli sapendo di essere stretti in una morsa, con i soldati turchi da un lato e le orde di jihadisti dell’ISIS dall’altro. Sanno di non poter fuggire da nessuna parte. Una cosa è certa. Se la città di Kobanê cadrà nelle mani dell’ISIS la Turchia avrà una reponsabilità enorme nel genocidio che ne seguirà».
Combattenti curdi peshmerga guardano il fumo di Makhmur, a 280 km a nord di Baghdad, durante gli scontro con i guerriglieri Isis, il 9 agosto 2014  (SAFIN HAMED/AFP/Getty Images)

LEGGI ANCHE

Una vera vergogna. Sono dei massoni.



Huffpost Italy
Edizione: IT 



Italia 5 stelle: buio totale su soldi e responsabili formali dell'evento. La trasparenza nel M5s sembra essere passata di moda

Pubblicato: Aggiornato: 
GRILLO
"L'elenco delle spese sostenute sarà aggiornato periodicamente". Quella promessa, scritta a chiare lettere sul blog di Beppe Grillo, non è mai stata mantenuta. Era lo scorso giugno, e il Movimento 5 stelle raccolse - così si leggeva sul blog - 436mila euro. 
La voce "spese sostenute" si aggiorna giorno dopo giorno con lo scorrere delle date. A rimanere immutato è il contatore, fisso ancora a quota "0,00". La trasparenza, da quelle parti, sembra essere passata di moda. 
Perché parlarne oggi? Perché una piccola nota in calce al fund raising lanciato per Italia 5 stelle, la manifestazione che si terrà al Circo Massimo dal 10 al 12 ottobre prossimo, recita così: "Il residuo dei fondi raccolti per la campagna delle elezioni europee 2014 è stato interamente devoluto per finanziare l'evento Italia5Stelle".
Una postilla che fa scaturire due questioni non di poco conto. La prima è che quando Beppe Grillo chiese soldi per portare avanti la campagna elettorale europea, promise (anche qui nero su bianco): "Ogni spesa sarà rendicontata e gli iscritti al MoVimento decideranno come destinare l'eventuale residuo". Peccato che gli attivisti non abbiano toccato palla, e che la decisione di come impiegare quei soldi sia stata presa unilateralmente tra Milano e Genova.
La seconda è che sull'ammontare del tesoretto da destinare alla kermesse romana vige il silenzio più totale. Nessuno tra i parlamentari sembra essere a conoscenza delle cifre, e se qualcuno ha in mano i dati tiene la bocca cucita.
Brancolando nel buio, si può provare a fare una stima a spanne. Dei 774mila euro raccolti per le politiche del 2013, ne furono spesi meno della metà, 348mila. Supponendo che per una campagna elettorale sul territorio nazionale dalle analoghe modalità di svolgimento si sia arrivati a spendere la stessa cifra, nelle casse del M5s dovrebbero essere rimasti circa 100mila euro.
Soldi che si vanno a sommare ai 150mila raccolti fino ad oggi per Italia 5 stelle, e che dovrebbero costituire un patrimonio di un quarto di milione di euro. Qualcuno a Roma già si chiede che fine faranno quei soldi, considerando che l'affitto della location è risibile (10mila euro): "Non vorrei che, una volta pagate bollette e fornitori, finissero per pagare cene e alberghi per i soliti noti", sibila velenoso un parlamentare.
A prescindere dalla destinazione, la nebbia che circonda la gestione dei soldi in un partito che si professava custode della trasparenza e dell'open data è quantomeno discutibile.
Nessuna informazione nemmeno sul fantomatico "Comitato Promotore Incontro Nazionale con i Portavoce del M5S", l'organo al quale effettuare i bonifici per Italia 5 stelle. In parole povere: non c'è nessuna spiegazione (a differenza di quanto successo per le elezioni europee) di chi riceva e gestisca formalmente i soldi, volendo andare più a fondo di un generico "il blog di Grillo".
Così come molto lontano da un processo minimo di trasparenza è il processo che regola la macchina organizzativa dell'evento. È noto - ma solo tramite i mezzi di informazione e senza nessuna conferma ufficiale - che sia Mario Bucchich, socio fondatore della Casaleggio Associati, la mente pensante dietro l'iniziativa. Qui il flusso di informazioni si arresta del tutto.
Chi è che ha richiesto formalmente il Circo Massimo? Chi è concretamente a sborsare i soldi per la gestione dell'evento e a stipulare la fidejussione bancaria necessaria per il via libera? Qual è la figura giuridica che si incarica in solido il pagamento di eventuali danni?
La risposta, in questo caso, non può coincidere genericamente con "il Movimento 5 stelle". Verrebbe naturale pensare al già menzionato "Comitato Promotore Incontro Nazionale con i Portavoce del M5S". Ma dal comune di Roma fanno sapere che "noi non abbiamo mai parlato con nessun comitato, ma sempre e solo con l'onorevole Roberta Lombardi tramite la Camera dei deputati".
Che sulle questioni organizzative del M5s a Roma (sin dal primo V-Day capitolino) ci metta la testa l'ex capogruppo non è un mistero. Ma, spiegano ancora dal Campidoglio, "a noi non risulta altro referente che l'onorevole Lombardi, che non ha mai parlato per conto di Comitati promotori". Difficile pensare che Lombardi gestisca e si intesti la responsabilità di raccolta fondi, spese, fidejussioni bancarie e responsabilità per eventuali danni.
Ma c'è un'altra stranezza. Nel form che i volontari a 5 stelle hanno dovuto compilare per dare il proprio contributo all'evento (diversi gli esempi reperibili in rete sui Meetup, come qui e qui), c'era una piccola postilla: "L’adesione a questo evento comporterà l’iscrizione temporanea e a titolo gratuito a un’associazione no-profit di volontariato denominata Grandi Eventi". Punto, nessun'altra specifica in calce.
Dunque, formalmente, l'intero apparato di Italia 5 stelle verrà gestito sul campo non da attivisti del Movimento, ma dagli associati di Grandi Eventi.
La comunicazione della propria partecipazione era possibile solo fino alle 24.00 del 26 settembre. Qualche giorno dopo, nella casella di posta elettronica dei volontari è arrivata una mail. Dopo le indicazioni tecniche sul lavoro, si leggeva: "Alleghiamo inoltre per presa visione, copia dello Statuto dell'Associazione no profit Grandi Eventi". L'indirizzo del mittente è grandieventi@roma5stelle.org, casella ufficialmente utilizzata anche dal blog per comunicazioni riguardanti il Circo Massimo.
Lo Statuto, di cui Huffpost è in grado di produrne copia, singolarmente non fa mai menzione né del Movimento 5 stelle, né dell'evento in questione. Tra le finalità si leggono i seguenti tre punti:
Promuovere iniziative finalizzate allo sviluppo del territorio, attraverso l’organizzazione di manifestazioni ed eventi;
promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del territorio;
svolgere ogni altra attività, non compresa nei punti che precedono, ritenuta necessaria o utile al raggiungimento dei propri fini.
LEGGI A FONDO PAGINA LA COPIA INTEGRALE DELLO STATUTO
Tralasciando la questione delle "quote obbligatorie" da versare annualmente, comunicate ex post agli associati ma alle quali i responsabili possono non dare seguito concreto, si nota come l'unico punto di contatto con il M5s sia Roberta Lombardi. I verbali di costituzione di Grandi Eventi, datati 3 settembre, sono allegati allo Statuto. Da essi si ricava che oltre a Lombardi (vicepresidente), gli altre tre soci fondatori sono Giovanni Schirra, presidente, Raffaele Fanelli, tesoriere e Katharina Henriette Hembus, segretaria. Tutti e tre attivisti vicini all'ex capogruppo a Montecitorio.
Ricapitolando: negli atti ufficiali il Comitato promotore non viene mai menzionato, Roberta Lombardi risulta l'unico tramite e la responsabilità effettiva del Circo Massimo sarà a carico di attivisti associati nell'atto di offerta del proprio lavoro volontario a un'associazione la cui ragione sociale gli è stata comunicata a posteriori.
Associazione che, in linea teorica, potrebbe gestire parte dei fondi (di cui non è chiara la consistenza) raccolti dal misterioso Comitato promotore, elargite o come "donazioni di liberalità" o, recita lo Statuto, "dagli eventuali proventi delle attività indicate all’art. 2.2". Cosa si dice? Semplice, che Grandi Eventi può "utilizzare qualsiasi strumento ritenuto opportuno ed in particolare stipulare ogni opportuno atto o contratto, anche per il finanziamento delle operazioni deliberate e per la sponsorizzazione e convenzioni di qualsiasi genere".
Come tutto ciò abbia a che fare con la raccolta fondi e la gestione amministrativa di Italia 5 stelle non è dato saperlo. La trasparenza, si diceva.
La replica M5s. "È tutto trasparente. Risponderemo nel merito sul blog di Grillo ma, lo ripeto, è tutto trasparente". Così il responsabile comunicazione del M5S Rocco Casalino.
LO STATUTO DELL'ASSOCIAZIONE GRANDI EVENTI



PUBBLICITÀ
Advertisement

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...