sabato 28 dicembre 2013

E' incredibile ciò che può fare la stupidità dei grillini.

M5S: Sel, Grillo rispondera' in tribunale di minacce a parlamentari

Roma, 28 dic. (Adnkronos) - "Beppe Grillo potra' stare tranquillo, delle minacce sulla sua pagina facebook verso i parlamentari di Sinistra Ecologia Liberta' ne rispondera' in tribunale". Lo rende noto l'Ufficio stampa nazionale di Sel, dopo gli insulti e le minacce apparse sulla pagina facebook di Beppe Grillo verso Titti di Salvo. "In democrazia e in un Paese libero la lotta politica non si fa ne' con le minacce, con gli insulti, le menzogne", aggiunge Sel.

Crozza straordinario.

http://video.unita.it/media/Politica/Crozza_a_Grillo_C_chi_dissente_da_te_Gratis__6592.html

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Le lobby e la pubblicità sul blog di Grillo

POLITICA - Come ogni mattina accendo il mio Pc, vado su twitter o facebook e vedo che aria tira. Ho notato l’hashtag #fuorilelobby ed ho visto dei post di alcuni amici vicini al Movimento 5 Stelle, che pubblicizzano un post del blog di Beppe Grillo dal titolo:

Il Pd schiavo delle lobby d'oro #fuorilelobby

In sintesi si accusa un conflitto di interessi tra il Pd e De Benedetti, e di lobbisti in Parlamento che avrebbero lavorato per far approvare emendamenti favorevoli all’uomo di punta del Gruppo Editoriale Espresso. Vero, falso, non entro nel merito, probabilmente non si tratta di accuse del tutto campate in aria. Lascio a voi giudicare.

Incuriosito, vado sul Blog di Grillo. Confesso che metto il link a malincuore, perché giusto o sbagliato che sia il mio ragionamento, io ritengo che Grillo usi toni aggressivi e offensivi per spingere la gente a visitare il suo blog e così guadagnare sulla pubblicità.

Comunque, apro www.beppegrillo.it  e in cima noto la pubblicità alla nuova Carta American Express associata ad Italo, il gruppo di trasporto ferroviario che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle.

Non conosco nel dettaglio chi siano gli azionisti di American Express, ma da persona mediamente informata conosco sia Montezemolo che Della Valle.

Come molti sanno Montezemolo nasce e cresce come manager all’ombra della famiglia Agnelli, non proprio l’ultima famiglia italiana, poi diviene Capo di Confindustria che potremmo definire la “lobby suprema”, è il manager di punta della Ferrari, si avvicina alla “politica” con Italia Futura, prima con abboccamenti al Centro-Destra (Berlusconi gli propose di entrare nella sua squadra di governo) poi al Centro (alcuni esponenti di Italia Futura sono stati recentemente eletti con Scelta Civica), ultimamente con messaggi amichevoli verso Renzi. Scelte rispettabili, nulla da eccepire, però sicuramente il buon Luca è persona avvezza e conosciuta nei circoli del potere ed ha voce in capitolo nelle stanze che contano.

Percorso più o meno simile per Della Valle, creatore del marchio Tod’s, Azionista in Mediobanca, Rcs (che vuol dire Corriere della Sera), Piaggio, Presidente della Fiorentina . Di lui si ricordano gite in barca con Clemente Mastella, aperture verso Mario Monti, endorsment per il Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Anche qui nulla da eccepire, scelte rispettabili.

La scelta che sinceramente rispetto meno è quella della propaganda di Beppe Grillo e del suo blog, che con la mano destra critica le lobbies, con la sinistra incassa gli assegni dei ricavi derivanti dal pubblicizzare sul proprio blog aziende i cui proprietari sono due tra i principali lobbisti italiani.

Sono fiducioso che appena si accorgeranno di questa mancanza di coerenza, i Parlamentari e le persone vicine al Movimento 5 Stelle chiederanno al loro leader di stare più attento alla scelta delle aziende da pubblicizzare, magari scegliendo aziende al di sopra di ogni sospetto di conflitto di interessi.

Se cosi non fosse, sarebbe una ulteriore prova che quella del Movimento 5 Stelle è solamente una strategia propagandistica, senza effetti positivi concreti per il Paese.

Mario Scelzo.

Un articolo di Gian Antonio Stella

RECORD: SONO 207

Un prefetto per Provincia, anzi due
Dal governo un’altra ondata di nomine

I superburocrati superano quota duecento. Molti i neopromossi senza incarico. Negli stessi giorni ridotto di un anno il periodo di specializzazione dei giovani medici

La Lega Nord torna a urlare contro i prefetti che Umberto Bossi bollò come «brutti figuri» e «viceré romani»? Il governo di Enrico Letta ne nomina ancora di più. Portandoli al record storico: 207. Il doppio delle prefetture. Una scelta, diciamo così, eccentrica. Tanto più nei giorni in cui, con lo svuotamento delle competenze, viene data ormai per fatta l’abolizione (auguri) delle Province. Dell’incremento abnorme di questa figura di altissimi dirigenti governativi introdotta per la prima volta sul territorio italiano nel 1802 con un decreto napoleonico, in realtà, pare essersi accorta non «La Padania» ma «La nuova bussola», un giornale online diretto da Riccardo Cascioli e fondato da giornalisti cattolici per «offrire una prospettiva cattolica nel giudicare i fatti».
(Fotogramma)(Fotogramma)«Meno medici e più prefetti. È quello che, se vi è una logica nei provvedimenti adottati negli ultimi giorni, appare oggi necessario all’Italia secondo il governo Letta», accusa il quotidiano web. E spiega che, mentre decideva di aumentare quelle figure all’apice degli affari interni, l’esecutivo introduceva nella legge di Stabilità «una norma che riduce di un anno la durata delle specializzazioni per i medici».
C’è un senso in quella scelta?, chiede il giornale. No, risponde: «L’unico motivo è dettato dalla cassa. Anche a costo di praticare una tripla ingiustizia: verso la professionalità degli specializzandi, cui si sottrae il 25% del percorso di approfondimento; verso i pazienti ricoverati negli ospedali che sono al tempo stesso cliniche universitarie, e che si vedono sottrarre un quarto dell’assistenza dei giovani medici; verso questi ultimi, ai quali all’inizio si è assicurato un quadriennio e in corso d’opera, con danno economico, si sottrae un anno».
Lo stipendio netto di uno specializzando è di circa 21 mila euro l’anno. I giovani medici coinvolti, fra i 26 e i 30 anni, dovrebbero essere diecimila. Vale la pena di rinunciare a loro? Mah... contemporaneamente, come dicevamo, si allargava la burocrazia prefettizia. «Andiamo per ordine: da Sondrio a Ragusa, le prefetture sono 105. Per l’esattezza, 103, più Trento e Bolzano: che, in quanto province autonome, chiamano i prefetti Commissari di governo. Quanti erano i prefetti in Italia fino a una settimana fa? ben 185, 80 in più rispetto alle prefetture esistenti. Mettiamo pure che per guidare i dipartimenti e qualche direzione generale al Viminale ce ne vogliano una ventina: si arriva a 125, con un surplus di 60». Insomma, attacca il quotidiano cattolico online, «se si dovesse cercare un settore nel quale praticare il blocco del turn over, non si andrebbe lontano puntando su questo, invece che massacrare le forze di polizia, la cui età media sale sempre di più a causa del limitatissimo numero di nuove immissioni in servizio; sarebbe ragionevole non nominare nessun nuovo prefetto fino a quando non si andasse in pari rispetto alle reali necessità».

Al contrario «il Consiglio dei ministri di mercoledì 17 ha nominato altri 22 prefetti, arrivando al totale di 207, praticamente il doppio delle prefetture. Proprio perché non ci sono funzioni in questo momento disponibili per tutti e 207, gran parte dei neopromossi sono senza incarico. Senza incarico, ma con lo stipendio di prefetto, che è sensibilmente superiore a quello di viceprefetto: e questo comporta un esborso per le casse dello Stato, nell’immediato, e «a regime» per gli anni successivi. La logica di questa decisione? Mero arroccamento burocratico: in vista di futuri tagli al numero complessivo dei prefetti, meglio allargarsi, finché i ministri di oggi si prestano ad assecondare un passo del genere, suggerito dal ceto prefettizio. In tal modo, se mai domani dovesse arrivare qualche sforbiciata, sarebbe sempre sul di più già ottenuto».
Scherzando, chiude il servizio firmato da Vincenzo Luna, «si potrebbe concludere che per il governo in carica un prefetto senza funzioni vale più di un giovane medico in un pronto soccorso. (...) Come regalo di Natale, c’è solo da ringraziare». Anzi, accusa Giovanni Aliquò, sindacalista storico delle forze dell’ordine e per dodici anni bellicoso presidente dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, «potrebbero essere perfino più di 207: io ne ho contati 18, al Viminale, nei soli ranghi del Dipartimento per la pubblica sicurezza».
Per carità, saranno tutti assolutamente indispensabili. Ma certo è curioso che lo sfondamento di «quota 200» arrivi nei giorni in cui Matteo Salvini torna a dichiarare guerra ai prefetti, contro i quali 15 anni fa Umberto Bossi e Roberto Maroni (il quale come ministro degli Interni non avrebbe poi usato affatto la forbice e men che meno l’accetta) arrivarono a minacciare un referendum invitando i segretari provinciali a mandare lettere in dialetto agli emissari governativi ostili alle esagerazioni nella toponomastica lumbard: «Sciur prefet, se a lu ghe va minga ben che numm ciamem i noster paes cun ul noster dialet, el po’ turna’ a ca’ sua». Traduzione: signor prefetto, se a lei non sta bene che chiamiamo i nostri paesi con il nome in dialetto, può tornare a casa sua.
Ma ancora più curioso, come dicevamo, è che l’infornata arrivi insieme con l’accelerazione sulla chiusura delle province, alle quali i prefetti erano indissolubilmente legati. Prova provata che vale sempre l’antico adagio: i ministri passano, i burocrati restano. 

Roba da comico. Un populista vero.

Minacce su pagina FB di Grillo:
«Politici, morite col tritolo» FT

28 dicembre 2013
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Due video, uno di Titti di Salvo (Sel), l'altro di Andrea Romano (Scelta Civica), nei quali i due deputati chiedono una accelerazione dei lavori della Camera in vista delle festività così da poter tornare dalle loro famiglie. Beppe Grillo li posta sulla sua pagina Facebook e immediata scatta la rabbia dei suoi sostenitori.

Forte del sentimento di antipolitica dilagante, il messaggio genera l'effetto sperato e le centinaia di commenti che seguono i video
riempiono la bacheca dell'ex comico di insulti e minacce di ogni genere all'indirizzo della classe politica in generale. 

Minacce morte pagina FB Grillo M5S«Dovete morire» strilla Novella,
«andate andate a casa dalle vostre famiglie, ci penso io a mettervi del tritolo in tutte le poltrone» aggiunge Stella mentre Michele evoca direttamente «il crematorio», altri «la Siberia» e Chicca propone di «attaccare la corrente a 3000 volt, sotto le loro poltrone».

L'EX COMICO: MESSAGGIO DI FINE ANNO SUL BLOG

L'ex comico, intanto, annuncia sempre sul web che «il messaggio di fine anno 2013 di Beppe Grillo sarà trasmesso sul blog www.beppegrillo.it alle ore 20.30 di martedì 31 dicembre. Non perdere questo appuntamento. Avvisa tutti i tuoi amici e parenti. In alto i cuori». Lo annuncia lo stesso leader del M5s nella pagina facebook da lui appositamente creata: 'Messaggio di fine anno 2013 di Beppe Grillò. La notizia rimbalza anche su twitter dove i grillini romani scrivono: «Beppe Grillo ti aspetta sulla rete la sera del 31. Spegni la tv finta e accendi il discorso del vero Presidente».

Non mancheremo. Adesso me lo segno. Sai che bello sentire l'uomo più ignorante dell'universo. Mai sentito un discorso di fine anno. Quest'anno sentirò con piacere Giorgio Napolitano.

Beppe Grillo sfida Napolitano, “contro-discorso” di fine anno

ROMA – Beppe Grillo sfida Giorgio Napolitanoanche in tv. Il leader del M5S sul suo profilo Facebook ha invitato a condividere un nuovo evento: il suo “discorso di fine anno“.


“Il messaggio di fine anno 2013 di Beppe Grillo – si legge – sarà trasmesso sul blog alle ore 20.30 di martedì 31 dicembre“. Il discorso di Grillo sarà in concomitanza con quello del Capo dello Stato. “Non perdere questo appuntamento – continua – Avvisa tutti i tuoi amici e parenti. In alto i cuori!”.

Ma guarda un po' non avevamo capito che voleva arrivare alle elezioni.

NUOVO ANNO

Berlusconi ai giovani di Fi: «Preparatevi a nuove elezioni»

Telefonata ai ragazzi di Napoli: «Lo attendiamo a braccia aperte».

Il messaggio è stato chiaro: preparatevi al voto per il 2014.
Silvio Berlusconi è tornato a invitare i giovani del suo partito a lavorare in vista dell'eventualità delle elezioni anticipate.
È quanto hanno affermato i partecipanti a una cena a Napoli tra i militanti della Giovane Italia e gli 'Studenti per le libertà', raggiunti telefonicamente dall'ex premier.
CENA DEGLI AUGURI. «Come ogni anno ci riuniamo negli ultimi giorni di dicembre per gli auguri e per fare un bilancio dell'anno trascorso e fissare gli obiettivi per il nuovo anno», ha spiegato Armando Cesaro, vice coordinatore nazionale della Giovane Italia e presidente di Studenti per le libertà. «Quest'anno con noi, tramite una telefonata, il presidente Berlusconi ci ha aiutato a fissare gli obiettivi per il prossimo anno, tra cui quello di prepararsi per nuove elezioni politiche. Il presidente ha dichiarato che nei primi mesi del prossimo anno verrà a Napoli a incontrare tutti i militanti. I ragazzi hanno rinnovato la fiducia al presidente Berlusconi e lo attendono a braccia aperte quanto prima».
Sabato, 28 Dicembre 2013

Cercano di fare fuori il grande statista.

Renato Brunetta: "In Forza Italia mi criticano? Attacchi anonimi che fanno pena" (FOTO)

Ansa  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 27/12/2013 09:42 CET
"Sono attacchi anonimi di anonimisti che mi fanno un po' pena". Così Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, intervistato da Repubblica, risponde alle presunte critiche sul suo operato all'interno del gruppo parlamentare azzurro. "Di queste fantomatiche critiche mi faccio una bella risata - spiega -, come sempre ha ragione il presidente Berlusconi che proprio alla vigilia di Natale ha spazzato il gossip bollandolo come 'maldicenze' e confermando che non c'è nessun repulisti in vista, tanto meno su di me, che resto capogruppo".
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Renato Brunetta
1 di 11
Ansa
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"Purtroppo in questi mesi non ho avuto il tempo di occuparmi di gossip visto il mio impegno, da mattina a sera, alla Camera. Per me la politica resta alta, resta fatta di idee, lavoro, fatica e scontri. I gossip e i seminatori di zizzania li lascio ai rotomerd che sono specializzati nel genere".
"Nella storia della Repubblica - aggiunge Brunetta - non è mai successo che un governo che ha ricevuto la fiducia su un provvedimento il giorno dopo decida di farlo decadere come accaduto con il Salva-Roma. Un decreto peraltro trasformato in un 'millemarchette' che nulla aveva a che fare con la motivazione iniziale controfirmata dal presidente della Repubblica, il cui disappunto è quindi comprensibile. Il governo è in stato confusionale e sta minando alla base le regole del gioco istituzionale. Quando un esecutivo arriva a fare queste cose è finito".
Urge una legge elettorale che nasca da "un grande accordo politico tra le forze oggi in Parlamento alla luce del sole". "Serve un'intesa che se per eleganza arrivasse anche prima della pubblicazione della sentenza della Consulta sul Porcellum - sottolinea - avrebbe un grande significato politico. Sui contenuti mi rifaccio a quanto detto da Berlusconi: si può partire dal Mattarellum per una legge maggioritaria da fare subito per andare a elezioni quanto prima, magari assieme alle europee del 25 maggio 2014".
Guarda anche:
Lo scontro Brunetta Boldrini
1 di 11
Ansa
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dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...