sabato 9 novembre 2013

Anche questo é interessante. Il generale Pound sempre più dittatore.

Grillo è un Nazi peggio dei nazi del secolo scorso? Non avevamo dubbi!




"Ho cominciato a scoprire l'inganno di Grillo subito dopo le elezioni, quando ha reso inutili 8 milioni e mezzo di voti ed ha cominciato a cambiare giorno per giorno le carte in tavola ed il programma del M5S, nonché continuato ad agire come fossimo ancora in perenne campagna elettorale. 
Ho provato più volte a dirglielo, ma rispondeva di starmi tranquilla, sempre per interposta persona. 
Ho provato a svegliare i miei colleghi. Molti condividevano le mie perplessità, ma avevano (e tuttora hanno) paura di "ribellarsi". 
Con la catastrofe delle amministrative ebbi conferma di aver ragione e venni allo scoperto con un'intervista su Sky. A quel punto l'ira del Ducetto si è scagliata contro di me nel suo blog con l'articolo "Quando una vale niente", istigando all'odio la parte peggiore del suo popolino composta da cani rabbiosi che sono venuti puntualmente ad insultarmi e minacciarmi. 
Dopo questo lavoro preparatorio mi ha fatto espellere con una votazione molto discutibile quanto pilotata. I parlamentari 5s riuniti per decidere se ratificare la mia espulsione, "suggerita" dal sondaggio sul blog, vennero pubblicamente minacciati (anche mediante dichiarazioni ufficiali), dai vertici del Movimento, di essere a loro volta cacciati se mi avessero in qualche modo difeso. In 79 cedettero alle minacce di Grillo e Casaleggio, 42 (+ 9 astenuti) hanno votato contro l'espulsione.
Ma quel giorno il M5S non ha perso solo una Cittadina, ha perso la credibilità e la sua verginità politica, definitivamente ed inconfutabilmente rivelandosi a tutti per quello che è: un movimento anti-democratico per nulla differente da quelli che hanno causato in Italia e Germania le dittature del secolo scorso.
Un Movimento in cui non è permesso pensare diversamente dal gruppo, non è permesso criticare il leader, non è permesso avere iniziative personali, non è permesso dire ciò che si pensa se diverso dalle direttive del "blog".
L'Italia ha bisogno di una Speranza, ma c'eravamo illusi riponendola nel M5S."

Adele Gambaro GAP Gruppi di Azione Popolare

Per seguirci mettete il mi piace alla pagina Noi che NON voteremo il Movimento Cinque Stelle

E adesso come facciamo? Non credo che ci fosse nel programma. Facciamo votare tutti i militanti in rete? Ah, ah, ah……Roba da metterli in galera altro che in parlamento.

M5S si divide sulla Google Tax: Grillo la stronca ma i suoi parlamentari la approvano

Alla Camera ben 78 deputati hanno detto sì alla norma prevista nella delega fiscale che punta a far emergere i profitti realizzati in Italia dalle società online straniere e a combattere il 'dumping fiscale'. Per il leader del Movimento, però, la mossa è "illegale"
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ROMA - La Google Tax? Beppe Grillo la stronca, ma i suoi parlamentari la approvano. Anzi, 78 deputati del M5S l'hanno anche votata. Si apre un nuovo caso dentro al Movimento alle prese con la legge di stabilità all'esame del Senato. Tra le misure previste dalla maggioranza c'è anche la cosiddetta Google Tax, una proposta del Pd, proposta su impulso del presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, e del deputato Ernesto Carbone. La norma punta a far emergere i profitti realizzati in Italia dalle società online straniere. A differenza dei concorrenti 'made in Italy', aziende come Google e Amazon, ma anche imprese di e-commerce, vendono servizi, oggetti e pubblicità nel nostro Paese ma pagano le tasse in Stati dove l'aliquota è più bassa. Per evitare questa forma di 'dumping fiscale', i democratici prevedono che chi acquista beni e servizi da tali imprese possa farlo solo se c'è una titolarità fiscale italiana. In questo modo, spiegano, si raccoglierebbero centinaia di milioni di euro. Anche 1 miliardo, da destinare - hanno spiegato - alla riduzione della tassazione sul lavoro.

Contro questa strategia, però, si è scagliato nelle scorse ore Beppe Grillo. Citando lo scrittore e 'senior fellow' dell'Adam Smith Institute, Tim Worstall, il leader dei cinque stelle ha definito "illegale" la Google tax. "Il partito democratico, ha proposto una normativa che costringe Google, Facebook e altri giganti a pagare le tasse locali sulle loro entrate italiane, anziché in Paesi con pressione fiscale inferiore come Irlanda e Lussemburgo. E' un approccio del tutto illegale", ha scritto Worstall, sostenendo che in questo modo viene violato il trattato di Roma del 1957. "L'Unione europea si è basata sull'idea che ci deve essere la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali, nonché la libertà di stabilimento", ha detto il blogger inglese, rilanciato da Grillo.

Ma i parlamentari M5S non sono affatto convinti che sia questa la posizione corretta.Prova ne è il fatto che la stragrande maggioranza di loro la Google tax l'ha già votata. E' successo il 24 settembre scorso, quando nell'aula della Camera era in discussione la legge delega per la riforma del fisco (ddl 282, ora all'esame del Senato). L'articolo 9, comma 1, lettera 'i', impegna il Governo, coi decreti attuativi della delega, a prevedere "l'introduzione, in linea con le raccomandazioni degli organismi internazionali e con le eventuali decisioni in sede europea, tenendo conto anche delle esperienze internazionali, di sistemi di tassazione delle attività transnazionali, ivi comprese quelle connesse alla raccolta pubblicitaria, basati su adeguati sistemi di stima delle quote di attività imputabili alla competenza fiscale nazionale".

In sostanza è il principio che ispira la norma proposta da Boccia per la legge di stabilità. Il Pd ha ripresentato la norma in forma di emendamento alla manovra per anticipare i tempi rispetto alla delega fiscale, per la cui applicazione bisogna attendere il via libera definitivo del parlamento e poi un decreto attuativo da emanare entro un anno. Con la manovra, invece, entro fine anno al massimo, la Google tax sarà legge. Nonostante l'anatema di Grillo, lo scorso 24 settembre a votare la Google tax nella delega fiscale sono stati anche i parlamentari grillini. L'articolo 9, infatti, secondo quanto risulta all'agenzia Dire, è stato approvato in aula con 443 voti a favore. I presenti erano 447, e 62 i deputati in missione (tra i quali i tre grillini Luigi Di Maio, presidente di turno dell'aula, il presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico, e il deputato Luca Frusone). In quell'occasione i voti contrari furono soltanto tre (Giovanna Petrenga e Riccardo Gallo del Pdl più Luisella Albanella del Pd) e un astenuto (Mauro Pili, del Pdl). Ma nessuno dei 5 stelle ha votato contro. Il giorno successivo, sul complesso del provvedimento, il Movimento si è invece astenuto.

Grillini sempre più ballisti. E poi in questo momento a noi serve lavoro non reddito di cittadinanza. Dove pigliamo i soldi per fare questa operazione. Balle talebane grilline.

M5S rilancia reddito di cittadinanza. Fassina: “Demagogia”

I 5 Stelle: 600 euro al mese tassando gli immobili ecclesiastici, tagliando le pensioni d’oro e la Difesa. Ma il viceministro dell’Economia: “Le balle di Grillo sono sempre più grosse”. E il Pdl insiste per la vendita delle concessioni balneari demaniali
Tagli al Ministero della Difesa e alle pensioni d'oro, ma risorse anche dall'Imu sugli immobili che fanno capo alla Chiesa. La proposta di legge targata M5S sul reddito di cittadinanza è pronta: "Finalmente ce l'abbiamo fatta - annuncia il deputato stellato Marco Baldassare, in un video diffuso in Rete - dopo mesi di confronto con cittadini, esperti, associazioni". La proposta M5S fissa il reddito minimo a 600 euro mensili. E prevede integrazioni per i cittadini che non arrivano a questo tetto. 



L'invito ai militanti: "Miglioriamo la proposta" - I tre parlamentari invitano dunque gli attivisti M5S a dare il loro contributo, attraverso l'applicazione sul blog di Beppe Grillo. Lì gli attivisti iscritti al portale entro il 30 giugno 2013 potranno trovare la proposta di legge in questione "per leggerla, studiarla e migliorarla". Il Movimento 5 Stelle presenterà la proposta di legge sul reddito minino martedì 12 novembre, in una conferenza stampa al Senato. 

Fassina: "Grillo supera tutti in fatto di demagogia" - La proposta scatena la dura reazione del viceministro dell’Economica Stefano Fassina. "Il livello di demagogia nella discussione pubblica di proposte economiche è sempre più alto. Grillo supera tutti, impresa non facile dati i competitor in campo". E aggiunge: "La cosiddetta 'copertura' arriverebbe dal taglio delle pensioni d'oro, dall'Imu sui beni della Chiesa e dal taglio delle spese militari. La prima voce, anche nell'ipotesi di considerare d'oro le pensioni superiori a 3500 euro netti mensili, implica risparmi di alcune centinaia di milioni di euro all'anno. L'eventuale Imu sui beni della Chiesa utilizzati per attività miste porterebbe un gettito aggiuntivo di alcune decine di milioni di euro all'anno", osserva. 
"Infine, l'azzeramento delle spese militari (non soltanto gli F-35, ma tutto proprio tutto), a parte il 'dettaglio' dell'impossibilità di utilizzare risorse in conto capitale per finanziare spesa corrente, libererebbe circa 3,5 miliardi all'anno. In tutto, in una generosissima valutazione, intorno a 4 miliardi disponibili soltanto per alcuni anni. Un decimo di una prudente previsione di spesa. Le balle di Grillo sono sempre più grosse. Il nuovo che avanza", conclude.

Pdl: "Puntare su concessioni demaniali" - Intanto Il Pdl ci riprova e, per trovare risorse a copertura di nuovi interventi da inserire nella legge di stabilità, rispolvera una misura "shock", più volte fonte di infinite polemiche: l'allungamento delle concessioni demaniali delle spiagge e la vendita delle infrastrutture balneari cedibili (spazi per bar, palestre, piscine solitamente antistanti alla spiaggia vera e propria). La proposta sarà tra gli emendamenti, tra i 500 e i 600, che il partito si appresta a presentare alla Commissione Bilancio entro il termine di sabato 9 novembre. 
VIDEO CORRELATITutti i VIDEO
Grillo in Senato: in Parlamento manca la dignità

E meno male che uni valeva uno.

http://www.facebook.com/ResistenzaAntigrillina/posts/540523476041554

Mai lette e sentite tante sciocchezze tutte insieme.


L'HuffPost ha pubblicato il testo della proposta di legge del M5S sul famoso reddito di cittadinanza, promesso in campagna elettorale e per la gioia dei grillini. O forse no.

Sì perchè analizzando il testo, si scopre che è MOLTO diverso da quello che Grillo andava promettendo prima delle elezioni di febbraio. 1000€ mensili a tutti (saliti poi a 1200€ più avanti per qualche giorno), questo era il reddito di cittadinanza made in Grillo.

Chi ci segue su Rebel Ekonomist sa benissimo che quella proposta era PURA FOLLIA visto che, dati alla mano, il costo si aggirava come minimo intorno ai 130 miliardi di euro(vedi qui per i conti), ed ora la situazione è fin peggiorata rispetto ad allora.

La proposta del M5S è diversa: prima di tutto, niente 1000 euro a giovani e disoccupati. Chi è single, senza lavoro e vive da solo si becca 600€. Se fa parte di un nucleo famigliare, potrebbe percepire ZERO se il reddito del nucleo supera il livello presente nella legge (vedi allegato 1). Se ad esempio in una famiglia composta da tre persone i due genitori percepiscono due stipendi da 750 euro ciascuno, il figlio non ha diritto a niente (1500€ di reddito totale, superiore a quello indicato, pari a 1330).

Capito?

A tutto ciò, di per sè già limitante, si aggiungono i vari requisiti dettati dall'articolo 4. Se poi il beneficiario non rispetta i vincoli dell'art. 9 e seguenti, perderà il reddito di cittadinanza (questo è ovvio, non è che te ne stai a casa pagato a far nulla, ci mancherebbe).

Onestamente, penso che questa legge sia fatta apposta per NON essere approvata. Le coperture sono dubbiose (magari ne parlerò), i beneficiari sono a conti fatti e difficili da individuare, sono presenti discriminazioni (vedi art. 4, comma 1 e 2). Insomma, trovo la proposta confusa, mal costruita e di difficile applicazione.
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Questa sarà bellissima da vedere. Vediamo se prevale l'interesse di Casaleggio o quello dell'Italia.


Grillo sul suo blog la stroca, ma i grillini l'hanno votata

Tra Grillo e M5S nuova spaccatura sulla Google tax

Tra Grillo e M5S nuova spaccatura sulla Google tax
09/11/2013, 15:21
ROMA - Ancora una volta c'è una spaccatura netta tra Grillo e i parlamentari grillini. L'argomento questa volta è la Google Tax, cioè una tassa che obblighi, coloro che vendono on line in Italia, ad avere una titolarità fiscale nel nostro Paese e quindi pagare qui le tasse relative. Una norma che Grillo sul suo blog attacca violentemente, richiamandosi alle parole dello scrittore inglese Tim Worstall, definendo l'approccio come illegale, dato che sarebbe in contrasto con le norme dell'Unione Europea sulla libera circolazione di beni e persone. In particolare, una norma del genere impedirebbe alle società di fissare la sede in Inghilterra, come hanno fatto diverse di loro. 
Peccato che questa norma sia stata inserita, come emendamento alla legge di stabilità, solo per averne una rapida approvazione. Infatti la stessa norma era inserita nella legge delega approvata alla Camera il 24 settembre scorso. In quella occasione la norma fu approvata con 443 voti a favore su 447 presenti. E tra i voti a favore c'era quello di 78 grillini. 
E quindi adesso che cosa faranno gli esponenti a 5 stelle? Sconfesseranno se stessi o sconfesseranno il padrone del loro movimento?  

Le parlamentarie urinarie sono state tutte manipolate.Tutte. Lo affermo da tempo. Chi vivrà vedrà.

La chat «segreta» delle Parlamentarie del MoVimento 5 Stelle

di   - 07/11/2013 - Secondo alcuni attivisti trapela una manipolazione dei voti durante le elezioni nazionali in Puglia

La chat «segreta» delle Parlamentarie del MoVimento 5 Stelle
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«Stiamo avvicinandoci pericolosamente nel diventare un partito: ci sono delle correnti. Vorrei sapere in rapporto che c’è con Ciampolillo con questi altri parlamentari, della diffidenza da cui c’è diciamo questa strategia che a distanza di un anno è diventata pubblica… Allora la mia domanda: in relazione a questa mappa del potere noi persone critiche, cani sciolti, come siamo tutelate?» la domanda è quella di Alfredo Ronzini, “dissidente” pugliese. Teatro della scena è Lecce. È il primo novembre, data dell’incontro tra senatori ed attivisti per chiarire alcune questioni relative al MoVimento 5 Stelle locale e non. È l’ultimo atto finale di una vicenda che è vecchia quanto questa legislatura. O forse anche di più.
Il primo incontro dei neoeletti 5 Stelle a Roma
Il primo incontro dei neoeletti 5 Stelle a Roma
ABBIAMO LA COSCIENZA TRANQUILLA – A Ronzino replica il senatore Maurizio Buccarella: «Io credo che non stiamo diventando un partito. Noi siamo stati sempre assolutamente liberi di prendere ogni iniziativa. Ci sono sensibilità diverse. Il senatore Ciampolillo è mio collega e compagno di banco di Daniela. Io non ho nulla da dire sul senatore Ciampolillo. Se si fa riferimento riferimento a queste vecchie storie delle parlamentarie, su questi accordi forzati di voti o cose definite in una maniera così torbida. Noi abbiamo la coscienza tranquillissima, siamo in attesa di avere non solo gli stralci di questa chat cosiddetta segreta. È stata spedita a staff, attivisti, stampa mesi fa. La mia impressione è che questo gruppo alimenta fango, è chiaro che la stampa ci sguazza. Chiunque ha potuto leggere, ma la prova tecnica che un voto dato alla Parlamentarie sia stato comprato, venduto, scambiato non ci può mai essere perché così non è mai stato». Ci sono due “anime” del MoVimento 5 Stelle in Puglia, perlomeno c’erano. Una era quella che ha appoggiato Zero Privilegi Puglia, 10 mila firme contro la casta regionale, l’altra formata dai gruppi di Taranto e Bari che per una serie di “motivi”, come ha spiegato Buccarella all’incontro, hanno preferito non aderire. «Facciamo un documento – spiega il senatore – che possa sgomberare ogni ombra». L’intero incontro del primo novembre è disponibile qui. Le ombre invece sono tutte in rete, in un dossier che riporterebbe uno scambio di chat tra alcuni attivisti ed alcuni neoeletti in Puglia. Compilato, a quanto pare, per denunciare una situazione “poco pulita”, indicando a suon di post “orientamenti” di voto tramite incontri non proprio allargati a tutti. La notizia era già trapelata on line dal sito di news locali Trnews.
guarda la gallery:
INCONTRO RISTRETTO – Nel dossier, che ha visionato Giornalettismo, si indicano precise persone e appuntamenti specifici. Trenta pagine che partono da incontro “ristretto” a Corato tenutosi  il 2 novembre. Al tempo, come si denuncia in quelle carte, non tutti i mu furono avvisati. Nel documento si cita la chiamata mancata agli attivisti di Bari, Casamassima, Polignano a Mare e Taranto. Tema della riunione? Chi appoggiare alle Parlamentarie. Il dossier cita cronologicamente i fatti, compresi i post amari di chi non è stato “invitato” e al tempo apostrofò gli “attivisti” in questione come “arrivisti”. L’appuntamento a Corano è diventato di dominio pubblico nel giro di poco tempo, creando, secondo il dossier, un certo caos dentro i Mu pugliesi. Piero Francioso, uno dei partecipanti, precisò al tempo sul forum l’incontro, spiegando: «Non sono stati fatti o anticipati nomi. Tra i presenti candidabili abbiamo solo chiesto la disponibilità, se cioè si mettono in gioco». Le reazioni dell’invito “mancato” sono comunque consultabili in rete qui. Ma l’incontro di Corato non sarebbe stato l’unico. Sempre secondo quanto denunciano queste pagine se ne sarebbe tenuto un altro a Lecce l’11 novembre 2012. Occasioni dove, chi ha steso il doc, sostiene le radici di un presunto “pilotamento” delle primarie. Sempre nelle pagine sono riportati gli stralci di una chat privata in cui compaiono alcuni parlamentari 5 stelle pugliesi. Al tempo solo attivisti. I frame immortalati parlano di scambi di impressioni e conteggi post voto. Auguri che per la prossima volta “non ci siano strategie”, ipotesi su percentuali, conteggi di preferenze da Foggia. Nel dossier l’intento è quello di denunciare il cosiddetto “orientamento di voto”, anche se , comunque, finora non c’è prova certa che sia successa una cosa del genere. Le frasi si susseguono tra conte ed ipotesi. Fino a  frasi pronunciate da un attivista come: «Ho fatto bene a non candidarmi», «Ma, sono cert* che senza strategie XXX non sarebbe arrivat* prim* comunque» e «Non lo dite in giro che avete fatto strategie sennò ci prendono per il cu…». Il dossier sostiene la tesi di una manovra contro un candidato particolare che è poi invece stato eletto. Intanto, sempre dal dossier, il leaks continua facendo emergere come chi fa parte della chat si sia accorto della fuga di notizie in rete.
I TENTATIVI - Questo è il clima pugliese. Non proprio da Mulino Bianco. Eppure un tentativo precedente di riappacificazione c’è stato. Prima di Corato, a settembre 2012, ci sono stati vari tentativi di chiarimento, con la prova di “riunione ristretta” tra le vecchie facce ancora prima dell’avvio delle Parlamentarie. I leaks però circolano e non danno l’idea di un clima coeso. Macchina del fango o spada della trasparenza? Il dossier, creato non si sa bene da chi,  sarebbe on line già da diverso tempo. Quel chiacchierare in rete parte proprio da lì. In barba alla privacy, tassello dopo tassello, si ripercorrono tutte le tappe, fino a novembre, quando a Lecce si nota che per alcuni il problema non è del tutto risolto. Davanti alle domande di tutela sulle “minoranze” lanciate da voci critiche del MoVimento 5 Stelle il tema torna di nuovo su quella maledetta chat. «Io immagino che voi abbiate mandato tutto a Grillo – spiega Barbara Lezzi durante l’incontro – e mi auguro che lui assolva al suo dovere di tutelarvi. Vi chiedo solo una cosa però: di pubblicare l’intera chat dove Alfredo Ronzino è presente dall’inizio e chiedere a Ronzino il perché non l’abbia resa pubblica prima di sapere la sua posizione sfavorevole all’esser eletto». Divisioni che si mischiano alle voci dissidenti, in un caos che non fa certo bene al MoVimento pugliese. Si parla di stralcio montato ad arte ed inviato a Beppe Grillo. Lo staff nazionale però non ha finora agito. Forse non è necessario, anche se una cittadina dopo l’intervento della senatrice precisa che “tutti i cittadini” devono venire a conoscenza dei contenuti. È la trasparenza bellezza. A volte un po’ troppa.

Crozza straordinario.


IL nuovo che avanza fa il bis. Questi non hanno proprio alcuna etica. Sparano contro la casta ma esclusivamente per sostituirla. Non hanno neanche gli strumenti critici per accorgersi che sono e fanno come la casta.

Parenti e amici, lo scandalo a 5 stelle rischia di allargarsi

La senatrice Lezzi (M5S) ha assunto - con i soldi pubblici - la figlia del suo compagno. Ma si difende: ''Molti dei nostri hanno fatto così''

Scritto da  il 7 novembre 2013 in Politica
Barbara Lezzi 250x141 Parenti e amici, lo scandalo a 5 stelle rischia di allargarsi“Lo fanno in molti”. È questa la giustificazione che la senatrice Barbara Lezzi, 40enne leccese del MoVimento 5 Stelle ha dato di fronte al nuovo scandalo sollevato dall’Espresso. La senatrice ha infatti assunto come portaborse la figlia del proprio compagno. Lo fanno in molti, è vero. Peccato che proprio il MoVimento 5 Stelle, per bocca dell’ex capogruppo Roberta Lombardi, nel marzo 2013 aveva lanciato un vero e proprio bando per raccogliere cv degli aspiranti collaboratori, “Mandate i curricula, cerchiamo persone pulite trasparenti e oneste. Sceglieremo i migliori tra quelli che riceveremo, perché vogliamo svolgere un lavoro eccellente”.
“Non solo io, molti di noi”. I 5 stelle si difendono: “Servono persone di fiducia per svolgere certi incarichi”. Indubbiamente. Ma allora che senso ha avuto chiedere il curriculum a 20mila persone, che speravano di essere assunte per i propri meriti e non per le proprie conoscenze? Propaganda, forse. Ed oggi dopo otto mesi di quella meritocrazia tanto sbandierata non resta più nulla. Anche perché, a sentire le parole della Lezzi, lo avrebbero fatto anche altri suoi compagni di partito: “Molti di noi hanno scelto degli amici o degli attivisti, quindi con legami pregressi”.
Quel documento dimenticato. Nulla di nuovo, quindi, sotto questo sole. Da una parte è normale avere come collaboratori persone di fiducia e competenza. Poco opportuno avere parenti e congiunti accanto, soprattutto quando vengono pagati con i soldi pubblici. I 5 Stelle, su questo hanno fatto la morale a tutti. Tant’è che tutti i parlamentari a 5 stelle avevano firmato questo documento: “Mi pegno a utilizzare sempre un criterio meritocratico nella selezione di qualsiasi posizione o incarico di competenza mia o del futuro gruppo parlamentare utilizzando dove possibile un bando pubblico che preveda la massima trasparenza sui nomi e sui curriculum dei candidati e dei criteri di scelta adottati. Mi impegno inoltre a non selezionare o far selezionare per tali posizioni i miei parenti e affini fino al quarto grado” (Per leggere il documento, clicca qui). Più chiaro di così…
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dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...