"Se non ci sono cambi di indirizzo, entro la prossima settimana depositeremo la richiesta per un eventuale affidamento in prova ai servizi sociali per Silvio Berlusconi". Lo ha detto all'Ansa il prof. Franco Coppi, uno dei difensori dell'ex premier condannato definitivamente a quattro anni di reclusione, tre dei quali coperti da indulto, per il caso Mediaset.
Il legale, ha precisato che l'istanza dovrebbe contenere "indicazioni di massima" per l'eventuale affidamento. Entro il 15 ottobre il Cavaliere deve infatti optare se scontare l'anno di pena a suo carico ai domiciliari o svolgendo attività socialmente utili. Poco dopo dovrebbe arrivare il voto dell'Aula che, a meno di sorprese, sancirà la decadenza dalla carica di senatore.
Su come si debba procedere al voto è polemica fra i partiti. Il M5s continua ad avanzare la proposta di modifica al regolamento per procedere con voto segreto. Il Pd appoggia politicamente la modalità, ma chiude la porta a qualsivoglia ritocco regolamentare. Il Pdl fa quadrato: con le norme esistenti, bastano venti senatori che contestino il verdetto della Giunta per procedere al voto in aula con scrutinio segreto.
"Il problema del voto segreto-voto palese non esiste - attacca Francesco Giro - È dunque inutile alimentare la polemica. Il regolamento prevede il voto segreto. Punto. Piuttosto - aggiunge - inviterei tutti i 91 senatori del Pdl a sottoscrivere la richiesta di impugnazione del voto in giunta, richiesta indispensabile e necessaria per giungere al voto in aula".
"Il voto dell'Aula per decidere sulla decadenza del senatore Berlusconi sarà un voto segreto - taglia corto Renato Schifani - Lo prevede espressamente il regolamento del Senato al terzo comma dell'articolo 113 e non credo che il presidente Grasso voglia e possa disattenderlo. La polemica è pertanto inutile e stucchevole. Specie se arriva da esponenti di un partito che in casi analoghi, come quello del senatore Di Girolamo, aveva chiesto e ottenuto, secondo le regole, che il voto fosse segreto".