I guai giudiziari di Silvio Berlusconi non finiscono mai. Dopo la sentenza del processo Ruby bis che rischia di gettare il Cavaliere in un'altra "avventura" processuale per corruzione in atti giudiziari, ecco che altre cattive notizie arrivano dalla procura di Bari. Il pm Pasquale Drago ha mandato ai legali dell'ex premier l'avviso di conclusione indagini, in questo caso molto probabilmente propedeutica a una richiesta di rinvio a giudizio. Secondo l'accusa Berlusconi avrebbe pagato il faccendiere Gianpaolo Tarantini per tacere e non rivelare ai magistrati i suoi rapporti con le escort. Insomma, altro processo in vista per il Cav.
In particolare, così Repubblica sintetizza la vicenda:
Silvio Berlusconi avrebbe pagato le prostitute, amiche di Gianpaolo Tarantini, per passare una notte con loro. Per sdebitarsi, in qualità di presidente del consiglio, avrebbe poi fatto pressioni su Protezione civile e Finmeccanica perché dessero appalti al suo lenone. E due anni dopo, spaventato che tutto questo potesse venire fuori nell’inchiesta della Procura di Bari, ha comprato il silenzio di Tarantini in modo tale che l’imprenditore mentisse - come poi ha fatto - davanti ai magistrati.
Il quotidiano riporta anche i virgolettati del procuratore Drago nell'avviso di conclusione delle indagini:
Berlusconi avrebbe «assicurato a proprie spese la difesa» dell’imprenditore, si legge nelle due pagine di avviso, «gli avrebbe procurato un nuovo posto di lavoro» e messo a disposizione, tramite Lavitola che per questo è iscritto nel registro degli indagati, «un prestito di cinquecentomila euro». Ma cosa faceva tanto paura a Berlusconi? Nello specifico, ricostruisce l’accusa, Tarantini - pagato dall’allora presidente del Consiglio - avrebbe negato, «contrariamente al vero, che Berlusconi avesse corrisposto alle donne reclutate da Tarantini compensi in cambio di prestazioni sessuali». Ha «taciuto i reali contenuti dell’incontro con il Cavaliere del 13 novembre 2008»: un incontro, avvenuto a mezzanotte e 40, che serviva a organizzare quello che sarebbe accaduto la mattina successiva. Berlusconi è in auto con Bertolaso, e chiama Tarantini, passando poi il telefono all’allora capo della Protezione civile perché si accordino per un appuntamento. Tarantini voleva proporre alcuni affari. Ciò nonostante l’imprenditore barese davanti ai magistrati, proprio perché pagato da Berlusconi, ha sempre negato «la reale portata - scrive la procura di Bari - dell’interessamento di Berlusconi in suo favore in particolare in riferimento a pi progetti di affari fa concretizzare con procedure illegittima con i responsabili della Protezione civile e con le società commerciali che fanno capo al gruppo Finmeccanica». Berlusconi era stato ascoltato il 17 maggio scorso a Bari. E aveva spiegato che quei regali a Tarantini erano stati soltanto un atto di generosità. Una tesi che evidentemente non ha convinto i pm, che ora si apprestano a chiedere il processo.