sabato 13 luglio 2013

Il più grande statista italiano con il più grande comunista russo. Una miscela entusiamante di democrazia. La stessa che é presente nella Cisl di Pavia.


Silvio va da Putin in un viaggio top secret
di Redazione - 13/07/2013 - La visita privata a Sochi sul Mar Nero



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Tratto da: agenzia di stampa TmNews
Tanti sussurri e poche certezze intorno alla visita di Silvio Berlusconi, all’amico di sempre, Vladimir Putin in un periodo molto complesso della vita dell’ex presidente del Consiglio italiano. Per la prima volta neppure una conferma a mezza bocca dalla Russia sul viaggio che si annuncia come l’avventura più top secret per il Cavaliere in terra russa: a parlare della “visita privata” a Sochi sul Mar Nero per ora solo fonti dall’Italia. La prudenza deriva principalmente da quel week end, annullato all’ultimo minuto, che si doveva tenere il 25 e 26 maggio scorsi. “All’epoca c’erano state delle discussioni in merito, ma poi il tutto si era concluso in niente e avevano deciso di rimandare più in là” dice una fonte. Nei giorni scorsi, secondo un’altra fonte, l’ipotesi era riemersa per un incontro a Sochi o a San Pietroburgo. La stampa russa oggi tace. Il Cremlino pure.
BERLUSCONI E PUTIN - Un misto di prudenza e segretezza crescente avvolge ogni volta di più le parentesi russe del Cavaliere. Benchè l’interesse e anche la simpatia dei connazionali di Putin per “l’amico Silvio” non va affatto scemando. Anzi, pochi giorni orsono, per la prima volta, Komsomolskaya Pravda, quotidiano non distante dalle posizioni del Cremlino e il più diffuso sul territorio della Federazione, ha rivelato i particolari di una presunta liason con l’attrice e modella russa, 30enne, Raissa Skorkina. Ma al di là del gossip, c’è un’amicizia di lunga durata. E tanti viaggi. Alcuni passati alla storia, grazie, alle immagini dei due leader in colbacco. Altri a segnare momenti importanti, come quello avvenuto esattamente un anno fa, per il terzo insediamento non consecutivo alla presidenza di Vladimir Vladimirovich. Tutti comunque capaci di scatenare curiosità e domande su quello che avverrà dietro quelle porte e quei muri invalicabili, che in genere proteggono strenuamente la privacy di Putin, recentemente proclamato da Foreign Policy l’uomo più potente al mondo.

IL COLLOQUIO SEGRETO - Che cosa si diranno? e Che cosa faranno? sono due domande a cui “non c’è e non ci sarà” risposta ufficiale. Potrebbero brindare al primo anno dopo il ritorno al Cremlino dell’amico Volodja. Parlare delle traversie giudiziarie di un Berlusconi sempre più sotto accusa nei processi Mediaset e Ruby. Qualcuno fa notare che non ci saranno immagini a raccontare la rimpatriata. Di sicuro si è affermata una lunga tradizione, ormai divenuta un assunto: Putin non dimentica mai gli amici e Berlusconi, tra gli invitati ad applaudirlo mentre faceva il suo ritorno trionfale al Cremlino, è fra questi. “A me è stato dato il posto d’onore, ero in prima fila dietro alle first lady” aveva raccontato il 7 maggio 2012 l’ex presidente del Consiglio, intercettato dalle agenzie italiane accreditate a Mosca. Usciva dal Ritz per raggiungere nuovamente Putin a un secondo ricevimento e a una partita di hockey dove lo stesso capo di stato si sarebbe esibito e avrebbe segnato. “E’ stato un gol bellissimo”, commentò poi il Cavaliere.
GOL E FORZA – E fra gol e dimostrazioni di forza, l’amico Putin si è confermato un vincente non solo con il dischetto. Vladimir Vladimirovich in questi mesi ha saputo ribaltare un risultato che sembrava scontato: il crescere dell’opposizione nel Paese. E’ riuscito a rimettere tutto sotto controllo, riprendere il timone e riaffermarsi zar. O almeno per ora l’assenza di una crisi economica in Russia glielo ha permesso. E il sistema costruito intorno al presidente (in carica ancora per 5 anni e in sella da 13) potrebbe garantire una significativa longevità. Non a caso lo stesso Putin ha preso ad esempio lo scorso 25 aprile la rielezione del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano sottolineando: “La vecchia guardia serve. L’Italia ha scelto Napolitano: ha 87 anni”. Putin il prossimo 7 ottobre ne fa 61. E i compleanni di Valodja sono un altro appuntamento che Berlusconi non manca mai. (TMNEWS)

Da vedere con attenzione. Come sempre quelli del Fatto Quotidiano sono grillini a prescindere.

http://youtu.be/ZcStZBXLqOc

Riceviamo e pubblichiamo.

http://youtu.be/su8swEZ9SGM

Sono orgoglioso di avere un presidente della Camera così capace seria e coraggiosa.


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Ius soli, la Boldrini rilancia
"Chi nasce qui è italiano"

La presidente della Camera in visita in Calabria. "Non possiamo chiedere ai cittadini di essere eroi ma in questa terra di eroi ne ho visti tanti".  "In tempi di globalizzazione non si può ignorare la realtà che tanti figli di immigrati sono cresciuti con i nostri figli"
di GIUSEPPE BALDESSARRO
LAMEZIA TERME - "Non possiamo chiedere ai cittadini di essere eroi, ma io in questa terra di eroi ne ho visti tanti". E' scossa Laura Boldrini. La due giorni della Presidente della Camera in Calabria le hanno lasciato dentro una sorta di magone. Il viaggio che da ieri mattina l'ha portata prima a Rosarno, poi a Riace e infine a Lamezia Terme, è stato particolarmente duro. Intenso e duro, lei stessa dice "forte ed emozionante". Ma anche utile per entrare di petto nel dibattito politico quando, davanti a 400 bimbi stranieri a cui ha dato la cittadinanza italiana, ha detto: "Chi nasce qui è italiano".

La Presidente ha incontrato amministratori, volontari, disoccupati, imprenditori, familiari di vittime di 'ndrangheta, testimoni di giustizia, "gente che lotta ogni giorno". Ha riempito decine di pagine di appunti, segnandosi ogni cosa, personalmente. Con l'intenzione di "fare tutto ciò che il ruolo istituzionale consente per sollecitare la Regione, il Parlamento e le istituzioni in generale".   

A Rosarno ha parlato a lungo con le sindache sotto scorta. Ha incontrato Maria Carmela Lanzetta, che nei giorni scorsi ha annunciato le dimissioni da primo cittadino di Monasterace. A Rosarno poi, con la sindaca Elisabetta Tripodi, ha riempito l'auditorium. Non si sono visti i parlamentari e non c'erano neppure quelli regionali, ma il salone era pieno di persone comuni, e anche se ufficialmente non lo dice nessuno, l'assenza dei rappresentanti politici di "prima fascia" non si è sentita, anzi.

Laura Boldrini si è molto soffermata sul ruolo degli amministratori di frontiera e soprattutto su quello delle donne, dicendo: "C'è anche una componente sessista, nelle minacce che subiscono. E questo nel senso che per un certo tipo di mentalità come quella mafiosa, intimidire una donna è più facile. A loro voglio dimostrare vicinanza sia come donna che come Presidente della Camera". Ha poi ricordato di essere in Calabria "Perché invitata dal sindaco, Elisabetta Tripodi, e dalla sua collega di Montasterace, Maria Carmela Lanzetta, che, quando mi hanno chiamata, non hanno posto l'accento sulle minacce e sugli attentati che hanno subito, ma mi hanno solo chiesto attenzione per il loro territorio". 

La Boldrini, pur non entrando nel merito della decisione della Lanzetta di dimettersi da sindaco ha sottolineato che "quanto accaduto, però, dimostra come sia complesso amministrare questa terra bellissima e difficile e quanto sia arduo mantenere la schiena dritta qui più che altrove e non essere lasciati soli". La solitudine di chi lavora in una terra come la Calabria è stato uno dei temi ricorrenti negli incontri della Presidente. Solitudine istituzionale e mediatica.

In questo senso ha fatto l'esempio di dell'intimidazione al sindaco di Nicotera, Francesco Pagano, contro l'abitazione del quale sono state sparate alcune raffiche di kalashnikov: "Mi ricorda le scene cui ho assistito in passato nelle zone di guerra, in Paesi cioè che non riconoscono lo Stato di diritto. La presenza della 'ndrangheta, ormai, è una vera e propria lesione ai diritti umani". Da qui per aggiungere: "Mi ha sempre colpito che in Calabria i quotidiani nazionali non hanno redazioni. Chi è esposto, invece, sono i cronisti locali, che mettono a repentaglio la loro vita per accendere i riflettori sulla regione. In questo senso è significativo il fatto che su quanto è accaduto al sindaco di Nicotera non ho trovato mezza riga sui giornali nazionali". Tante donne a Rosarno, che hanno voluto raccontare alla Boldrini il dramma della disoccupazione e della mancanza di servizi in una realtà complessa, difficile, violenta nelle sue espressioni quotidiane. 

La Presidente si è anche intrattenuta per quasi un'ora con i genitori di Fabiana Luzzi, la ragazzina di 16 anni, che a fine maggio è stata uccisa e bruciata dal fidanzatino a Corigliano Calabro. Il giorno dei funerali si erano sentiti telefonicamente, ma ieri ha voluto vederli di persona. Nel pomeriggio poi è stata ospite del "paese dei rifugiati". Ad accoglierla i bambini, figli di migranti, e le loro canzoni: "Bella ciao" e l'inno di Mameli. "A Riace è stato attuato un esperimento di accoglienza di grande valore e che ha una doppia valenza", ha detto.

"Mimmo Lucano - ha poi aggiunto - è un sindaco che ha una visione del mondo basata sull'inclusione. La doppia valenza del suo esperimento consiste nel fatto che, accogliendo, si dà protezione e sicurezza a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese. Nello stesso tempo, però, accogliere vuol dire ripopolare i borghi. In questo senso andava la legge sull'accoglienza, alla quale ho collaborato come portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, che il Consiglio regionale della Calabria approvò nel 2009 all'unanimità". Una legge di cui non si ha più traccia e della quale la Boldrini chiederà conto alla Regione Calabria.

Oggi a Lamezia Terme, ospite del sindaco Gianni Speranza, la Presidente ha partecipato al conferimento simbolico della cittadinanza a 400 bambini stranieri residenti in città. "In tempi di globalizzazione non si può ignorare la realtà e cioè che nel Paese ci sono persone che vengono da altri luoghi ma che fanno parte della nostra società. In Italia ci sono oltre quattro milioni di immigrati. Tanti sono nati qui e sono cresciuti con i nostri figli. Bisogna prendere atto del fatto, quindi, che sono italiani". Anche a Lamezia un bagno di folla prima di rientrare a Roma con qualche amarezza: "Vado via con un nodo in gola. Sono stati due giorni emozionanti e intesi. Ho visto tanta solitudine certo, e tanti problemi da risolvere, ma ho visto anche i germogli di una primavera possibile, che sento il dovere di incoraggiare e sostenere. Ai cittadini non possiamo chiedere di essere eroi. Ma in Calabria, di eroi di cui non parla nessuno, ne ho visti tanti".  

venerdì 12 luglio 2013

Tre mesi fa non si poteva. Adesso si può perché lo ha deciso il generale Pound. Questa è una setta non un movimento. É un partito marxista leninista..



Nicola Morra (M5s): "Governo col Pd? Non lo escludo se accordo su 5-10 punti" (FOTO)
Repubblica  |  Pubblicato: 12/07/2013 09:48 CEST  |  Aggiornato: 12/07/2013 13:22 CEST


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Alleanze? Il M5S è da sempre "disponibile" a realizzare il proprio programma: la condizione è che gli altri partiti si "trasformino nel M5S", facendo propri tutti gli obiettivi di governo del movimento. E' quanto afferma il capogruppo al Senato Nicola Morra, precisando il suo pensiero rispetto all'intervista rilasciata ieri a La Repubblica.
"La fiducia a un governo con il Pd? Non posso escluderla. Naturalmente passando sempre da un momento assembleare". È lo 'spiraglio' che apre, in un'intervista concessa a Repubblica ed Europa, il capogruppo del Movimento cinque stelle al Senato Nicola Morra, spiegando che però ci vorrebbe prima un accordo su un programma di 5-10 punti, dal "reddito di cittadinanza e la riduzione dei costi della politica e della burocrazia", ma anche "la defiscalizzazione del lavoro e la giustizia nella politica, per un Parlamento pulito. Introducendo anche il limite dei due mandati. E poi, ancora, la ripartenza delle forme di attività della nostra tradizione produttiva. Senza dimenticare anche il tema delle pensioni d'oro".

Tutti punti illustrati anche al presidente della Repubblica: "Quando abbiamo parlato con lui di questi punti - riferisce Morra - Napolitano si è detto d'accordo". "Se il Pd si presenta da noi con cinque o dieci punti realizzabili, e realizzabili immediatamente - spiega - non posso escludere" che il M5s possa votare la fiducia e governare insieme ai democratici. "E magari, prima, si potrebbero presentare cinque disegni di legge con le loro firme e anche le nostre". E poi "dovremmo valutare anche il valore e la correttezza delle persone, naturalmente".


La conferenza stampa di Beppe Grillo
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Questo é il modello di donna che dobbiamo mostrare alle nostre figlie. Altro che le veline.


Il giorno del coraggio di Malala
di Redazione - 12/07/2013 - Un vero trionfo all'ONU nel giorno del suo compleanno, per la ragazza ferita dai talebani ostili all'istruzione femminile

Il giorno del coraggio di Malala <1>
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Malala Yousafzai è una giovane pakistana che è stata ferita insieme ad altre compagne di scuola da talebani, ma che non ha mai smesso di battersi per il diritto a un’istruzione migliore.

LA PIAGA TALEBANA - Dal 2008 a oggi gli estremisti islamici hanno distrutto 750 “scuole” o quello che erano, spesso semplici stanze disadorne, e hanno ucciso decine di scolare. Una campagna terroristica contro l’istruzione femminile, per i talebani il destino delle donne è ben lontano dai libri. Gli attacchi, particolarmente odiosi agli occhi dei pakistani meno estremisti e non solo, non destano però un grande scandalo, “contenuti” come sono nel quadro di una tragedia più grande, che ormai da decenni ferisce Afghanistan e Pakistan. Che i talebani siano feroci, misogini e usino la violenza per disciplinare quelli che non la pensano come loro non è una novità e sarà forse per questo che anche la straordinaria storia di Malala ha suscitato molte reazioni inclini al cinismo.
TANTISSIME MALALA - Per una Malala curata a Londra e poi portata fin sul podio dell’ONU ci sono migliaia di Malala che muoiono nell’indifferenza, anche per colpa di chi ha scatenato una guerra feroce in nome di una liberazione delle donne che si è pensato di realizzare in punta di fucile. Ciò non toglie che l’evento organizzato dall’ex primo ministro Gordon Brown, ora Inviato Speciale dell’Onu per l’Educazione Globale sia riuscito molto bene e che Malala sia riuscita a consegnare al mondo un discorso da adulta, ma altamente ispirato, trasmesso all’Assemblea  con la sicurezza di chi da tempo si batte proprio per il diritto all’istruzione universale.





















9 ottobre 2012 – sparano a Malala



NO CINISMO - Il Malala Day ha coinciso con il suo compleanno, caricando così di un lteriore valore simbolico un discorso che va letto esattamente come simbolo del riconoscimento dell’importanza dell’educazione da parte della comunità delle nazioni, per questo sarebbe meglio riporre il cinismo e anche perché non capita spesso che l’ONU e i media siano occupati da discorsi edificanti.

IL DISCORSO - “Non posso credere a quanto amore ho ricevuto, il Malala Day non è il mio giorno. Oggi è il giorno di ogni donna, bambino e bambina che hanno alzato la voce per difendere i loro diritti”. Ha esordito così, vestita con uno scialle appartenuto a Benazir Bhutto, l’ex premier pakistana uccisa in un attentato dai qaedisti,  e poi ha srotolato riferimenti a Gandhi, Martin Luther King e Madre Teresa per dire che lei non sparerebbe nemmeno ai talebani che la volevano uccidere e che le parole sono le armi più potenti a disposizione di chi persegue la pace e il rispetto dei diritti.
UN SUCCESSO - “Mi concentro sui diritti delle donne e delle bambine perchç sono loro che stanno soffrendo di più”, ha spiegato poco prima di consegnare all’Assemblea uno slogan potente a favore dell’istruzione: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione può cambiare il mondo.” Per questo ha chiessto alle donne di tutto il mondo di essere coraggiose e di reclamare per sé e per i figli la migliore istruzione possibile, raccogliendo alla fine del discorso una meritata standing ovation.

Le tipiche pagliacciate del M5S. Mentre la gente é senza lavoro.

http://youtu.be/1hsPijEg1bc

mercoledì 10 luglio 2013

Questa è la lettera inviata alla gloriosa testata "La Provincia Pavese" per smentire una serie di bugie pubblicate dal giornale con dichiarazioni virgolettate di "anonimi sindacalisti" che si riducono ad un solo funzionario della CISL. La Direttrice ha pubblicato la lettera perchè obbligata. In caso contrario l'avrei denunciata. Ha dimenticato di scrivere solo l'ultima parte. E noi la pubblichiamo affinchè tutti la possano passare in rete ad altri. Ovviamente appare superfluo sottolineare che quando questao solito funzionario della Cisl deve "comunicare" sulla Provincia pavese trova sempre spazio. E' un sindacalista della CISL. E si sa quando uno è del PDL trova sempre spazio sulla Provincia Pavese con questa direttrice.


Gent.ma  Direttrice,
vengo a conoscenza di un articolo, riguardante la mia persona e la professione che esercito, pubblicato sulla Provincia Pavese in data sabato 29 giugno 2013.
Chiedo, ai sensi della norma vigente, la pubblicazione di mie precisazioni con riferimento alle inesattezze (sic!) contenute nell’articolo sopra citato.
1.     Nell’articolo viene riportato il punto di vista di sindacalisti senza precisare le loro generalità e a quale sindacato appartengano.
2.     Gli “anonimi sindacalisti” dichiarano che è stata comminata al sottoscritto, dirigente scolastico presso la scuola “G. Plana” di Voghera, una multa (n.d.r. di 350 euro) “ a causa di intemperanze del preside nei confronti dei sindacati generata dalla volontà manifestata dallo stesso di utilizzare una parte del fondo d’istituto per il pagamento di supplenze”. Altro motivo, ad avviso sempre dei “sindacalisti anonimi”, determinante per comminare allo stesso dirigente scolastico la multa sopracitata, sarebbe stata la constatazione da parte degli ispettori “ di una situazione di disagio e difficoltà di relazione tra Rubiconto e alcuni docenti, tale da impedire il sereno proseguimento scolastico, determinando in alcuni docenti il senso di sfiducia”.
Per quanto riguarda il punto 1) appare molto probabile desumere che “i sindacalisti anonimi” non siano poi tanti ma si riducano ad una sola persona, probabilmente rappresentante della CISL.
Per quanto attiene al punto 2) sarebbe stato sufficiente leggere il documento a firma del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale della Lombardia per comprendere che le ragioni della multa comminata al sottoscritto non sono quelle elencate dai “sindacalisti anonimi”.  Le motivazioni indicate nell’articolo sono, infatti, tutte false.
L’intemperanza del dirigente scolastico nei confronti del sindacato, l’utilizzo del fondo d’Istituto in maniera inappropriata, il clima scolastico non sereno all’interno della istituzione scolastica “G. Plana” non sono mai stati citati nel documento pervenuto al sottoscritto.
Il dirigente scolastico, infatti, è stato “multato” perché “ ha rilasciato più volte dichiarazioni contro l’amministrazione da cui dipende ed i suoi rappresentanti” (n.d.r. citazione autentica contenuta nel documento del Direttore Generale).
Il sottoscritto ovviamente, ritenendo la multa ingiusta e illegittima, ha già dato mandato ai propri legali di ricorrere avverso a tale decisione del Direttore Generale.

Al sottoscritto non restano che due amare considerazioni a conclusione di questa  vicenda, relativamente al ruolo della informazione e del sindacato in un paese democratico:
a.     I giornalisti, prima di pubblicare le dichiarazioni di “anonimi” dovrebbero verificare, con molta attenzione e serietà, le loro “fonti”. Infatti, qualsiasi “anonimo” potrebbe avere interesse a dichiarare il falso pur di danneggiare una persona a lui non gradita.
b.     Quando parliamo di crisi del sindacato bisognerebbe ricordare che la causa del discredito attribuibile alle organizzazioni sindacali è sempre riconducibile alla scarsa moralità e correttezza di alcuni sindacalisti che occupano posizioni apicali nella struttura di queste associazioni private. Per rinascere il sindacato dovrebbe trovare il coraggio di fare quello che si mette in atto tutti i giorni nei grandi e seri sindacati del nord Europa: espellere gli incompetenti e i personaggi dal profilo etico non specchiato.


Minori, lì 4 luglio 2013

Il Dirigente Scolastico
         Dott. Francesco Rubiconto

Non sapevamo di avere tutti questi statisti in Italia. E pen

http://youtu.be/IxCh7w3OfHg

Il mio paese muore e noi dobbiamo pensare ai processi di Berlusconi. Non é possibile in nessuna nazione del mondo.


Silvio Berlusconi: l’uomo che da vent’anni blocca l’Italia
di Valentina Spotti  - 10/07/2013 - Il paese affonda, ma il Parlamento si "ferma a riflettere" sulle beghe giudiziarie del Cavaliere



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Un paese in balia di un unico uomo: ecco cos’è l’Italia. Un uomo che ha il potere di convincere il Parlamento a votare contro il proprio interesse (ammesso che l’interesse del Parlamento sia quello di lavorare per il Paese) pur di perseguire i propri fini. Quello che è successo oggi a Montecitorio è solo l’ultimo di una serie di fatti che dimostrano quanto il Cavaliere abbia il potere di fare e disfare a suo piacimento, ai danni di sessanta milioni di persone che questa mattina si sono svegliati leggendo i titoli dei giornali che annunciavano che il rating dell’Italia è a un passo dal “livello spazzatura”.
FERMARSI A RIFLETTERE MENTRE IL PAESE AFFONDA - Ma per Silvio Berlusconi e i sui accoliti, che da vent’anni predicano a favore di una ripresa economica che solo un loro governo parrebbe in grado di offrire, oggi era più importante “fermarsi a riflettere” sulla decisione della Cassazione di arrivare a sentenza entro la fine del mese sul processo Mediaset. Una sentenza che pesa come un macigno sulle spalle del Cavaliere, che ha pensato bene di fare come fanno le mucche: sedersi sui binari della ferrovia per bloccare il passaggio del treno. Una sospensione di tre giorni dell’attività parlamentare che non solo il Pdl ha avuto il coraggio di proporre, ma che – e questa è la cosa grave – è stata addirittura votata. Così il debito pubblico, l’emergenza disoccupazione, il declassamento dell’Italia restano tragicamente sullo sfondo, mentre una nazione è costretta a preoccuparsi delle vicende giudiziarie di un uomo che è ancora al governo nonostante le condanne e gli scandali, scandali come quello di oggi.
LEGGI AD PERSONAM - In vent’anni, di “mucche sui binari” ce ne sono state tante. A partire dalle leggi ad personam, che hanno reso Berlusconi famoso in tutto il mondo: dalla depenalizzazione del falso in bilancio nel 2002 (per tirarsi fuori dai processi All Iberian-2 e Sme-Ariosto-2) alla riduzione dei termini di prescrizione dei processi, fino al Lodo Alfano che, ricordiamolo, prima di essere dichiarata incostituzionale nel 2009 prevedeva l’immunità per le cariche più alte dello stato. E, infine, il legittimo impedimento tornato clamorosamente alla ribalta qualche giorno fa dopo il respingimento del ricorso da parte della Consulta, sempre nell’ambito del Processo Mediaset. Un processo che parrebbe avviarsi verso una rapida conclusione e che spaventa il Cavaliere al punto di bloccare l’attività parlamentare.

LE MINACCE AL GOVERNO - Ma non ci sono solo le leggi ad personam. Perché la strategia del Cavaliere si basa espressamente nel tenere in bilico l’attuale governo come un impiccato si tiene precariamente in equilibrio sullo sgabello posto sotto ai suoi piedi: ad ogni nuova bega giudiziaria Berlusconi dà un colpetto allo sgabello, minacciando di rovesciarlo. Sono minacce vere e proprie, quelle di Berlusconi, anche se spesso arrivano travestite da rassicurazioni. A ogni sentenza o a ogni pronunciamento dei giudici, i Cavaliere si preoccupa di avvisare tutti che nonostante “il chiaro intento della magistratura” di volerlo “far fuori dalla vita politica” il fatto non avrà “nessun impatto negativo sul governo”. Come se, invece, fosse diventato naturale pensare il contrario, e cioè che le vicende giudiziarie di una singola persona possano realmente rappresentare un problema per un intero paese.

Non sapevamo di avere tutti questi statisti in Italia.

http://youtu.be/IxCh7w3OfHg

Noi siamo in queste mani. Poveri noi. Due clown per un paese sono troppi.

http://youtu.be/GI9kMoe4dJY

La Lega Nord dimentica che il reato di banda armata é stato depenalizzato perché si dovevano salvare i leghistii veneziani che assaltarono piazza San Marco

http://youtu.be/2gs6znAXQVE

Sempre più brava. Grandissima Boldrini. Il migliore presidente della camera che abbiamo mai avuto nel nostro paese.


Fiat, Boldrini declina invito di Marchionne: “No alla gara al ribasso dei diritti”

La presidente della Camera non accetterà l'offerta dell'ad del Lingotto a visitare lo stabilimento in Val di Sangro: "Per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all’estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole"

Laura Boldrini
No grazie. Laura Boldrini non andrà a visitare lo stabilimento Fiat in Val di Sangro, declinando di fatto l’invito di Sergio Marchionne. In una lettera all’ad del Lingotto, la presidente della Camera dice no alla “gara al ribasso sui diritti” e spiega che per “impegni istituzionali già in agenda” non può accogliere l’invito alla cerimonia del 9 Luglio in Val di Sangro. ”Per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all’estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale” ha scritto l’esponente di Sel nella lettera. Una missiva dal contenuto netto, in cui la presidente di Montecitorio sottolinea come “le vecchie ricette hanno fallito e ne servono di nuove”. Quali? Per la Boldrini non ci sono dubbi: “E’ necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell’innovazione. Una via che non è in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa”.
Parole forti, che vanno ad inserirsi nella polemica sulla dinamica industriale della Fiat, per molti sin troppo esterofila. La presidente della Camera, inoltre, sottolineando il suo “interessamento ai temi del lavoro in questa particolare fase di crisi economica“, ha detto di provare a “sollecitare, per quanto è nelle mie facoltà, l’esame di proposte di legge di iniziativa governativa o parlamentare che si propongono di stimolare e incoraggiare nuova occupazione. E cerco – spiega ancora – quanto più possibile di incontrare sia le delegazioni di lavoratori che vengono a Roma per far sentire la loro voce al Governo e al Parlamento, sia i piccoli e medi imprenditori che tentano una via di uscita dalla crisi”.
“Questi incontri, e i tanti che svolgo nelle città italiane, insieme alle decine di migliaia di lettere e messaggi che ho ricevuto finora, mi danno il senso dello stato di salute della nostra economia e dei suoi numerosi punti di criticità – dice la presidente di Montecitorio – In particolare emerge la portata del processo di deindustrializzazione che colpisce aree sempre più vaste del nostro Paese”. In tal senso, “per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all’estero – sottolinea Boldrini – centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale”. “Siamo consapevoli – prosegue – che bisogna invertire quanto prima questa tendenza e ognuno di noi può fare qualcosa di utile. La politica, certamente, ma anche il mondo sindacale e quello imprenditoriale. Tutti siamo chiamati a sfide nuove. La mia esperienza di vita e di lavoro mi ha spinto a guardare tutto questo in un’ottica globale e a rendermi conto che non servono soluzioni di corto respiro. Il livello e l’impatto della crisi – dice – sono tali da imporre un progetto del tutto nuovo, una politica industriale che consenta una crescita reale, basata su modelli di sviluppo sostenibile tanto a livello economico, quanto sociale e ambientale. Tutto questo mi porta a guardare con particolare interesse alla condizione e al ruolo della Fiat, sia in Italia sia all’estero, e ascoltare le ragioni di quanti partecipano attivamente a una realtà così importante”.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...