sabato 6 aprile 2013

Franceschini dimettiti. Proposta impraticabile. Fino a ieri avevi detto che i due partiti erano alternativi e adesso cosa è cambiato?



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POLITICA
Governo, Franceschini apre al confronto col Pdl
L'ex segretario del Pd: «Otto punti? C'è propaganda ma parliamone».


(© La Presse) Dario Franceschini, ex segretario del Pd.

Più che un governissimo «un atto di coraggio», un governo di transizione «sostenuto da avversari per fare cose urgenti come la legge elettorale o provvedimenti di sostegno all'economia». Dopo l'intervista al Corriere della Sera con la quale aveva aperto al dialogo col Pdl, Dario Franceschini ha voluto specificare il concetto delle intese politiche con il centrodestra nell'interesse del Paese. Al Tg1 Franceschini è partito dagli otto punti programmatici lanciati da Silvio Berlusconi: «Sono idee da mettere sul piano del confronto, anche se c'è molta propaganda», ha spiegato.
«IL PD NON PUÒ PERMETTERSI DIVISIONI». Ma come dimostrano le dichiarazioni quotidiane di Renzi, il tema del governissimo è scivoloso e sta aprendo crepe sinistre nel Partito democratico.
In diverse aree del partito, dai lettiani ai dalemiani, ma anche tra i 'big', come Walter Veltroni o Anna Finocchiaro, ci si interroga su come uscire da una situazione 'bloccata'. Una preoccupazione attribuita dal Secolo XIX anche a Rosy Bindi in un'intervista che però lei ha smentito. «Bersani non sa più che fare e il partito è fermo, senza prospettiva», avrebbe detto la presidente dell'Assemblea Pd nel colloquio giornalistico che il quotidiano invece conferma. La tensione è comunque palpabile nel partito alla vigilia di una settimana cruciale nella quale Bersani dovrebbe, tra l'altro, incontrare Berlusconi in chiave di ricerca di una 'corresponsabilita' sulla scelta del prossimo primo inquilino del Quirinale.
«Il Pd è un grande partito, non ha mai avuto né avrà mai un capo-padrone ma un leader. Il problema è tenerlo unito e questo dev'essere lo spirito di tutti, perché non possiamo permetterci il lusso di divisioni. Dobbiamo affrontare i problemi degli italiani, sennò non ci perdonano», ha ammesso Franceschini.

Sabato, 06 Aprile 2013

Meno male che fanno tutto per niente. E ci sono ancora degli imbecilli che si aspettano la rivoluzione da questi senza reddito.


06 aprile 2013

«Ecco come guadagna Grillo: né codice fiscale, né partita Iva»

Il blogger Di Salvo fa le pulci alla società di Casaleggio e al M5S di Grillo, che si sarebbe arricchito di milioni di euro.


Nelle democrazie occidentali il partito-azienda è un'invenzione italiana. Nasce ufficialmente il 18 gennaio 1994, quando alla presenza di un notaio Silvio Berlusconi e gli altri soci fondatori (Antonio Tajani, Luigi Caligaris, Antonio Martino, Mario Valducci) danno vita al “Movimento” politico Forza Italia. Pochi giorni dopo, l’annuncio, con la videocassetta registrata consegnata ai Tg, della discesa in campo per il bene dell’Italia. Vent'anni dopo, come ci spiega Michele Di Salvo, esperto in comunicazione, blogger e autore di un libro sul comico genovese (Chi e cosa c’è dietro Grillo e al Movimento 5 Stelle) lo schema sembra ripetersi. L'intreccio tra politica e affari come ragione sociale di una nuova formazione politica che, oggi come allora, sta scuotendo dalle radici le istituzioni italiane.

La domanda più ovvia è come guadagna Grillo dal suo blog?
«Le fonti di reddito del blog sono molte e sfruttate al massimo. Basta fare un semplice esperimento visivo, eliminando «i contenuti» e vedere quanto resta come spazi destinati alla pubblicità. Come quella diretta, ovvero vendita di gadget e di prodotti marcati Grillo (libri, dvd etc), alla quale va poi sommato il guadagno indiretto, attraverso le partnership che generano royalty, come ad esempio per ogni utente che si registra e acquista su Amazon partendo dal blog di Grillo».

Ma i gadget rendono tanto?
«Fino a poco fa la vendita di libri e dvd era l’unica forma di finanziamento del blog. A gestire il “merchandasing” è un altro portale, GrilloRama (grillorama.beppegrillo.it). Sono in vendita magliette, dvd e libri di Beppe Grillo. Qualsiasi campagna, tour, comizio, battaglia del comico-politico, ma anche i dvd di Marco Travaglio (tra l'altro venduti a Current Tv per 100mila euro a stagione) è diventata un prodotto di GrilloRama».

E la pubblicità?
«Secondo il «Il Sole24Ore» traffico stimato raggiunge una media tra i 150 e i 200mila utenti ogni giorno e circa 1 milione di pagine viste. La scelta di affidarsi alla pubblicità Google è piuttosto recente da parte della Casaleggio Associati. Con la crescita del Movimento il blog di Grillo è finito nella categoria top-site degli Ad-Sense di Google: la pubblicità sul blog del comico ora può essere stimata fino a un massimo di 2,49 euro per ogni click e 5 euro ogni mille visualizzazioni. Partendo da questi dati il Sole24Ore ha calcolato per Beppegrillo.it un ricavo annuo che oscilla tra i 5 e i 10 milioni di euro, anche se ci sono analisi (come quella di Webnews) che riducono la forchetta tra 1,5 e i 2,2 milioni» (Il Sole24Ore non sa di cosa parla. Nessun matto di investitore può perrmettersi il lusso di pagare 2,5 € per "un click". Un click su cosa, poi? Importi del genere si pagano solo come percentuali di vendite generate dal blog, ma il problema è che i bloggers non hanno alcun controllo sul fatto se certe vendite siano acquisite direttamente dalla società investitrice attraverso altri canali o direttamente, oppure attraverso il blog. Inoltre, nessun investitore paga più di 0,6 /1,0€ per 1000 visualizzazioni. NdR)

E poi?
«Poi ci sono le campagne dirette, quelle strutturate in offerta, come ad esempio quelle proposte su beppegrillo.it/adv in cui vengono proposte alle aziende campagne a tema su più canali. E questo dà un significato concreto alla considerazione per cui la vera forza e capacità attrattiva è il network».

In che senso?
«Il blog di Grillo può essere visto come l’elemento centrale di un network che genera accessi e condivide contenuti. Intanto il network diretto, ad esempio il canale Youtube, il sito del Movimento, e la webtv “La Cosa”, cui si è aggiunto il canale streaming dei gruppi parlamentari, in cui ogni video viene visualizzato dopo uno spot di 20 secondi. Poi ci sono i siti “indiretti”, ovvero quelli apparentemente non collegati (come Tze-Tze o Cadoinpiedi). Partendo dal blog e dai corrispettivi account sui social network (ufficialmente 1,3 milioni di fan su Facebook, 1,2 milioni di follower su Twitter), questo traffico viene spostato e condiviso su una serie di siti satellite (anche questi con pubblicità a pagamento) che, comunque, appartengono alla gestione della Casaleggio».

Quanto si è arricchito Grillo in questi anni di attività politica?
«Possiamo parlare solo di stime, tenendo conto di quanto si sa dalle sue dichiarazioni dei redditi, e di per sé non è la fonte più attendibile, se consideriamo i condoni tombali ed edilizi cui ha aderito Grillo. Bene, se consideriamo queste informazioni mediamente il suo reddito conosciuto è quintuplicato dopo il 2004 e raddoppiato negli ultimi tre anni ed oggi è tra i 4 e i 5 milioni netti di euro annui».

Che legame c'è con la Casaleggio Associati?
«Casaleggio Associati è l’azienda-motore, specializzata in comunicazione virale e in e-commerce e gestione di rete. Grillo ci mette il nome e la visibilità e Casaleggio il know-how per far “rendere economicamente” la presenza in rete. È Casaleggio che sceglie e che cura tutti i contenuti. Quindi il primo problema che si pone è sino a che punto ciò che “firma” Grillo lo pensa, è il suo pensiero, è la linea politica del Movimento, e dove invece comincia la necessità virale di creare contenuti provocatori a tutti i costi per “stimolare” la partecipazione di rete dei lettori tenendo costantemente ed a qualunque costo alta l’attenzione e i toni. Come si fece con le false notizie come la finta lettera del Papa, o del Presidente Cinese, o la Biowashball, o quella sull’olio di colza nelle auto, o la presunta lettera dell’economista Stiglitz».

Grillo-testimonial e leader di un movimento politico e Casaleggio spin doctor e proprietario di un'azienda di marketing. Non esiste un conflitto di interessi sui contenuti tra l'azione politica e l'attività commerciale?
«Certo, si pone il problema del “chi finanzia chi” e per fare cosa. Ad esempio: mettiamo che il Movimento 5 Stelle proponga l’uso nelle pubbliche amministrazioni di auto elettriche e proponga una certa casa automobilistica, chi assicura che quell’azienda non sia cliente della Casaleggio o che quella azienda non faccia una campagna tematica sul network di Grillo? Nessuno vuole dubitare della buona fede di tanti, ma in assenza di regole chiare e di policy trasparenti, è per primo Grillo che afferma essere buona norma porci dei dubbi».

Come viene finanziato il Movimento 5 Stelle?
«Nello stesso modo del blog. Il Movimento risulta giuridicamente una “Associazione non riconosciuta”. Nello statuto viene spiegato che il Presidente è Grillo che “in qualità di titolare effettivo del blog raggiungibile all’indirizzo www.beppegrillo.it, nonché di titolare esclusivo del contrassegno di cui sopra” – ovvero quello del Movimento – spettano “titolarità, gestione e tutela del contrassegno, titolarità e gestione della pagina del blog www.beppegrillo.it”. Non solo, al presidente Grillo compete “amministrazione e gestione di eventuali fondi dell’Associazione”. Di quali fondi si parla? “Di una quota annuale versata dagli associati; di contributi volontari di persone fisiche, di Enti Pubblici e Privati; di sovvenzioni dello Stato, delle Regioni o di Enti; di eventuali proventi derivanti dalla fornitura di servizi; di donazioni e lasciti testamentari”».

Che cosa comporta l'essere associazione non riconosciuta?
«Non è soggetta al vincolo della trasparenza di bilancio, nemmeno in forma semplificata. Non è prevista la figura del tesoriere, e quindi di un soggetto “terzo” delegato alla raccolta e spesa dei fondi ed alla relativa rendicontazione. Dobbiamo aggiungere che questa associazione esiste dal dicembre 2012, il che pone il problema di chi, come e a che titolo abbia versato i soldi delle raccolte on line e di quelle nelle piazze, come abbia gestito questi fondi, con quali poteri, come abbia documentato gli incassi e le spese, e soprattutto “dove sono finiti questi soldi” e a quanto ammontano».

Il che crea un problema di trasparenza contabile?
«Qui si pone la domanda posta a Grillo da anni senza che nessuno nemmeno nel Movimento si sia posto lo stesso quesito. Il M5S ha aperto un conto su “Pay Pal” (una società che offre pagamenti on line). Questo conto risulta intestato a “Movimento 5 Stelle Genova”. Non è un conto “personale” quindi... ma Pay Pal per aprire un conto non personale (di un associazione, ad esempio) richiede il codice fiscale o partita iva, nonché i documenti ufficiali del soggetto collettivo intestatario del conto, nonché la sede legale ed i dati del responsabile legale. Ora non risulta che i M5S locali abbiano un codice fiscale, una partita iva, una sede legale, così come non risulta siano costituiti in struttura formale con un responsabile legale. Quindi quel conto a chi è intestato? Chi lo gestisce, come, perché, a chi rende conto, quali sono i documenti contabili?

Già, chi lo gestisce?
«E chi lo sa. L'M5S non prevede organi di controllo interni; viene tutto lasciato alla discrezione di una sola persona. E così anche nella gestione dei fondi.Vede, se casi scandalosi come quelli di Lusi o Fiorito sono emersi, è proprio perché esisteva un tesoriere, esistevano delle regole cui attenersi nella spesa dei fondi e una precisa tenuta contabile. Senza regole tutto è più opaco. Faccio un esempio: i partiti devono dichiarare a chi pagano un affitto di una sede, registrare il contratto, esibire una ricevuta fiscale e dimostrare dove prendono quei soldi per pagare quel canone. Nella rendicontazione parziale del Movimento si evince solo “dati x euro a tizio per pagare affitti” non meglio precisando alcun ulteriore elemento. Ciascuno ha la propria idea di trasparenza.

Che cosa ci guadagna invece Casaleggio?
«Tanto. Intanto in termini di visibilità e di vera o presunta autorevolezza, e in Rete sappiamo che conta più la percezione che la sostanza. Da questa autorevolezza nasce un enorme potenziale in termini di lobbing, ovvero nella capacità di mettere insieme e fare incontrare interessi privati e interlocutori politici. Chiariamo, tutto legittimo. Ma il punto è il limite, e la trasparenza dei rapporti. Da ultimo resta l'interrogativo: chi gestirà i circa dodici milioni di euro che andranno ai gruppi parlamentari 5 Stelle?». (Fonte: Roberto Rossi - l'Unità)

Renzi non faccia il furbo. Nessun accordo con il PDL. Meglio le urne e subito.


Renzi: “Mi sa che le elezioni non le vogliono in tanti”. E attacca Grillo
Pubblicato il 6 aprile 2013 16.00 | Ultimo aggiornamento: 6 aprile 2013 16.05


TAG: beppe grillo, firenze, matteo renzi



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FIRENZE, 6 APR – ”Non so se la soluzione di un governo Pd-Pdl sia quella che davvero i dirigenti romani sceglieranno. Le alternative sono tre: governo Pd-Pdl, Pd-M5S o elezioni. Il governo Pd-M5S, Grillo non vuole; le elezioni mi sa che non le vogliono in tanti. Su un governo Pd-Pdl staremo a vedere”.
”E’ difficile che uno come me, che sta lontano da Roma, possa capire come andrà a finire. Non credo alla fantapolitica”, ha poi aggiunto il sindaco di Firenze a chi gli chiedeva se Pd e Pdl non vogliano le elezioni per paura di Renzi.
L’ATTACCO A GRILLO – Renzi ha poi attaccato Beppe Grillo: ”E’ un po’ strano che un dirigente politico come Grillo parli di streaming e trasparenza e poi, quando deve parlare con i suoi, li carichi su un pulmino modello vacanze Piemonte e li porti in una località segreta”.

Già in campagna elettorale il nostro clown n. 1 mentre il clown n.2 attacca il Monte dei Paschi di Siena perchè pensa alle elezioni locali. Perfettamente uguali.


abato 06 Aprile 2013 - 17:45
ROMA - Berlusconi torna sulle 8 proposte. «Mentre le altre forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo», il Pdl «dal 15 aprile, presenterà in Parlamento quelle '8 proposte choc' che hanno portato la coalizione a un soffio dalla vittoria»:così Silvio Berlusconi che rilancia su rimborso Imu,abolizione finanziamento pubblico, revisione Equitalia, riforma fisco-giustizia.

LE PROPOSTE «Sono otto proposte concrete, che avranno un immediato impatto positivo sull'economia reale e sulla società, soprattutto per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro. Otto punti su cui si sono espressi i cittadini e che porteremo avanti con impegno quotidiano nel nostro lavoro parlamentare», sottolinea Berlusconi nella sua nuova comunicazione online sul sito. «Mentre la politica si impantana, si fa del male e ci fa del male, noi avvertiamo la necessità e l'urgenza di cambiare rotta per ridare alle famiglie e alle imprese la fiducia e la forza di andare avanti in una situazione economica davvero difficile. Per questo motivo - prosegue - sabato 13 aprile a Bari, illustreremo il contenuto di questi otto disegni di Legge, già pronti per essere presentati al Senato della Repubblica.
E che riguarderanno: 1)l'abrogazione dell'Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attività agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012; 2)la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione; 3)il riconoscimento alle imprese - per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati - di una detrazione (sotto forma di credito d'imposta) per i primi 5 anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonchè l'esenzione, per questi ultimi, dall'IRPEF sul salario percepito; 4)il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attività di impresa; 5)l'abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici; 6)le norme per la riforma del sistema fiscale; 7)le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri; 8)le disposizioni per la riforma della giustizia». «Queste nostre proposte - sottolinea il Cavaliere - hanno in sè la forza di un cambio di passo, di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall'altro, al ritorno della fiducia nello Stato, il cui compito resta quello di creare le condizioni adatte perchè i cittadini possano realizzare le proprie ambizioni e i propri progetti».

Come già nel 2009 Casaleggio ed i suoi collaboratori, tra i quali Benzi da Voghera, decidevano chi doveva essere eletto e chi, come Vulpio, doveva non essere eletto. Altro che democrazia diretta.

http://youtu.be/QHhjvmK8zgY

Mancano solo i pizzini di Provenzano. Peggio dei mafiosi. Peggio dei peggiori PDL portaborse e corrotti. I nostri giovani migliori all'estero questi incapaci a governare un grande paese come l'Italia.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/04/05/news/grillinileaks_a_bologna_la_faida_per_cacciare_salsi_e_favia-56012405/?ref=HREA-1

Operazione fiato sul collo. Adesso questi sono nostri dipendenti quindi nella democrazia diretta devono dare risposte. Facciamo,sentire il fiero sul collo.

http://www.facebook.com/groups/100583746691512/permalink/442003542549529/

Qui potete leggere come Casaleggio, il padrone di Benzi da Voghera, cacciava dal M5 S quelli che davano fastidio. Solo Berlusconi saprebbe fare meglio. Vergognatevi grillini. Vergognatevi.

http://www.federicasalsi.it/2013/04/come-si-caccia-il-dissidente.html

Grillini indecorosi. Vergognatevi. Vergognatevi all'infinito. Peggio dei peggiori corrotti e ladroni del PDL.

http://www.facebook.com/antoniaiulia.dejeu/posts/520586311321653

Sarà per il fatto che la legge impegna le grandi città a incrementare le aree urbane verdi.e solo le grandi città che accada a Parma, a Pavia, a Voghera proprio il contrario. Il sacco di Pavia é noto a tutti. Ormai si costruisce anche nel Parco del Ticino. Mafia e politica s'intrecciano. A Voghera se ne sa un pò di meno perché i giornalisti dell'Oltrepò sono impegnati a riportare notizie più importanti. Per esempio che Antonio Marfi esponente del M5S ma non della lista civica di Rubiconto non ha partecipato all'ultimo consiglio comunale per motivi di lavoro. Veramente una grande notizia. Bravo Lodigiani.


04-2013
VERDE URBANO / Con la nuova legge le città devono impegnarsi di più per aumentare aree verdi urbane

La legge 10 del 14 gennaio impegna i sindaci delle grandi città a potenziare gli spazi urbani dedicati al verde pubblico








Nuova legge per incrementare le aree verdi urbane, ultime notizie Roma - Dai dati elaborati dall'Istituto statistico, Matera, Lodi e Sondrio sono prime nella classifica delle città ecologiche, mentre "Bari, Napoli e Messina sono fra le ultime: la legge che abbiamo varato in gennaio - commenta il ministro dell'Ambiente Corrado Clini - spinge i sindaci a fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre".

Secondo lo studio sul verde urbano diffuso dall'Istat, ogni abitante delle grandi città ha a disposizione 30,3 metri quadri di verde. "Non bastano; bisogna fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre. Per questo motivo - afferma Clini - la legge 10 del 14 gennaio impegna i sindaci delle grandi città a potenziare gli spazi urbani dedicati al verde pubblico. Città come Bari, Napoli o Messina, fra quelle più cementificate, devono impegnarsi a imitare gli esempi virtuosi di Sondrio, Lodi e Matera, dove ogni cittadino ha a disposizione aree verdi oltre il 15% degli spazi urbani".

Per garantire che venga osservata l'applicazione effettiva della legge, il ministro ha nominato i nove componenti del comitato per lo sviluppo del verde pubblico, “fra persone di particolare e comprovata competenza ed esperienza tecnica, culturale, professionale o giuridica nel settore ambientale”. Tra questi, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e il presidente del Consiglio nazionale degli ordini  dei dottori agronomi e forestali, Andrea Sisti.

Ovviamente ogni giorno il,cappuccino e la brioche per tutti da 3 a 90 anni. Adesso aspettiamo il clown n.2 detto anche Generale Pound cosa s'inventa di più.


POLITICA
Pdl/ Otto proposte da Berlusconi: "Via finanziamento pubblico e Imu"
Sabato, 6 aprile 2013 - 17:46:00

Silvio Berlusconi lancia la manifestazione di Bari del Pdl del 13 aprile e preannuncia la presentazione di otto proposte di legge, fra cui l'abrogazione dell'Imu sulla prima casa, la detrazione dei primi 5 anni di contributi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, l'abolizione dei contributi pubblici per le spese dei partiti, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e la riforma della giustizia.

Ecco la lettera aperta di Silvio Berlusconi pubblicata sul sito del partito: "Care amiche, cari amici, mentre le altre forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo, noi del Popolo della Liberta' teniamo sempre in mente l'interesse del Paese e nella settimana che inizia il 15 aprile, presenteremo in Parlamento otto disegni di Legge che costituiscono la prima applicazione del programma che ha portato la coalizione di centrodestra a un soffio dalla vittoria nelle ultime elezioni. Sono otto proposte concrete, che avranno un immediato impatto positivo sull'economia reale e sulla societa', soprattutto per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro. Otto punti su cui si sono espressi i cittadini e che porteremo avanti con impegno quotidiano nel nostro lavoro parlamentare. Mentre la politica si impantana, si fa del male e ci fa del male, noi avvertiamo la necessita' e l'urgenza di cambiare rotta per ridare alle famiglie e alle imprese la fiducia e la forza di andare avanti in una situazione economica davvero difficile. Per questo motivo, sabato 13 aprile a Bari, illustreremo il contenuto di questi otto disegni di Legge, gia' pronti per essere presentati al Senato della Repubblica".

"Le proposte - prosegue Berlusconi - riguarderanno:
1) l'abrogazione dell'Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attivita' agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012;
2) la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni di interessi e ai meccanismi di rateizzazione;
3) il riconoscimento alle imprese - per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani, disoccupati e cassintegrati - di una detrazione (sotto forma di credito d'imposta) per i primi 5 anni dei contributi relativi ai lavoratori assunti, nonche' l'esenzione, per questi ultimi, dall'IRPEF sul salario percepito;
4) il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post, per quanto riguarda lo svolgimento di ogni attivita' di impresa; 5
) l'abolizione dei contributi pubblici per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici;
6) le norme per la riforma del sistema fiscale;
7) le disposizioni di revisione della Costituzione per quanto riguarda l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri;
8) le disposizioni per la riforma della giustizia".

"Queste nostre proposte - conclude Berlusconi - hanno in se' la forza di un cambio di passo, di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall'altro, al ritorno della fiducia nello Stato, il cui compito resta quello di creare le condizioni adatte perche' i cittadini possano realizzare le proprie ambizioni e i propri progetti. E' questo che il Paese ci ha chiesto con il voto. E' con questi primi atti che intendiamo recuperare l'orgoglio di essere italiani, l'orgoglio di crescere, l'orgoglio di sprigionare le energie che ciascuno ha in se'. Grazie per l'attenzione e per il sostegno. Ci vediamo tutti sabato prossimo, 13 aprile, in Piazza della Liberta' a Bari! Un abbraccio a tutti. Cordialmente, Silvio Berlusconi".

FRANCESCHINI, CI PIACCIA O NO DIALOGO E' CON BERLUSCONI - "So che e' altamente impopolare, so che si rischia di scatenare le reazioni negative del proprio stesso campo, ma voglio dirlo: se noi intendiamo mettere davanti l' interesse del Paese, dobbiamo toglierci di dosso questo insopportabile complesso". Dario Franceschini ribadisce in un'intervista sabato mattina al Corriere della Sera che "chiusa la possibilita' di un rapporto con Grillo", non resta che "una strada: uscire dall' incomunicabilita'. E abbandonare questo complesso di superiorita', molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l'avversario". In altre parole, e' la posizione dell'esponente Pd, "ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, e' ancora Silvio Berlusconi. E' con lui che bisogna dialogare". La sconfitta di Berlusconi, aggiunge tra l'altro, "deve avvenire per vie politiche, non per vie giudiziarie o legislative".

Questo articolo evidenzia, qualora c'è ne fosse bisogno, perché il PD non governerà mai in Italia. Una classe dirigente che dice una cosa ed il giorno dopo un'altra non é credibile. Facesse l'alleanza con il PDL perderebbe senza dubbio il mio voto. Ovviamente conta molto poco per il PD ma tantissimo per me e le persone che avvicinerò.


d. Franceschini: Dialogo con Berlusconi. Bindi critica, poi smentisce
Pubblicato il 6 aprile 2013 09.45 | Ultimo aggiornamento: 6 aprile 2013 13.05


TAG: berlusconi, dario franceschini, matteo renzi, pierluigi bersani

Dario Franceschini (Foto LaPresse)


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Sondaggio Swg: 66% vuole Renzi leader, 10% Bersani. Berlusconi piace solo ai suoi
ROMA – Dopo Matteo Renzi, Dario Franceschini dice: “Dialoghiamo con il Pdl”. Una vera e propria fronda, che si rimpolpa di giorno in giorno, contro la linea di Pier Luigi Bersani del “mai con Berlusconi”. A Franceschini sembra aggiungersi anche Rosy Bindi, che del Pd è la presidente. In un’intervista al Secolo XIX, si legge un attacco a Bersani: “Il Pd è ostaggio di Bersani che non sa più che fare e blocca il partito”. Ma la Bindi ha smentito dicendo: “Non sono miei quei virgolettati, ho parlato con una persona per strada ma non sapevo fosse un giornalista”.
Leggi anche Renzi-Bersani, la tregua è finita. Scoppia il caso Unità
”Chiusa la possibilità di un rapporto con Grillo – dice Franceschini in un’intervista al Corriere della Sera – non resta che una strada: uscire dall’incomunicabilità. E abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, è ancora Silvio Berlusconi. E’ con lui che bisogna dialogare”.
Nell’intervista Franceschini continua:
”So che è altamente impopolare, so che si rischia di scatenare le reazioni negative del proprio stesso campo, ma voglio dirlo: se noi intendiamo mettere davanti l’ interesse del Paese, dobbiamo toglierci di dosso questo insopportabile complesso, la sconfitta di Berlusconi deve avvenire per vie politiche. Non per vie giudiziarie o legislative.
Sulla possibilità di votare con il M5S l’ineleggibilità di Berlusconi, Franceschini osserva che si tratta di
”un dibattito molto approssimativo, non si può scambiare la nascita di un governo con la scelta di chi sta al Quirinale per sette anni, così come il no a un governo di larghe intese, d’accordo con Bersani.
Ciò che serve, spiega Franceschini, è ”un esecutivo di transizione, che prenda le misure necessarie per dare ossigeno all’economia mentre in Parlamento si fanno le riforme istituzionali: Senato federale, con conseguente riduzione dei parlamentari, e legge elettorale”. Al Quirinale serve ”una persona con un’esperienza politica e parlamentare” ma da Franceschini ”niente nomi”. Sul dibattito interno al partito e le ipotesi di scissione dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi, Franceschini afferma: ”Ognuno si morda la lingua e si metta in testa che il Partito democratico deve restare unito e stringersi attorno a chiunque vinca le primarie, quando ci saranno”.
Gli fa eco la Bindi sul Secolo XIX:
”E’ cosi’ purtroppo, Bersani non sa più che fare e il partito è fermo, senza prospettiva. Se avessimo proposto un nome autorevole e non strettamente partitico come poteva essere Rodotà, ma ce n’erano molti altri, avremmo forse potuto contare su un atteggiamento più morbido da parte dei grillini. Non dico sull’appoggio, questo no, ma su un certo malessere interno, questo si”. Ciò non è stato fatto, spiega Bindi, ”semplice, perché Bersani non ha rinunciato, non ha voluto rinunciare, ha addirittura fatto un comunicato in cui lo ribadiva con convinzione”.
Poi però Bindi smentisce:
”Non c’è stato alcun colloquio con il Secolo XIX e le frasi virgolettate non sono mie. Sono stata fermata per strada da un signore che non ricordavo neppure fosse un giornalista, il quale mi ha subissato con le sue considerazioni e i suoi giudizi sulla situazione politica a cui non ho replicato. E’ molto grave che un incontro casuale si trasformi in una conversazione giornalistica e ancor più grave che le osservazioni del cronista vengano pubblicate come mie risposte mai date”.

Questo è il nostro problema. Ci teniamo in Italia i grillini incapaci ed i portaborse del PDL mentre i nostri migliori ragazzi vanno ad arricchire la Germania.


LTERNATIVA
Crisi, i giovani fuggono dall'Italia
Boom di espatri nel 2012: +30%. Il 28,3% ha tra i 20 e i 40 anni. La Germania è la meta preferita.


(© Getty Images) Una veduta di Berlino, capitale della Germania.

Un boom che non si vedeva da decenni: +30%. La crisi ha fatto 'esplodere' nel 2012 l'emigrazione italiana.
Ad andare all'estero sono più uomini che donne, più trentenni e lombardi.
La Germania il Paese preferito come punto d'arrivo. A rivelarlo sono i dati più recenti dell'Anagrafe della popolazione italiana residente all'estero (Aire), resi noti il 6 aprile dalla trasmissione Giovani Talenti di Radio 24.
I ''TALENTI'' IN FUGA SONO IL 44,8%. Lo scorso anno l'emigrazione dalla Penisola è passata dai 60.635 cittadini del 2011 ai 78.941 del 2012. Gli uomini erano il 56% contro il 44% di donne, e si conferma la preponderanza di giovani: gli emigrati della fascia di età 20-40 anni sono aumentati in un anno del 28,3%, alimentando quella che viene definita 'la fuga dei talenti' che nel 2012 ha costituito il 44,8% del flusso totale di espatrio.
I LOMBARDI ESPATRIANO DI PIÙ. A livello generale, la Lombardia si è rivelata la regione che maggiormente ha alimentato l'emigrazione: ben 13.156 lombardi hanno trasferito la propria residenza all'estero nel 2012, davanti ai veneti (7.456), ai siciliani (7.003), ai piemontesi (6.134), ai laziali (5.952), ai campani (5.240), agli emiliano-romagnoli (5.030), ai calabresi (4.813), ai pugliesi (3.978) e ai toscani (3.887).
IL 62,4% HA SCELTO L'EUROPA. Il 62,4% degli emigrati nel 2012 ha scelto l'Europa come Continente di destinazione, seguita dall'America Meridionale, l'America Settentrionale e Centrale e l'Asia-Africa-Oceania. Per Paesi, la Germania è la prima meta di destinazione (10.520 italiani l'hanno scelta), seguita da Svizzera (8.906), Gran Bretagna (7.520), Francia (7.024), Argentina (6.404), Usa (5.210), Brasile (4.506), Spagna (3.748), Belgio (2.317) e Australia (1.683). Sono 2.320.645 gli italiani complessivamente espatriati dal Paese a partire dal primo luglio 1990, quasi 600 mila di questi appartenevano alla fascia 20-40 anni. Gli italiani complessivamente residenti all'estero al 31 dicembre 2012 ammontavano a 4.341.156, in crescita di 132.179 unità rispetto all'anno precedente.
Sabato, 06 Aprile 2013

Questo post é eccezionale. Troppo bello.



Crimi Vito detto lo Smentito...Internet non perdona, l'ironia della rete sul portavoce del movimento cinque stelle (FOTO TWEET)
Di Andrea Punzo
Pubblicato: 05/04/2013 11:37 CEST  |  Aggiornato: 05/04/2013 13:02 CEST


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I grillini lo ripetono come un mantra tutti i giorni: "Noi non siamo uguali agli altri". Un concetto che Beppe Grillo, il leader cinque stelle, non smette mai di ripetere, sempre attento a non confondere la sua truppa con il resto, quello che lui definisce il vecchio da mandare a casa.

C'è però un luogo dove queste differenze non esistono: il web. Alla rete, tanto amata e glorificata proprio da Grillo, non sfugge niente. Prende di mira le assurdità, ironizza sulle cadute di stile, colpisce chi prevarica, "sfotte" chi eccede. E non c'è Movimento Cinque stelle che tenga, perché la democrazia del sorriso non ha pariti o appartenenze.

Prendete il caso di Vito Crimi, portavoce del M5s, da giorni ormai al centro dell'attenzione politico mediatica: le sue prese di posizione contro il Presidente della Repubblica (ricordate la storia di Napolitano più sveglio del solito?), contro i giornalisti (definiti un po' stronzi e un po' invadenti) hanno fatto discutere e sorridere. Le sue uscite su future alleanze (Il Pd? Senza Bersani ci possiamo ragionare) venivano puntualmente smentite e ridimensionate prima da Grillo e poi da lui stesso: "Quella cosa? Mai detta".

Un andirivieni di dette e smentite che ha subito acceso la creatività del web che non ha fatto mancare il suo apporto. Su Twitter l'hashtag #romanzocrimi sta spopolando (guardate la gallery in fondo all'articolo), così come il nomignolo Crimi Vito detto Lo smentito. Per non parlare dei fotomontaggi che ritraggono il portavoce M5s in ogni posizione e posa (per farvi un'idea guardate la Gallery).


I fotomontaggi su Crimi
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Emiliano Carli
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Avanti

#romanzocrimi Vito detto Lo Smentito
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@ementana
enrico mentana
#RomanzoCrimi Vito, detto Lo Smentito


Avanti

Incredibile. Non é possibile che possa accadere una cosa simile. Ma ha scritto tutto Ruby? Magari qualche avvocato del PDL. Si sa che gli avvocati sono molto rappresentati nel PDL. É un modo di fare carriera anche se il curriculum é alquanto scarso.

http://youtu.be/GOQCt4-XCfY

È inutile ribadire che se la gestione del referendum sarà data nelle mani di Casalegggio l'esito sarà falso come le elezioni on line.


M5s, intervista al senatore Marino Mastrangeli: "Tutto quello che non è compreso nel Non statuto va messo al voto degli attivisti. Anche l'apertura al Pd", L'idea di un referendum online
Pietro Salvatori, L'Huffington Post  |  Pubblicato: 06/04/2013 15:02 CEST  |  Aggiornato: 06/04/2013 15:34 CEST


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Ieri Beppe Grillo ha annunciato durante la riunione con i suoi parlamentari che “entro due settimane avremo la piattaforma per condividere con la rete le iniziative di legge”. Marino Mastrangeli, che del Movimento 5 stelle è senatore, va oltre: “Tutto quello che non è compreso nel Non-statuto va sottoposto alla valutazione degli attivisti”.

Dunque anche la linea politica. Mastrangeli non è fra i trenta eletti che sostengono la necessità di dialogare con le altre forze politiche. Ma ritiene che quella posizione, ribadita ieri dalla deputata Giulia Sarti, debba essere presa in considerazione: “Non basta un voto a maggioranza di noi parlamentari. Noi siamo dei semplici esecutori del mandato che ci hanno conferito cittadini e attivisti, per questo dovremmo consultarli sempre, anche per queste questioni”.

Il senatore si richiama al ‘Comunicato politico numero 45’ di Grillo: “Ogni eletto risponderà al Programma del M5S e alla propria coscienza, non a organi direttivi di qualunque tipo. [...] La libertà di ogni candidato di potersi esprimere liberamente in Parlamento senza chiedere il permesso a nessun capo bastone sarà la sua vera forza”.

È una critica a Grillo?
Ma assolutamente no. Tra noi e Beppe c’è un rapporto come tra padre e figli. Lui ieri ci ha tenuto ad abbracciarci, e noi abbiamo voluto abbracciare lui. È stata una giornata molto bella, vissuta da tutti serenamente in un clima informale e conviviale.

Nella quale si è discusso anche della linea politica da tenere.
La nostra linea politica è quella sancita dal programma, le cose da fare sono già scritte lì. Poi io sono da anni fautore della democrazia diretta, per cui ritengo che qualunque provvedimento che non sia compreso nel programma debba essere sottoposto alla valutazione degli attivisti.

Anche la linea politica?
Certo, perché influirà sui futuri voti che saremo chiamati a dare. La richiesta agli iscritti deve essere la nostra bussola. E, ma questa è una mia opinione personale, il voto degli attivisti dovrebbe essere rispettato in modo proporzionale.

Si spieghi meglio.
Se dalla rete emerge che su un provvedimento c’è una fetta di minoranza che ha votato in altro modo, quel voto dovrebbe essere riflesso in Parlamento. Noi siamo schiaccia bottoni per conto del popolo, portavoce dei nostri elettori.

Sarebbe un modo per dare voce anche alla linea di chi vorrebbe il dialogo.
Bisogna trovare una maniera per tutelare quelle posizioni.

Lei le condivide?
Sono manifestazioni della democrazia che vige nel nostro Movimento, fanno parte di una legittima visione politica. Anche le posizioni di Tommaso Currò e Alessandra Bencini lo sono, e in parte posso anche condividerle.

Ma non c’è stato un voto a maggioranza dell’assemblea che ha deciso altrimenti?
Lo confermo ma ripeto, io sono un proporzionalista. Non stiamo parlando di una singola voce isolata, ma di almeno una trentina. È impensabile non dargli voce, cosa che andrebbe fatta anche se si trattasse di uno, stiamo parlando dell’ABC della democrazia.

Lei dice che lo si potrebbe fare attraverso la rete.
I nostri attivisti dovrebbero potersi esprimere anche su questi temi, a mio avviso non basta il voto dei parlamentari. Noi siamo 163, gli attivisti milioni.

Crede che si potrebbe arrivare a qualche abbandono da parte dei ‘dissidenti’?
Ma no, non credo proprio. Dialoghiamo, discutiamo su tutto, perché dovrebbero?

Ieri Roberta Lombardi sosteneva che chi vota in dissenso dalle indicazioni del gruppo lascerebbe di fatto il M5s.
Roberta ha ragione, dice delle cose che sono scritte chiaramente nel Codice di comportamento dei parlamentari. Io sostengo semplicemente che nel Comunicato politico numero 45 è lo stesso Beppe a sostenere che noi dobbiamo rispondere solamente al programma politico e alla nostra coscienza.

Gli incontri con Grillo aiutino a dirimere queste difficoltà?
Non può essere altrimenti. C’è un rapporto costante con lui, ed è fisiologico che non ci si veda più di una volta al mese, abbiamo tutti molto da lavorare. Ma già qualche giorno fa aveva telefonato in vivavoce a tutti i senatori, per mantenere un contatto umano, che è importantissimo. Lui tiene a noi come un padre tiene ai propri figli. E viceversa.

Ma prof.Becchi come riesce a fare queste pensate? Ma lasci fare a Gino Strada le cose che fa bene.


“Gino Strada candidato presidente a 5 Stelle”
06/04/2013 - Paolo Becchi parla del MoVimento e dell'elezione al Quirinale


 
di Redazione
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“Se gli altri partiti appoggiassero un candidato del Movimento 5 Stelle ci sarebbero sicuramente nuove prospettive per la formazione di un Governo. Finora il movimento non ha ottenuto niente”. Lo ha detto il professore Paolo Becchi, intellettuale vicino al Movimento 5 Stelle, parlando degli scenari politici futuri, a margine di un convegno alla biblioteca Berio di Genova.
PAOLO BECCHI CONSIDERA - “Credo -ha spiegato Becchi- che stiano tutti attendendo l’elezione del presidente della Repubblica. Io – ha proseguito – il Governo lo vedo in conseguenza di quelle elezioni. Dal presidente che uscirà capiremo il Governo che nascerà. Tutto -ha detto ancora Becchi- si gioca là”. “Se esce un presidente che prefigura già un accordo tra Pd e Pdl, allora -ha affermato l’intellettuale grillino- avremo già capito tutto. Se esce invece un presidente che avrà avuto anche l’appoggio del Movimento 5 Stelle si apre uno scenario nuovo ma -ha concluso- penso che alleandosi con il Pd il Movimento si snaturerebbe”.
GINO STRADA POTREBBE – Per il professore genovese Paolo Becchi, intellettuale ‘grillino’, ‘Gino Strada sarebbe il candidato con le maggiori opportunita’ per la presidenza della Repubblica’. ‘Strada piace al Movimento 5 Stelle, piace a molta altra gente, e’ una persona pulita che mette un impegno notevole in quello che fa’ ha detto Becchi a margine di un dibattito alla Biblioteca Berio a Genova. ‘Gino Strada sarebbe un sogno’ ha concluso. (ANSA)

Fanno proprio pena questi grillini. Altro che i partiti tradizionali. Di peggio che c'è in Italia?


I pecoroni stellari

La storia dell’hacker che ha messo online sul meetup grillino di Bologna le molte miserie e le poche nobiltà di alcuni personaggi a Cinque stelle lascia senza parole e ci consegna un partito-non partito che è peggio dei partiti-partiti. Con i consiglieri comunali Marco Piazza e Massimo Bugani oggi al centro delle polemiche per il loro carteggio via mail, insieme ad alcuni fedelissimi, contro Giovanni Favia e Federica Salsi. Una scambio impietoso che rivela invece esattamente cosa sia il M5S.
Il Movimento bolognese sin dalla sua nascita ha mostrato divisioni nonostante la facciata da bravi ragazzi uniti e contenti.
I nemici interni del popolo sono stati isolati e poi colpiti con una strategia poco raffinata ma efficace.
Il linguaggio riservato ai dissidenti è lo stesso che Beppe Grillo usa per il resto del mondo.
La Rete va bene solo per alimentare la retorica del Movimento dal basso, ma su molte questioni importanti per la vita delle Cinque stelle la trasparenza diventa un optional.
Gli attivisti, quasi in segno di disprezzo, vengono definiti “pecore”.

Mi chiedo: a quando un sussulto di dignità da parte dei pecoroni evidentemente buoni solo sotto elezioni, mentre prima e dopo sono considerati un fastidio?
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    Il vero problema dell'Italia. Ci teniamo dei grillini incapaci ed incompetenti e bamboccioni in Italia mentre i migliori, i più istruiti , i meno inclini allla corruzione, i più capaci vanno all'estero per rendere ricche le altre nazioni.


    100

    2012, i giovani in fuga dall'Italia.
    Emigrazione cresciuta del 30%

    I dati diffusi dall'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero. Sono più uomini che donne. In testa i lombardi, davanti a veneti e siciliani. La destinazione preferita è la Germania, seguita da Svizzera e Gran Bretagna. La fascia in maggiore aumento è quella fra i 20 e i 40 anni

    ROMA - 2012, fuga dall'Italia. La crisi pesa e lo scorso anno l'emigrazione italiana ha fatto registrare un vero boom, con un aumento del 30 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. Ad andare all'estero sono più uomini che donne, più trentenni e lombardi, mentre il paese preferito come punto di arrivo è la Germania. Le ragioni sono principalmente legate alla mancanza di occupazione e, più in generale, di prospettive; sono molti però anche coloro che partono lasciando un'attività perché precaria, sottopagata, priva di sbocchi professionali o insoddisfacente sul piano personale.

    A rivelarlo sono i dati più recenti dell'Anagrafe della popolazione Italiana Residente all'Estero (Aire), resi noti dalla trasmissione "Giovani Talenti" di Radio 24 oggi. Lo scorso anno l'emigrazione dalla Penisola è passata dai 60.635 cittadini del 2011 ai 78.941 del 2012. Gli uomini erano il 56% contro il 44% di donne, e si conferma la preponderanza di giovani: gli emigrati della fascia di età 20-40 anni sono aumentati in un anno del 28,3%, alimentando quella che viene definita "la fuga dei talenti" che nel 2012 ha costituito il 44,8% del flusso totale di espatrio.

    A livello generale, la Lombardia si rivela la regione che maggiormente alimenta l'emigrazione: ben 13.156 lombardi hanno trasferito la propria residenza all'estero nel 2012, davanti ai veneti (7456), ai siciliani (7003), ai piemontesi (6134), ai laziali (5952), ai campani (5240), agli emiliano-romagnoli (5030), ai calabresi (4813), ai pugliesi (3978) e ai toscani (3887).

    Il 62,4% degli emigrati nel 2012 ha scelto l'Europa come Continente di destinazione, seguita dall'America Meridionale, l'America Settentrionale e Centrale e l'Asia-Africa-Oceania. Per Paesi, la Germania è la prima meta di destinazione (10.520 italiani l'hanno scelta), seguita da Svizzera (8906), Gran Bretagna (7520), Francia (7024), Argentina (6404), USA (5210), Brasile (4506), Spagna (3748), Belgio (2317) e Australia (1683).

    Sono 2.320.645 gli italiani complessivamente espatriati dal Paese a partire dal primo luglio 1990, quasi 600mila di questi appartenevano alla fascia 20-40 anni. Gli italiani complessivamente residenti all'estero al 31 dicembre 2012 ammontavano a 4.341.156, in crescita di 132.179 unità rispetto all'anno precedente.

    E come si può darle torto? Sono anni che dico queste cose e i partiti non cambiano, anzi ne nascono di peggiori come ad esempio il M5S.

    http://youtu.be/Cpc03NGo4Zw

    Bravissima Giulia Innocenzi. A differenza di Travaglio che non si muove da casa Giulia Innocenzi le cose le va a vedere. E quando le vedi é difficile mentire.

    http://youtu.be/hS8vW9SwV1w

    Quello che non ci hanno fatto vedere quando Grillo urlava in piazza livella campagna elettorale.

    http://youtu.be/WFBdWokKw8Y

    L'affermazione della sorella di Romeo Dionisi dimostra tutta l'ignoranza dei cittadini post Berlusconi. Una persona che non c'entra niente con la vecchia politica viene insultata. Nessuno ha il coraggio di urlare chi sono i responsabili di questa situazione: il clown n.1 che ha distrutto l'Italia e poi l'ha messa nelle mani di Monti affinché facesse il lavoro sporco. Il clown n.2 che continua a sparare a destra ed a sinistra le sue grandi idee fatte di insulti e non dice mai cosa vuole fare e con quali soldi.


    Suicidi nelle Marche, Boldrini contestata ai funerali di Civitanova

    "Faceva meglio a non venire" è lo sfogo della sorella di Romeo Dionisi. "Non ce la facciamo più" grida la folla. Il presidente della Camera andrà all'obitorio per incontrare i familiari delle vittime

    Laura Boldrini
    Omicidio di Stato“, “Omicidio della politica”, “Ladri“,  e “neanche gli animali sono trattati così”. La tensione era alta nella Chiesa di San Pietro e Paolo di Civitanova Marche all’arrivo dei feretri dei tre anziani che si sono suicidati per gravi motivi economici. E, quando le porte della Chiesa si sono chiuse, chi è rimasto all’esterno ha continuato a gridare  ”assassini” e frasi come “non è vero che non hanno chiesto aiuto, non glielo hanno dato“.
    E al suo arrivo nella cittadina marchigiana la presidente della Camera è stata contestata. “Faceva meglio a non venire”, è lo sfogo che accoglie Laura Boldrini, giunta per partecipare ai funerali. 
     ”Non ce la facciamo più – è l’urlo della folla – non c’è futuro per i giovani”. Davanti al Comune, dove era in corso una riunione aperta per i coniugi morti, le grida erano alte. Laura Boldrini, però, si è difesa: “Ci tenevo ad essere qui, è una tragedia immensa“.
    ”Bisogna dare più misure di protezione sociale in un momento in cui la crisi è pesante” è l’appello lanciato dalla presidente della Camera, che ha definito il triplice suicidio “una tragedia che ha sconvolto il Paese”.  “C’è una cosa su cui dobbiamo riflettere: il senso di vergogna a chiedere aiuto – ha denunciato Laura Boldrini – è come se oggi nel nostro Paese non avere abbastanza soldi significhi essere una persona indegna”. L’invito è quello a “rivedere la scala dei valori”.
     ”Il primo dovere delle istituzioni è esserci, ‘metterci la faccia, tanto più nei momenti duri. Sarebbe troppo comodo – e per quanto mi riguarda inaccettabile – scegliere di essere presenti soltanto dove è garantito l’applauso”, ha  poi affermato rispondendo  alle contestazioni.  ”Non mi sono accorta di alcuna contestazione, né all’ingresso, né all’uscita dal Comune di Civitanova”, ha concluso la presidente della Camera.
    Prima della cerimonia la presidente della Camera ha visto il sindaco Tommaso Claudio Corvatta, e poi si è recata nell’obitorio per incontrare i familiari delle vittime, dove ha dialogato a lungo con due sorelle delle vittime e il nipote Sergio. All’uscita Laura Boldrini  è stata accolta da qualche applauso e da qualche “brava”.

    dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...